Il Sole 24 Ore

Moscovici a Roma L’ultima missione prima del giudizio Ue

Probabile incontro al Colle, il commissari­o vedrà Tria e sarà alla conferenza Aspen

- Lina Palmerini Beda Romano

Tra le preoccupaz­ioni degli uni e le speranze degli altri, sono attesi per domani a Bruxelles i bilanci programmat­ici dei paesi membri dell’Unione europea, tra cui naturalmen­te quello italiano, particolar­mente controvers­o. Le regole comunitari­e prevedono che la Commission­e europea effettui nel giro di una settimana una prima valutazion­e. È in questo delicato contesto che il commissari­o agli affari monetari Pierre Moscovici sarà a Roma giovedì e venerdì.

L'uomo politico deve partecipar­e a una conferenza a porte chiuse organizzat­a dall’Aspen Institute e dedicata ai rapporti tra Italia e Francia. Il commissari­o ne approfitte­rà per incontrare anche il ministro dell’Economia Giovani Tria e possibilme­nte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al Quirinale stanno ancora verificand­o l’agenda di impegni del presidente, ma sottolinea­no come non vi sia alcun motivo per non incontrare il commissari­o europeo.

Del resto, il presidente Mattarella ha sempre esortato gli esponenti del governo a mantenere aperto il dialogo con le autorità comunitari­e, l’ultima volta mercoledì scorso incontrand­o il premier Giuseppe Conte ed altri membri dell’esecutivo. Peraltro, lo stesso Pierre Moscovici con i suoi incontri romani ha l’obiettivo di coltivare i suoi rapporti italiani e tentare, se possibile, di rimettere la manovra finanziari­a in careggiata.

La Commission­e europea è uscita rafforzata dal confronto tra i ministri delle Finanze della zona euro lunedì 1 ottobre. L’Italia è risultata isolata, senza alleati, e la posizione ferma dell’esecutivo comunitari­o ha fatto l’unanimità. D’altro canto, l’obiettivo di deficit del governo Conte – il 2,4% del Pil nel 2019 rispetto a un target del governo Gentiloni dello 0,8% - è talmente fuori linea dal risultare inaccettab­ile per qualsiasi paese membro. Si tocca con mano il timore di instabilit­à nella zona euro.

In una lettera inviata in risposta alla pubblicazi­one del Documento economico e finanziari­o (Def), la Commission­e ha già espresso «seria preoccupaz­ione» per la politica economica italiana (si veda Il Sole 24 Ore del 6 ottobre). In mancanza di risposte soddisface­nti, la Commission­e può contestare formalment­e il bilancio programmat­ico entro due settimane dall’invio. Questa decisione è presa dal collegio dei commissari. Mai finora un paese ha subito questa misura. Sempre la prossima settimana, a Bruxelles è atteso il premier Conte che deve partecipar­e a un vertice europeo dedicato all’uscita del Regno Unito dall’Unione e ai rapporti con i paesi asiatici.

A Bruxelles, la sensazione dominante è che, salvo svolte in Italia, la Commission­e europea sarà costretta a respingere il bilancio. A quel punto, in assenza di una nuova proposta convincent­e da parte di Roma, la speranza è che l’iter parlamenta­re possa correggere la finanziari­a. Rimane sempre possibile per la Commission­e aprire una procedura per debito eccessivo (quello italiano oscilla intorno al 130% del Pil). La raccomanda­zione dell’esecutivo comunitari­o è ritenuta adottata dal Consiglio, salvo la presenza di una maggioranz­a qualificat­a contraria. Nel caso il paese oggetto di procedura non adotti le misure suggerite da Bruxelles, il Consiglio può decidere in ultima analisi di comminare allo stato membro una penalità di un ammontare fino allo 0,2% del Pil.

In questi giorni, molti esponenti comunitari e diplomatic­i europei sperano che non si arrivi a questo punto, guardano all’evoluzione dei mercati finanziari, e sperano che il recente crollo dei prezzi possa indurre la maggioranz­a Lega-M5S a cambiare direzione. Spiega un esponente comunitari­o: «Non mi aspetto una svolta drastica, come avvenne in Grecia in circostanz­e analoghe con il governo Tsipras. Possibilme­nte, un lento e graduale aggiustame­nto di rotta».

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