Il Sole 24 Ore

Un tuffo nel passato tra i castelli più maestosi

Tuffo nel passato. In Baviera sorgono alcune delle più maestose fortezze d’Europa: le tre principali si devono a Ludwig II, appassiona­to d’arte e musica più che di politica

- Di Giulia Crivelli

Impegnata in uno sforzo finale alla vigilia delle elezioni in Baviera di oggi, nei giorni scorsi Angela Merkel è stata immortalat­a a fianco di piccoli imprendito­ri, commercian­ti e agricoltor­i del Land. Quasi sempre, donne e uomini, vestiti nei tradiziona­li abiti bavaresi, simili a quelli diffusi nella confinante Austria e in Alto Adige. Un’usanza che ha poco di folclorist­ico e dà invece l’idea di quanto la Baviera abbia a cuore il suo passato e le sue tradizioni, da quelle culturali a quelle culinarie, e quanto tenga all’ambiente: non è un caso che il vero trionfator­e alle urne oggi potrebbe essere il partito dei Verdi. Un attaccamen­to e una cura al territorio che danno risultati anche per il turismo: la Baviera è il più visitato dei sedici Laender tedeschi. È anche il più grande per superficie e il secondo per popolazion­e e per importanza economica, dopo la Renania Settentrio­nale-Vestfalia. Del patrimonio storico, naturalist­ico e culturale del Land (Bayern, in tedesco) fanno parte a pieno titolo i castelli, tra i più maestosi, ben tenuti e visitati d’Europa e forse del mondo.

Tra storia e leggende

«Organizzar­e una viaggio che tocchi i principali­castellièa­bbastanzas­emplice –spiegaTobi­asPiller,damoltiann­icorrispon­denteinIta­liadellaFr­ankfurterA­llgemeineZ­eitung,ilpiùautor­evolequoti­diano tedesco –. Quelli pubblici hanno una gestione centralizz­ata dal Governo bavarese,chehaisuoi­vantaggima­èanchelegg­ermentepar­adossale:laBaviera non perde occasione per elogiare il modello federalist­a della Germania, ma al suo interno è abbastanza centralist­a».

I castelli del Land sono tra i più fiabe- schio spaventosi, a seconda del caso e dello sguardo di chi li visita, anche perché sono stati voluti e costruiti da principi e re. «La Baviera aveva fatto il suo primo passo per diventare uno Stato moderno ai tempi di Napoleone – ricorda Piller –. I bavaresi erano stati suoi alleati contro Prussia e Austria e furono premiati. L’allora regno della Baviera si ingrandì, perché furono espropriat­i tutti i vescovi-principi della Franconia e tutti i monasteri e ogni possedimen­to venne regalato ai principi della Baviera, che furono riconosciu­ti come re». Il castello forse in assoluto più famoso è Neuschwans­tein, costruito alla fine del XIX secolo da Re Ludwig (Ludovico) II, nato nel 1845 e morto a soli 41 anni: annegò in circostanz­e mai chiarite, rese più misteriose dal fatto che era un ottimo nuotatore. Ludwig è passato alla storia come il “re matto”: forse solo perché innamorato dell’arte, del teatro (il progetto del castello è di uno scenografo dell’epoca, Christian Jank), della musica e di Richard Wagner in particolar­e e poco interessat­o alla politica.

Per il Neuschwans­tein Ludwig II si ispirò a una delle opere più famose di Wagner, il Lohengrin, e invitò ripetutame­nte il compositor­e a visitarlo, ma non risulta che questi si degnò mai di risponderg­li. Chissà cosa direbbe Ludwig se sapesse che il disinteres­se di Wagner per il suo castello di 6mila metri su quattro piani, con 40 torri (alcune alte più di 80 metri) fu compensato da quello di Walt Disney. Leggenda metropolit­ana vuole (ma in America c’è chi dissente) che il re dei fumetti e dei cartoni animati rimase folgorato da una visita a Neuschwans­tein e lo prese come modello per il castello del film d’animazione La bella addormenta­ta nel bosco, uscito nel 1959. Il castello è aperto al pubbli- co dal 1886, anno della morte di Ludwig, ed è una delle fortezze più visitate d’Europa, con circa 1,5 milioni di persone all’anno e picchi di oltre 6mila al giorno in estate.

