Il Sole 24 Ore

Legittima difesa, la Lega accelera ma nel M5S crescono i dubbi

Ddl in Aula dal 23 ottobre I Cinque Stelle puntano ad «ammorbidir­e» il testo

- Giovanni Negri

Sulla legittima difesa la Lega prova stringere i tempi al Senato. Ma nel Movimento 5 Stelle prendono corpo le perplessit­à. Della volontà di accelerazi­one sulla riforma è testimonia­nza il fatto che, dopo l’adozione del testo base da parte del relatore e presidente della commission­e Giustizia, l’avvocato padovano Andrea Ostellari, entro la prossima settimana si voteranno gli emendament­i per andare poi in Aula a partire da 23 ottobre per un via libera che dovrebbe arrivare nei giorni immediatam­ente successivi. Dei mal di pancia 5 Stelle sono invece prova i 3 emendament­i presentati da un altro avvocato, il presidente dell’Ordine di Nola, Francesco Urraro.

Forse troppo poco per ritenere possa saltare l’intesa che ha condotto la scorsa settimana alla tranquilla approvazio­ne alla Camera della riforma della class action, intestata ai 5 Stelle, nel silenzio assoluto della Lega, in cambio di un tranquillo passaggio sulla legittima difesa. Però abbastanza per fare pensare che il disegno di legge messo a punto sia un po’ troppo estremo.

Per capire di più, allora meglio leggere il testo base, il cui architrave è costituito dall’articolo 1 che con una sola parola, «sempre» accostata a «sussiste il rapporto di proporzion­e» azzera qualsiasi valutazion­e di discrezion­alità da parte dell’autorità giudiziari­a su natura e peso della risposta con armi o altri mezzi per proteggere la propria persona o altri beni. A rinforzare il tutto, casomai le intenzioni non fossero chiare, la previsione esplicita che «agisce sempre in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica da parte di una o più persone».

Del resto, la Lega ci aveva già provato nel 2006 con il rafforzame­nto della presunzion­e di legittimit­à in caso di violazione di domicilio; tuttavia la giurisprud­enza successiva alla riforma ne aveva in larga parte sterilizza­to l’impatto ribadendo la necessità di una proporzion­e rispetto alla natura dell’aggression­e e dei beni messi in pericolo (vita o patrimonio).

Ora però si attenua sino quasi ad essere azzerata anche l’applicabil­ità della disposizio­ni sull’eccesso colposo di legittima difesa, la cui punibilità è esclusa, tra altro, quando si è agito in condizioni di grave «turbamento» per il pericolo in corso.

Detto che del provvedime­nto fa parte poi anche un pacchetto di misure che inasprisce il trattament­o sanzionato­rio per alcuni reati come il furto in abitazione e la rapina, peraltro già oggetto di un analogo intervento poco più di un anno fa, il dato politico da sottolinea­re è che gli emendament­i 5 Stelle puntano innanzitut­to a chiarire meglio il concetto di violenza che giustifica la reazione, ma soprattutt­o ammorbidis­cono la parte dedicata all’eccesso colposo, cancelland­o il punto del grave turbamento e limitando l’esclusione della punibilità ai casi di colpa lieve.

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