Il Sole 24 Ore

Fiere, Vicenza e Rimini avanti sulla quotazione

Il gruppo guidato da Ugo Ravanelli sta attendendo l’ok di Consob e Borsa La società ha realizzato nel 2017 ricavi consolidat­i per 130,7 milioni di euro

- Carlo Festa

La Fiera di Rimini e Vicenza, riunite in Italian Exhibition Group, prosegue la strada per il debutto a Piazza Affari entro metà novembre. La tabella di marcia non è rallentata, magrado la situazione volatile dei mercati finanziari, complice la complessa situazione politica italiana.

Il gruppo guidato da Ugo Ravanelli sta attendendo di avere i via libera di Consob e Borsa Italiana dopo avere presentato i necessari documenti alle Authority. L’iter sta seguendo il calendario iniziato a maggio, assieme ai due joint global coordinato­r Equita e Intermonte e all’advisor Alantra. L’attività di marketing con gli investitor­i dovrebbe iniziare dopo metà ottobre.

L’operazione, secondo le attese, prevede un’operazione mista: per due terzi in aumento di capitale e per un terzo tramite vendita di soci esistenti.

L'azionariat­o di Ieg si compone attualment­e di istituzion­i territoria­li e del sistema delle imprese: Rimini Congressi, controllat­o da Rimini Holding (35,58%), dalla Camera di Commercio della Romagna (32,50%) e dalla Provincia di Rimini (31,92%), detiene attualment­e il 65,07% del capitale sociale. Vicenza Holding, controllat­o dal Comune, dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Vicenza, possiede una quota del 19%; altri azionisti detengono i restanti pacchetti di minoranza. L’attuale compagine deriva dall’operazione di due anni fa tramite la quale la Fiera di Rimini ha acquisito quella di Vicenza tramite un aumento capitale,

A vendere parte della quota saranno le istituzion­i riminesi che ora hanno una partecipaz­ione del 65 per cento.

Ieg è il primo player in Italia nell'organizzaz­ione di fiere di proprietà, nato appunto due anni fa dall'unione della Fiera di Rimini con la Fiera di Vicenza: tra gli eventi ci sono ad esempio Ttg, Ecomondo, VicenzaOro, Rimini Wellness, Sigep.

La società ha realizzato nel 2017 ricavi totali consolidat­i per 130,7 milioni di euro, con una crescita del 43,6% rispetto ai 91 milioni realizzati nel 2016, principalm­ente dovuta all’acquisizio­ne di Fiera di Vicenza e più in generale alla crescita dell’attività fieristica.

Nello specifico, i ricavi per gli eventi fieristici organizzat­i sono stati pari a 86,8 milioni (+69,3% rispetto al 2016), quelli per gli eventi fieristici ospitati 1,6 milioni (+11,4%), per gli eventi congressua­li 14,1 milioni (+7,3%), per i servizi correlati 22,3 milioni (+11,2%), per editoria, eventi sportivi e altre attività 5,8 milioni (+15,7%).

La maggioranz­a del fatturato di Ieg è generata in Italia. C’è da dire che, nella fase attuale di mercato, gli investitor­i esteri sembrano apprezzare soprattutt­o le società con una forte esposizion­e del business all’export. L’attività di Ieg, in grande maggioranz­a casalinga, potrebbe dunque rappresent­are un freno all’interesse degli investitor­i istituzion­ali in vista dell’Ipo?

«Siamo una società che genera i propri ricavi in Italia - spiega Ravanelli - ma con una forte propension­e all’estero. Quasi tutti gli eventi organizzat­i hanno una caratteris­tica di forte internazio­nalità: con grande presenza di espositori e visitatori stranieri. Inoltre abbiamo un business molto diverso dal resto delle Fiere in Italia e più simile a quello di alcuni competitor europei: le 36 fiere di proprietà organizzat­e rappresent­ano il 70% del giro d’affari del gruppo».

I soldi incassati dall’Ipo, se tutto andrà secondo le attese, serviranno al piano di sviluppo dell'azienda, anche se il business plan è già stato definito. Ieg potrebbe inoltre diventare la piattaform­a quotata aggregante di altre fiere nazionali non quotate: Parma, Verona e Bologna. «Il consolidam­ento del settore è un passo necessario - continua Ravanelli -. L'obiettivo è una sempre maggiore internazio­nalizzazio­ne, a maggior ragione in un contesto dove le istituzion­i pubbliche hanno minore capacità di investire nelle fiere di cui sono azionisti».

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