Da Parma al Trasimeno, il luogo si fa logo
Era il 1916 quando il barone Carlo Magnani lanciò una versione “emiliana” dell’acqua di Colonia, b est sellerdell’ epoca: nasceva così Acqua di Parma, un profumo diventato brande che dal 2001 fa parte del gruppo Lvmh. Nel 1999, invece, tre imprenditori battezzano Acqua dell’Elba, un marchio di fragranze ispirate a quelle della macchia mediterranea dell’isola: oggi ha 28 monomarca, vende in tutto il mondo e ha anche promosso gli itinerari della “Via delle essenze,” 127 km per scoprire l’isola respirandone i profumi della natura. Due Acque “locali”, dunque, capaci di esprimere un territorio, arrivando a promuoverlo, secondo una formula che nel segmento beauty, ma non solo, ha sempre più successo.
Ne è prova anche la più recente storia di Parco1923, marchio di profumi fondato due anni fa da Paride Vitale e Ugo Maria Morosi: dedicato al Parco Nazionale d’ Abruzzo, ne esaltala storia evidenziando la data di fondazione e l’animale simbolo, l’orso.
«Vivo a Milano da tempo ma sono abruzzese e da tempo cercavo un modo per raccontare le mie radici e la mia regione in un modo “alto” - spiega Vitale -. Sono appassionato del Parco e l’idea di promuoverlo con dei profumi me l’hanno suggerita dei guardiaparco durante una passeggiata». Così, nel 2016, grazie alla collaborazione con il nasoLuca Maffei, è natala prima1923, con essenze di piante locali come il ginepro, l’ angelica e il legno di faggio, alla quale si è aggiunta di recente “Scarpetta di Venere”, a base di maggiociondolo, mentre un’altra è in arrivo nel 2019. Nel frattempo sono state aperte due boutique «a Pescostanzo e Pescasseroli, forse i due borghi più belli d’Abruzzo», aggiunge Vitale, che intorno al marchio e per il “suo” territorio ha lanciato anche due progetti: il torneo di tennis Parco1923 e Arte Parco, iniziativa che vede un artista contemporaneo collocare un’ opera nella natura, che poi la ingloberà.
L’efficacia della visione è confermata dai numeri: «In due anni i punti vendita sono passati da 2 a 100, siamo anche da 10 Corso Como a New York, e il fatturato mensile dell’e-store da 70 a 2mila euro», prosegue l’imprenditore.
Non molto lontano, in Umbria, è la moda a raccontare la sua regione: lo fa dal 2014 Vodivì, marchio di borse e accessori fondato a Spoleto da Luciano La uteri, e nato insieme a un progetto di Slow Tourism. Le creazioni sono fatte con materiali locali co mela canapa, anticacoltivazione della Valle Umbra Sud, la pelle conciata con estratti di piante locali, le perle di vetro di Umbertide e i dettagli in pietra rosa del Monte Subasio lavorata a mano. Le collezioni si ispirano alla Valnerina, al Lago Trasimeno, a Castelluccio di Norcia, al Montefeltro marchigiano. La potente originalità di Vodivì è abbinare all’acquisto di un prodotto un itinerario nelle zone che lo hanno ispirato, messo a punto con un tour operator. E anche in questo caso la formula funziona: «Abbiamo esteso il nostro progetto anche a quattro musei italiani, per i quali abbiamo realizzato delle collezioni in vendita nei museum shop-spiega-Lauteri-.Siamo anche appena entrati in un importante showroom in via Montenapoleone a Milano. Entro l’anno, inoltre, sarà online il nuovo e-store con uno strumento di realtà aumentata che porterà i clienti a visitare virtualmente i luoghi che ispirano le nostre collezioni ».
Un’ evoluzione importante, sostenuta anche dall’ottimo esito della campagna di equitycrowdf un ding lanciata in estate, finanziata per il 119%. L’ex ad di Miro gli o,An dr eaFerr ero, è diventato nel frattempo direttore generale, pronto a portare l’ Umb riad iV odivì, tramite le sue creazioni, nel mondo.