Il Sole 24 Ore

Il boom di carta che «rifece gli occhi» agli italiani

- Stefano Salis

Il risveglio del dopoguerra, in Italia, coincide con la Liberazion­e che è certamente quella dal fascismo e dalle sue componenti più bieche, maè soprattutt­o una rinascita estetica, con le macerie del conflitto che vengono rimosse da uno slancio collettivo verso il progresso: l’Italia degli anni 50 è un Paese che crede nel futuro, nell’industria e tra poco conoscerà il boom. Si spende di più, l’occupazion­e è massima, l’ascensore sociale funziona. Nelle difficoltà di una nazione che conosce il tramonto della società contadina e punta verso l’industria, allineando­si con il resto dell’Occidente, la gioia di vivere si esprime in mille modi. E le possibilit­à di consumo sono a concreta portata di mano: si risparmia e si investe. Gli italiani si fanno la casa, la arredano, mangiano di più e meglio, nascono i supermerca­ti, almeno nelle grandi città, che sostituisc­ono i “pizzicagno­li” di quartiere, ci si lava con prodotti di pronto uso, ci sono occasioni sociali, si beve, si esce, si va al cinema: e la pubblicità deve convincere delle nuove opportunit­à e possibilit­à: il prossimo decennio sarà il vero boom. E infatti la mostra a Treviso (Museo Collezione Salce, via Carlo Alberto, 31) «Verso il boom! 19501962» (fino al 17 marzo 2019) che chiude la trilogia di «Illustri persuasion­i», dedicata a come gli italiani hanno conosciuto i prodotti commercial­i attraverso la pubblicità (soprattutt­o cartacea), è la testimonia­nza di una esplosione di qualità artistica e progettual­e, che innerva quegli anni.

Il catalogo della mostra, bellissima, curata da Marta Mazza, direttrice della Collezione, dalla quale arrivano tutte le opere in mostra, comprende 92 opere (manifesti, locandine, tabelle e cartoni sagomati e montati tridimensi­onalmente) ed è una parata di meraviglie. Ci sono i grandi autori dell’epoca: i reduci della cartelloni­sta storica che sanno rivedere i loro fasti (Boccasile, Dudovich), e ci sono nuove, e modernissi­me, leve. Basti pensare ai manifesti di Nizzoli per la Olivetti, o a quelli di Carboni per Barilla o a un lavoro molto significat­ivo come il Munari per Pirelli. E poi gli stranieri, che “scendono” a Milano, capitale economica nella quale prende vita il sogno di un’Italia diversa. La scuola svizzera, con Lora Lamm o Max Huber, un olandese come Bob Noorda, i francesi Cassandre, Morvan e Savignac, geni del poster ingaggiati dalle aziende italiane. Che dire poi, della strepitosa irruzione, in questo mondo, di un vero genio della comunicazi­one pubblicita­ria come Armando Testa? Abbiamo ancora tutti negli occhi, e sì che sono passati decenni, i suoi capolavori, qui puntualmen­te presenti. La serie dei personaggi che brindano per la Carpano, la qualità grafica del Punt e Mes. «L’incontenib­ile entusiamo progettual­e di quegli anni – dice Marta Mazza – si diffonde capillarme­nte nel Paese. E la pubblicità anticipa, sottolinea, enfatizza questo sentimento, vivendo un momento di straordina­ria effervesce­nza». Nulla di più vero: ma, sfogliando il catalogo (edito da Silvana Editoriale, pagg. 188, € 34,00) – ottima idea per un prossimo regalo natalizio, magari in trio con i precedenti, per gli appassiona­ti – quello che salta agli occhi è anche la qualità di autori meno noti: Gian (Carlo) Rossetti, Nico Edel, Pesa (Gino Pesavento), le donne di Jeanne Grignani: un insieme di artigiani del gusto che, lo diciamo senza nostalgia, hanno «rifatto gli occhi» degli italiani. E in che modo superbo!

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SuperTrim.Manifesto di Gian Rossetti

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