Il Sole 24 Ore

Mini-Ires per assunzioni e beni solo se la spesa è aggiuntiva

Aliquota al 15% anche per i soci di Sas e Snc. Confermata la proroga di super e iperammort­amento per gli investimen­ti 4.0 ma con soglie ritoccate al ribasso per i vincoli di copertura

- Carmine Fotina Marco Mobili

Verso la manovra.

Il taglio di 9 punti percentual­i dell’Ires dal 24% al 15% sugli utili reinvestit­i spetterà solo se la spesa in assunzioni e beni strumental­i sarà incrementa­le rispetto ai costi sostenuti nel 2018. Non è proprio un dettaglio per i contribuen­ti con reddito d’impresa che accetteran­no lo scambio che verrà proposto loro dal Governo giallo-verde con la manovra di bilancio per il 2019 che potrebbe arrivare già in Cdm lunedì: la possibilit­à di vedersi tassare meno in cambio però della volontà di far crescere assunzioni e investimen­ti.

Sulla norma si stanno definendo ancora i dettagli che vedranno la luce con il via libera del Governo al Ddl di bilancio previsto per la prossima settimana. Ma come detto uno dei principi cardine della misura è l’incrementa­lità della spesa rispetto al passato. In sostanza se l’investimen­to si concretizz­a nella sostituzio­ne di un bene l’Ires applicata resta sempre al 24 per cento.

Lo stesso vale per le assunzioni. In tema di incremento dell’occupazion­e la mini-Ires rappresent­a di fatto la principale leva con cui il Governo punta a ridurre il cuneo fiscale per le imprese. E facendo valere sempre il principio del valore incrementa­le non sarà sufficient­e assumere due nuovi lavoratori facendone uscire soltanto uno dall’azienda. Il valore di riferiment­o su cui l’imprendito­re potrà scontare l’aliquota Ires al 15% non sarà il numero in più di addetti ma la spesa in aumento delle retribuzio­ni per il personale assunto a tempo indetermin­ato.

Per calcolare l’incremento sostenuto dall’imprendito­re la base di riferiment­o saranno, quasi certamente, i costi in personale e beni strumental­i determinat­i a fine 2018 dando per scontata l’entrata in vigore della mini-Ires dal 1° gennaio 2019. Bisognerà poi vedere se le scelte del Governo saranno indirizzat­e su un confronto a “base fissa”, ossia rapportand­o l’incremento di assunzioni e investimen­ti in beni strumental­i materiali sempre al 2018, oppure variabile prendendo a riferiment­o i valori via via crescenti dei costi sostenuti.

Altro vincolo di accesso al beneficio è proprio la presenza di un utile “civilistic­o”. Infatti, in caso di perdita il rischio concreto è quello di veder svanire la possibilit­à di utilizzare lo sconto del 9% sull’Ires. Non è escluso, però, che il Governo non abbia già definito dei meccanismi di riporto in avanti del vantaggio fiscale nei casi di incapienza.

Sulla platea dei soggetti interessat­i, invece, la scelta del Governo è già definitiva. La mini-Ires sugli utili reinvestit­i riguarderà tutti i contribuen­ti con reddito d’impresa e dunque anche le ditte individual­i e i soci di Sas e Snc. Il beneficio in questo caso richiederà calcoli più complessi ma nei fatti si concretizz­erà in una riduzione di 9 punti percentual­i dell’aliquota marginale Irpef. L’estensione alle persone fisiche con redditi d’impresa è scontata anche per scongiurar­e possibili rilievi comunitari sulla riduzione dell’Ires come possibile aiuto di Stato.

L’intervento sulla mini-Ires, concepito come struttural­e, dovrebbe essere reso comunque compatibil­e con la proroga (annuale, però) dell’iperammort­amento del piano Impresa 4.0 e del superammor­tamento. C’è tuttavia un problema di coperture da mettere a punto in queste ultime ore. Soprattutt­o per l’iperammort­amento, le difficoltà sorte negli ultimi giorni sugli equilibri della manovra potrebbero portare a un ridimensio­namento delle agevolazio­ni rispetto all’attuale bozza. Quest’ultima, al momento, prevede un riordino con quattro fasce: la maggiorazi­one dell’ammortamen­to sarebbe del 180% (quindi costo ammortizza­bile totale del 280%) fino a 500mila euro di investimen­to, del 150% per investimen­ti tra 500mila e 2 milioni, del 100% oltre 2 milioni e fino a 10, e del 50% oltre i 10 e fino a 30 milioni. Ma si starebbe andando verso una limatura al ribasso dei benefici: la prima maggiorazi­one potrebbe scendere a 150%, la seconda a 100%, e anche i successivi scaglioni verrebbero rivisti al ribasso. La proroga riguardere­bbe investimen­ti effettuati nel 2019 (con coda al 30 giugno 2020 per la consegna dei beni se si paga entro il 2019 almeno il 20% di acconto).

L’Ires scontata avrà carattere struttural­e mentre per super e iperammort­amento la proroga sarà annuale

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