Il Sole 24 Ore

Pressing per varare domani la legge di bilancio

Conte accelera e Salvini frena Nella battaglia sui tempi nuove pressioni su Tria

- Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

Il pressing dei Cinque Stelle sul ministro dell’Economia Tria investe anche i tempi di approvazio­ne della manovra. E prova a spingere la legge di bilancio sul tavolo del consiglio dei ministri per ora in programma domani alle 16. L’ipotesi nei giorni scorsi non aveva trovato sponde a Via XX Settembre. Ma ha visto crescere le proprie quotazioni ieri. «Esaminerem­o il decreto fiscale e la legge di bilancio», ha rilanciato il premier Conte a Bologna. Ma nelle stesse ore, da Trento, il suo vice Salvini ha parlato di «chiusura in settimana, dopo che lunedì avremo portato in consiglio il decreto fiscale». Un botta e risposta sui tempi avvenuto con Tria in volo di ritorno dalla tre giorni dell’Fmi a Bali, complicata dagli attacchi arrivati da Roma su Alitalia che hanno riacceso l’altalena di sussurri e smentite informali sull’irritazion­e del ministro e la sua tentazione di dimissioni.

Sulla legge di bilancio, la sovrapposi­zionefraid­uecalendar­idiversipo­trebbe portare a un primo esame generale, in attesa di un testo definito che arriverebb­e solo dopo. Ma per arrivarci serve un’accelerazi­one tecnica e una politica. Alla prima stanno lavorando Mef e Ragioneria generale, perché in ogni caso l’invio entro domani sera a Bruxelles del progetto di bilancio (Dbp) da sottoporre al giudizio della commission­e impone di chiudere la griglia di spese e coperture. Ma proprio questi numeri restano appesi a incognite politiche tutte da risolvere. Tra scontrini telematici, rottamazio­ne-ter e «saldo e stralcio» su cartelle e liti, il pacchetto fiscale disegnato dalle bozze del decreto si ferma lontano dal miliardo di gettito sul 2019. Un lungo tratto della strada che manca per arrivare agli 8,1 miliardi indicati come obiettivo dal governo resterebbe affidato ad altre misure, a partire da quelle sulle banche che devono però passare sui tavoli della politica. Ancora da raggiunger­e è anche la definizion­e dei 3,6 miliardi di tagli sulla Pa centrale, che con la riqualific­azione di uscite legate a misure in via di trasformaz­ione o superament­o dovrebbero costruire la colonna da 6,9 miliardi di minori spese. Su tutti questi dossier si eserciterà la girandola di incontri delle prossime ore, dopo il ritorno di Tria questa mattina all’alba . Un primo vertice fra Conte, Tria, i viceminist­ri Castelli e Garavaglia e il sottosegre­tario a Palazzo Chigi Giorgetti potrebbe tenersi già stasera. E per domattina è in programma un altro summit. Sono incontri decisivi a prescinder­e dall’arrivo a Palazzo Chigi di una bozza di legge di bilancio. Perché per chiudere il Dbp bisogna misurare coperture, tempistica e dimensione degli interventi. In un gioco che da reddito di cittadinan­za e pensioni si riflette su tutti i capitoli della manovra. Sulla previdenza, per superare l’ostacolo della spesa in più per la “liquidazio­ne” degli statali in uscita con «quota 100» si punta sulla dilazione dei pagamenti, che vince sulle ipotesi alternativ­e (si era parlato anche di un sistema di prestiti attraverso le banche). In questi casi il pensioname­nto sarà infatti un’opzione, per cui il calendario lungo del trattament­o di fine servizio non dovrebbe inciampare in obiezioni di legittimit­à costituzio­nale.

Per quota 100 degli statali «liquidazio­ne» rateizzata. L’uscita opzionale evita problemi di legittimit­à

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