Farmaci, Italia leader in Europa nel «conto terzi»
Nelle produzioni su commessa un farmaco su due è italiano
Un farmaco su 5 – tra quelli prodotti nella Ue dalle aziende farmaceutiche che producono conto terzi – è “made in Italy”. Un tassello di eccellenza del comparto farmaceutico anche perchè investe più del doppio della media italiana e lo fa in tecnologia “green” e a risparmio energetico. Il ritratto di un segmento poco noto, e niente affatto secondario, della farmaceutica Made in Italy lo ha presentato, in questi giorni, a Milano, il centro studi Prometeia, in un evento organizzato da Farmindustria per misurare dimensione e la crescita di un settore che si rafforza grazie alle sinergie di filiera.
Nel 2017, l’Italia si conferma al 1° posto nell’Unione europea per valore della produzione: con 1,9 miliardi di euro (il 24% del totale Ue, pari a 7,9 miliardi di euro) supera la Germania (1,7 miliardi) e la Francia (1,5 miliardi ). L’ evoluzione dal 2010 al 2016 mostra un rafforzamento della leadership a livello europeo, con una quota sul totale salita dal 22% al 24% e il contributo alla crescita più elevato tra tutti i Paesi (511 milioni su un totale di 1,6miliardi, il 32 per cento).
Lo sviluppo del conto terzi nella farmaceutica, in Italia, è trainato dalle vendite all’estero, che rappresentano il 74% del fatturato. Quasi il 90% dell’export è diretto a mercati evoluti: Europa, Usa e Giappone. Ingenti gli investimenti, che dal 2015 al 2017 sono passati dal 9% al 12% del fatturato, un’incidenza circa doppia rispetto alla media manifatturiera. Nelle imprese del terziario farmaceutico, la quota degli investimenti “green” sul totale è stata pari all’8%, il doppio della media dell’industria (4 per cento). Metà degli investimenti sono andati in tecnologie pulite (soprattutto impianti di cogenerazione, frigoriferi a minore dispersione e sistemi fotovoltaici o tecnologie led). E lo si vede dai consumi di energia: tra il 2010 e il 2017 i consumi di energia e acqua sono, in rapporto alla produzione, in netto calo: -44% il consumo medio di acqua; -22% i consumi medi energetici. «La farmaceutica conto terzi – ha sottolineato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi – è un settore di avanguardia che si tende a sottovalutare. È un comparto che attrae, per l’ecosistema e la capacità produttiva italiana, multinazionali dall’estero. Vogliamo credere che nella prossima legge di Bilancio, vi siano adeguate risorse per sostenere gli investimentie i costi della ricerca scientifica». Oggi, il 75% delle imprese della farmaceutica conto terzi ha certificazioni ambientali soprattutto per iniziativa autonoma. Una quota che nel prossimo futuro salirà all’80 per cento.