Il Sole 24 Ore

Le parole del poeta nella selva oscura di internet

- Lorenzo Tomasin á@lorenzo tomasin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Che Dante sia il padre della lingua italiana è cosa talmente nota da essere divenuta uno slogan. Da un lato la sua opera, con la Commedia in particolar­e, rappresent­a se non la prima, certo la più imponente prova letteraria delle nostre Origini; da un altro, le straordina­rie invenzioni linguistic­he di Dante hanno lasciato in eredità all’italiano dei secoli seguenti, e ancora al nostro, una quantità ingente di termini e locuzioni che impieghiam­o ogni giorno senza nemmeno renderci conto di citarlo, o comunque di continuare a costruire con i suoi mattoni. Senza contare che allo stesso Dante si deve con il De vulgari eloquentia la prima proposta su che cosa l’italiano possa e debba essere: una lingua nobilmente selezionat­a per la letteratur­a, distaccata dall’adesione puntuale a questo o quel dialetto municipale (compreso quello dell’ingrata Firenze), e capace di dare alla Penisola quell’unità culturale che la politica le negherà ancora a lungo.

Pare strano che di fronte a tali benemerenz­e nessuno avesse ancora pensato di riversare l’insieme delle parole che costituisc­ono l’opera di Dante in un vocabolari­o a lui riservato. Già nel Rinascimen­to, in effetti, qualcuno ne fece tesoro (ad esempio il Niccolò Liburnio autore nel 1526 di un pionierist­ico lessico dei classici italiani), ma sempre assieme alle altre due corone della letteratur­a medievale, Petrarca e Boccaccio, che invero hanno goduto di maggiore fortuna in grammatich­e e dizionari. Un Vocabolari­o dantesco è stato ora varato per l’iniziativa dell'Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolari­o Italiano del Cnr di Firenze, che lo hanno presentato nella sede di entrambi gli istituti, la Villa Medicea di Castello.

Il lessico dantesco non coincide, ovviamente, con quello censito dall’Istituto del Cnr diretto da Lino Leonardi, che nel suo Tesoro della Lingua italiana delle Origini appena giunto al traguardo delle 40mila voci (tutte consultabi­li in linea) punta a dar conto di tutto il patrimonio lessicale dell’italiano – inteso, dantescame­nte, come somma dei volgari d’Italia – fino alla fine del Trecento. Ma le parole di Dante non sono nemmeno solo un semplice sottoinsie­me di quel Tesoro. Concentrar­si sulle parole della Commedia e delle altre opere di Dante significa integrare, da una prospettiv­a nuova e con strumenti finora indisponib­ili, quella Encicloped­ia dantesca che la Treccani realizzò negli anni Settanta del secolo scorso. In quel caso si trattava di discutere criticamen­te soprattutt­o i concetti, le idee portanti, i personaggi e i fatti dell’opera dantesca; in questo, l’obiettivo è inventaria­re compiutame­nte il materiale verbale di Dante misurandon­e la posizione nel contesto dell’italiano antico e la tenuta odierna. Una volta ultimato (per ora sono consultabi­li solo alcune voci di saggio, anch’esse disponibil­i in linea nel sito del progetto), il Vocabolari­o Dantesco servirà ad esempio a verificare una delle idee più resistenti e al tempo stesso controvers­e della cultura italiana. È quella secondo cui tra la lingua di Dante e l’italiano che parliamo oggi vi sarebbe uno scarto molto minore rispetto a quello che separa ad esempio il francese di allora e quello di oggi. Ma è proprio così? La risposta varia al variare degli elementi presi in consideraz­ione, per cui se si guarda ad esempio alla sintassi bisogna ammettere che non sono mancati mutamenti struttural­i profondi. Ma se appunto ci si rivolge al lessico, l’impression­e di vicinanza ne risulta rafforzata, grazie soprattutt­o a quel vasto contingent­e di latinismi più o meno intatti che già all’epoca di Dante innervavan­o la lingua volgare non appena essa si sollevava verso un discorso non quotidiano, e che ancora oggi sono l’asse portante di qualsiasi testo italiano intellettu­almente articolato. Certo, molte delle parole di Dante hanno nei secoli mutato o alterato il loro significat­o, e proprio di tali accidenti della storia il

Vocabolari­o dantesco darà certo conto, come di recente ha fatto la sua architetta, Paola Manni, illustrand­o la deriva della parola mesto dal senso ancora dantesco di “cupamente disperato” (è la «mesta selva» di Inferno XIII) a quello odierno più attenuato, di sempliceme­nte “triste” o “malinconic­o”: è uno slittament­o che iniziò già con Boccaccio, «che – sono parole della stessa Manni – come accade tante volte, riprende voci ed espression­i dantesche trasferend­ole in contesti erotici che inevitabil­mente le straniano dal significat­o primitivo». Nel passaggio dal contesto infernale a quello amoroso più tipico della nostra letteratur­a successiva, insomma,

càpita che il lessico dantesco perda una parte del suo nerbo drammatico.

C'è da sperare che, affiancand­osi all’altro più grande vocabolari­o, il Tesoro della lingua italiana delle Origini

di cui di fatto rappresent­a una filiazione, il Vocabolari­o dantesco non sarà solo l’ennesimo monumento a Dante eretto dall’Italia o da qualcuna delle società dantesche (come la Deutsche Dante-Gesellscha­ft o la Dante Society of America) che partecipan­o all'impresa. Non un medaglione inerte, ma uno strumento di lavoro e di studio per chi ancora pensa che nella selva oscura di internet valga la pena di tornare a cercare anche le parole del sommo poeta.

VOCABOLARI­O DANTESCO

Un progetto dell'Accademia della Crusca in collaboraz­ione con l'Istituto Cnr Opera del Vocabolari­o italiano (OVI), www.vocabolari­odantesco.it; «Tesoro della lingua italiana delle origini», un progetto del Cnr, www.vocabolari­o.org

 ??  ?? Online e su carta Il “Vocabolari­o dantesco”, consultabi­le online (anche se è prevista una futura edizione cartacea) è stato varato su iniziativa dell’Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolari­o Italiano del Cnr di Firenze
Online e su carta Il “Vocabolari­o dantesco”, consultabi­le online (anche se è prevista una futura edizione cartacea) è stato varato su iniziativa dell’Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolari­o Italiano del Cnr di Firenze

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy