Un tuffo nel passato tra i castelli più maestosi
Tuffo nel passato. In Baviera sorgono alcune delle più maestose fortezze d’Europa: le tre principali si devono a Ludwig II, appassionato d’arte e musica più che di politica
Impegnata in uno sforzo finale alla vigilia delle elezioni in Baviera di oggi, nei giorni scorsi Angela Merkel è stata immortalata a fianco di piccoli imprenditori, commercianti e agricoltori del Land. Quasi sempre, donne e uomini, vestiti nei tradizionali abiti bavaresi, simili a quelli diffusi nella confinante Austria e in Alto Adige. Un’usanza che ha poco di folcloristico e dà invece l’idea di quanto la Baviera abbia a cuore il suo passato e le sue tradizioni, da quelle culturali a quelle culinarie, e quanto tenga all’ambiente: non è un caso che il vero trionfatore alle urne oggi potrebbe essere il partito dei Verdi. Un attaccamento e una cura al territorio che danno risultati anche per il turismo: la Baviera è il più visitato dei sedici Laender tedeschi. È anche il più grande per superficie e il secondo per popolazione e per importanza economica, dopo la Renania Settentrionale-Vestfalia. Del patrimonio storico, naturalistico e culturale del Land (Bayern, in tedesco) fanno parte a pieno titolo i castelli, tra i più maestosi, ben tenuti e visitati d’Europa e forse del mondo.
Tra storia e leggende
«Organizzare una viaggio che tocchi i principalicastellièabbastanzasemplice –spiegaTobiasPiller,damoltiannicorrispondenteinItaliadellaFrankfurterAllgemeineZeitung,ilpiùautorevolequotidiano tedesco –. Quelli pubblici hanno una gestione centralizzata dal Governo bavarese,chehaisuoivantaggimaèancheleggermenteparadossale:laBaviera non perde occasione per elogiare il modello federalista della Germania, ma al suo interno è abbastanza centralista».
I castelli del Land sono tra i più fiabe- schio spaventosi, a seconda del caso e dello sguardo di chi li visita, anche perché sono stati voluti e costruiti da principi e re. «La Baviera aveva fatto il suo primo passo per diventare uno Stato moderno ai tempi di Napoleone – ricorda Piller –. I bavaresi erano stati suoi alleati contro Prussia e Austria e furono premiati. L’allora regno della Baviera si ingrandì, perché furono espropriati tutti i vescovi-principi della Franconia e tutti i monasteri e ogni possedimento venne regalato ai principi della Baviera, che furono riconosciuti come re». Il castello forse in assoluto più famoso è Neuschwanstein, costruito alla fine del XIX secolo da Re Ludwig (Ludovico) II, nato nel 1845 e morto a soli 41 anni: annegò in circostanze mai chiarite, rese più misteriose dal fatto che era un ottimo nuotatore. Ludwig è passato alla storia come il “re matto”: forse solo perché innamorato dell’arte, del teatro (il progetto del castello è di uno scenografo dell’epoca, Christian Jank), della musica e di Richard Wagner in particolare e poco interessato alla politica.
Per il Neuschwanstein Ludwig II si ispirò a una delle opere più famose di Wagner, il Lohengrin, e invitò ripetutamente il compositore a visitarlo, ma non risulta che questi si degnò mai di rispondergli. Chissà cosa direbbe Ludwig se sapesse che il disinteresse di Wagner per il suo castello di 6mila metri su quattro piani, con 40 torri (alcune alte più di 80 metri) fu compensato da quello di Walt Disney. Leggenda metropolitana vuole (ma in America c’è chi dissente) che il re dei fumetti e dei cartoni animati rimase folgorato da una visita a Neuschwanstein e lo prese come modello per il castello del film d’animazione La bella addormentata nel bosco, uscito nel 1959. Il castello è aperto al pubbli- co dal 1886, anno della morte di Ludwig, ed è una delle fortezze più visitate d’Europa, con circa 1,5 milioni di persone all’anno e picchi di oltre 6mila al giorno in estate.
In traghetto sull’isola
Altro castello del Land molto famoso è Herrenchiemsee, a due ore circa di macchina da Neuschwanstein, detto la Versailles bavarese. Voluto anch’esso da Ludwig (sarebbe interessante sapere quante ore ci volessero a cavallo per spostarsi tra le sue due residenze), il castello sorge su un’isola del lago Chiemsee, la Herreninsel, ed è raggiungibile con un traghetto che parte dal vicino paese Prien. La Herreninsel (letteralmente, isola degli uomini), è così chiamata perché ospitava un convento dei canonici agostiniani e si contrappone alla vicina Fraueninsel (isola delle donne), che ospita tuttora una comunità di monache benedettine. La facciata è una copia esatta di quella di Versailles, alle porte di Parigi: Ludwig era un grande ammiratore del Re Sole, Luigi XIV, che costruì Versailles per celebrare la sua grandeur. Herrenchiemsee è una copia quasi esatta dell’originale francese, cosa non sempre apprezzata dai contemporanei del “re matto” (ma c’è anche chi lo ricorda come il “re sfortunato”).
Sempre a Ludwig si deve la costruzionedelLinderhof,chesitrovaaun’ora di macchina da Neuschwanstein. Ogni anno,laseradel25agosto,laKönigLudwigNachtfesteggiailcompleannodelre con un concerto all’aperto e a seguire il parco viene illuminato quasi a giorno e si possono fare visite guidate a tema. Il sovrano chiamava Linderhof, il castello dove ha vissuto più a lungo, Meicost Ettal, nome inventato anagrammando la celebre frase attribuita al Re Sole, “l’État c’est moi” (lo Stato sono io).
Se Neuschwanstein era nato come omaggio a Richard Wagner e Herrenchiemsee al Luigi XIV, Linderhof fu concepito a immagine e somiglianza di Ludwig: tra le molte particolarità, una cava che può funzionare da palcoscenico per allestire opere liriche. «Si dice che Ludwig, con gli strumenti tecnici dell’epoca, facesse cambiare la tonalità della luce molto spesso – racconta Tobias Piller –. A volte penso a quanto si sarebbe divertito con la moderna tecnologia dell’illuminazione».
A piedi per boschi e alpeggi
Meno conosciuto è invece il KönigshausamSchachen, più che un castello, uno “chalet regale”: Ludwig lo abitava in agosto e vi festeggiava compleanno e onomastico. Ancora oggi, ogni 25 agosto alle 11 si celebra con una messa all’aperto davanti allo chalet questo bizzarro re, sicuramente più amato dalla gente di montagna che dagli abitantisudditi di Monaco, dove cercava di andare il meno possibile.
A differenza di Neuschwanstein, Herrenchiemsee e Linderhof, lo chalet si può raggiungere solo a piedi: è possibile lasciare la macchina a circa mille metri d’altitudine, ma ne mancano ancora 886 per arrivare alla Königshaus . Si possono fare percorrendo a piedi una stradina: ci vogliono circa tre ore, ma, almeno in estate, l’esperienza vale lo sforzo. Si attraversano boschi e alpeggi e li si possono guardare con gli occhi di Ludwig: dai suoi tempi, almeno in questo angolo del sud della Germania, pochissimo è cambiato. Un viaggio che, forse, può aiutare a capire la Baviera contemporanea e persino il voto di oggi, qualunque sarà.