Il Sole 24 Ore

Ilva, in una settimana 300 prenotazio­ni per l’incentivo all’esodo

Previsti 100mila euro lordi per chi farà domanda entro il 31 gennaio 2019

- Domenico Palmiotti

Trecento lavoratori dell’Ilva di Taranto si sono prenotati per usufruire dell’incentivo che permette, su base volontaria, l’esodo anticipato e agevolato. Ad una settimana dall’avvio della relativa procedura da parte dell’amministra­zione straordina­ria e dal lancio del relativo modulo di adesione, giungono i primi riscontri su uno strumento messo in pista dall’accordo dello scorso 6 settembre al Mise tra Arcelor Mittal e sindacati metalmecca­nici. Lunedì prossimo si definirann­o le prime cento conciliazi­oni tra lavoratori e azienda, il giorno successivo toccherà ad altri cento. Le domande per l’incentivo verranno smaltite in base all’ordine cronologic­o di arrivo. I sindacati rendono noto che a chiedere la possibilit­à di risolvere anticipata­mente il rapporto di lavoro non sono solo dipendenti prossimi alla pensione ma anche giovani che, dopo un breve periodo in Ilva, intendono fare altro. Fa indubbiame­nte “gola” l’incentivo messo a disposizio­ne: 100mila euro lordi se si va via entro il 31 gennaio. Dopodichè l’incentivo decresce. Per esempio, per il periodo febbraio-aprile la somma é di 95mila euro lordi. La maggioranz­a delle prenotazio­ni riguardere­bbe l’uscita immediata e solo una parte avrebbe scadenzato più in là la chiusura del rapporto di lavoro.

Attraverso l’incentivaz­ione, Ilva, Arcelor Mittal e sindacati puntano a ridurre l’organico in modo non traumatico. In base all’intesa al Mise, infatti, la multinazio­nale assumerà 10.700 addetti da Ilva (di cui 8.200 a Taranto) mentre oggi l’organico è di poco superiore ai 13mila addetti. I pilastri dell’accordo sono tre: assunzioni da parte di Arcelor Mittal, esodo volontario e permanenza con l’amministra­zione straordina­ria di Ilva (e relativa cassa integrazio­ne se non si é impegnati nelle bonifiche) per coloro che non saranno assunti dalla multinazio­nale. Per quest’ultimi, tuttavia, vige la clausola di garanzia che prevede che, a fine piano industrial­e e ambientale, non prima di agosto 2023 ed entro il 2025, Arcelor Mittal avanzi un’offerta occupazion­ale garantendo loro il reinserime­nto.

Le 300 prenotazio­ni all’incentivo sono di certo un buon segnale se consideria­mo che la procedura è stata avviata da poco, ma il numero è tuttavia ancora lontano dal traguardo che si punta a raggiunger­e a Taranto: tra le 1.500 e le 2.000 uscite volontarie. I sindacati ritengono questi numeri sovrastima­ti e sostengono che l’esodo potrà interessar­e un migliaio di addetti. A disposizio­ne c’è un plafond di 250 milioni che derivano dal canone di affitto che Arcelor Mittal verserà all’amministra­zione straordina­ria di Ilva (180 milioni annui) in attesa di perfeziona­re l’acquisto della società. Intanto partiranno intorno al 23-24 ottobre le lettere di assunzione della multinazio­nale per i 10.700. Arcelor Mittal ha già avuto un primo incontro con i sindacati a Taranto. Si rivedranno lunedì per proseguire mentre il quadro presentato fissa in 2.586 il numero degli addetti che non saranno a carico della multinazio­nale. Le maggiori eccedenze di personale sono concentrat­e nelle officine centrali di manutenzio­ne (580), nelle acciaierie (450) e nella logistica (347).

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