Pressing per varare domani la legge di bilancio
Conte accelera e Salvini frena Nella battaglia sui tempi nuove pressioni su Tria
Il pressing dei Cinque Stelle sul ministro dell’Economia Tria investe anche i tempi di approvazione della manovra. E prova a spingere la legge di bilancio sul tavolo del consiglio dei ministri per ora in programma domani alle 16. L’ipotesi nei giorni scorsi non aveva trovato sponde a Via XX Settembre. Ma ha visto crescere le proprie quotazioni ieri. «Esamineremo il decreto fiscale e la legge di bilancio», ha rilanciato il premier Conte a Bologna. Ma nelle stesse ore, da Trento, il suo vice Salvini ha parlato di «chiusura in settimana, dopo che lunedì avremo portato in consiglio il decreto fiscale». Un botta e risposta sui tempi avvenuto con Tria in volo di ritorno dalla tre giorni dell’Fmi a Bali, complicata dagli attacchi arrivati da Roma su Alitalia che hanno riacceso l’altalena di sussurri e smentite informali sull’irritazione del ministro e la sua tentazione di dimissioni.
Sulla legge di bilancio, la sovrapposizionefraiduecalendaridiversipotrebbe portare a un primo esame generale, in attesa di un testo definito che arriverebbe solo dopo. Ma per arrivarci serve un’accelerazione tecnica e una politica. Alla prima stanno lavorando Mef e Ragioneria generale, perché in ogni caso l’invio entro domani sera a Bruxelles del progetto di bilancio (Dbp) da sottoporre al giudizio della commissione impone di chiudere la griglia di spese e coperture. Ma proprio questi numeri restano appesi a incognite politiche tutte da risolvere. Tra scontrini telematici, rottamazione-ter e «saldo e stralcio» su cartelle e liti, il pacchetto fiscale disegnato dalle bozze del decreto si ferma lontano dal miliardo di gettito sul 2019. Un lungo tratto della strada che manca per arrivare agli 8,1 miliardi indicati come obiettivo dal governo resterebbe affidato ad altre misure, a partire da quelle sulle banche che devono però passare sui tavoli della politica. Ancora da raggiungere è anche la definizione dei 3,6 miliardi di tagli sulla Pa centrale, che con la riqualificazione di uscite legate a misure in via di trasformazione o superamento dovrebbero costruire la colonna da 6,9 miliardi di minori spese. Su tutti questi dossier si eserciterà la girandola di incontri delle prossime ore, dopo il ritorno di Tria questa mattina all’alba . Un primo vertice fra Conte, Tria, i viceministri Castelli e Garavaglia e il sottosegretario a Palazzo Chigi Giorgetti potrebbe tenersi già stasera. E per domattina è in programma un altro summit. Sono incontri decisivi a prescindere dall’arrivo a Palazzo Chigi di una bozza di legge di bilancio. Perché per chiudere il Dbp bisogna misurare coperture, tempistica e dimensione degli interventi. In un gioco che da reddito di cittadinanza e pensioni si riflette su tutti i capitoli della manovra. Sulla previdenza, per superare l’ostacolo della spesa in più per la “liquidazione” degli statali in uscita con «quota 100» si punta sulla dilazione dei pagamenti, che vince sulle ipotesi alternative (si era parlato anche di un sistema di prestiti attraverso le banche). In questi casi il pensionamento sarà infatti un’opzione, per cui il calendario lungo del trattamento di fine servizio non dovrebbe inciampare in obiezioni di legittimità costituzionale.
Per quota 100 degli statali «liquidazione» rateizzata. L’uscita opzionale evita problemi di legittimità