In traghetto sull’isola

Altro castello del Land molto famoso è Herrenchie­msee, a due ore circa di macchina da Neuschwans­tein, detto la Versailles bavarese. Voluto anch’esso da Ludwig (sarebbe interessan­te sapere quante ore ci volessero a cavallo per spostarsi tra le sue due residenze), il castello sorge su un’isola del lago Chiemsee, la Herreninse­l, ed è raggiungib­ile con un traghetto che parte dal vicino paese Prien. La Herreninse­l (letteralme­nte, isola degli uomini), è così chiamata perché ospitava un convento dei canonici agostinian­i e si contrappon­e alla vicina Fraueninse­l (isola delle donne), che ospita tuttora una comunità di monache benedettin­e. La facciata è una copia esatta di quella di Versailles, alle porte di Parigi: Ludwig era un grande ammiratore del Re Sole, Luigi XIV, che costruì Versailles per celebrare la sua grandeur. Herrenchie­msee è una copia quasi esatta dell’originale francese, cosa non sempre apprezzata dai contempora­nei del “re matto” (ma c’è anche chi lo ricorda come il “re sfortunato”).

Sempre a Ludwig si deve la costruzion­edelLinder­hof,chesitrova­aun’ora di macchina da Neuschwans­tein. Ogni anno,laseradel2­5agosto,laKönigLud­wigNachtfe­steggiailc­ompleannod­elre con un concerto all’aperto e a seguire il parco viene illuminato quasi a giorno e si possono fare visite guidate a tema. Il sovrano chiamava Linderhof, il castello dove ha vissuto più a lungo, Meicost Ettal, nome inventato anagramman­do la celebre frase attribuita al Re Sole, “l’État c’est moi” (lo Stato sono io).

Se Neuschwans­tein era nato come omaggio a Richard Wagner e Herrenchie­msee al Luigi XIV, Linderhof fu concepito a immagine e somiglianz­a di Ludwig: tra le molte particolar­ità, una cava che può funzionare da palcosceni­co per allestire opere liriche. «Si dice che Ludwig, con gli strumenti tecnici dell’epoca, facesse cambiare la tonalità della luce molto spesso – racconta Tobias Piller –. A volte penso a quanto si sarebbe divertito con la moderna tecnologia dell’illuminazi­one».

A piedi per boschi e alpeggi

Meno conosciuto è invece il Königshaus­amSchachen, più che un castello, uno “chalet regale”: Ludwig lo abitava in agosto e vi festeggiav­a compleanno e onomastico. Ancora oggi, ogni 25 agosto alle 11 si celebra con una messa all’aperto davanti allo chalet questo bizzarro re, sicurament­e più amato dalla gente di montagna che dagli abitantisu­dditi di Monaco, dove cercava di andare il meno possibile.

A differenza di Neuschwans­tein, Herrenchie­msee e Linderhof, lo chalet si può raggiunger­e solo a piedi: è possibile lasciare la macchina a circa mille metri d’altitudine, ma ne mancano ancora 886 per arrivare alla Königshaus . Si possono fare percorrend­o a piedi una stradina: ci vogliono circa tre ore, ma, almeno in estate, l’esperienza vale lo sforzo. Si attraversa­no boschi e alpeggi e li si possono guardare con gli occhi di Ludwig: dai suoi tempi, almeno in questo angolo del sud della Germania, pochissimo è cambiato. Un viaggio che, forse, può aiutare a capire la Baviera contempora­nea e persino il voto di oggi, qualunque sarà.

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 ??  ?? Maestosi. Qui sopra, il Neuschwans­tein, costruito da Re Ludwig II alla fine del 18° secolo. A destra, dall’alto, il Lauenstein, la cui costruzion­e iniziò nel 12° secolo, e il castello di Hohenschwa­ngau, fatto restaurare da Re Maximilian II, padre di Ludwig
Maestosi. Qui sopra, il Neuschwans­tein, costruito da Re Ludwig II alla fine del 18° secolo. A destra, dall’alto, il Lauenstein, la cui costruzion­e iniziò nel 12° secolo, e il castello di Hohenschwa­ngau, fatto restaurare da Re Maximilian II, padre di Ludwig

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