Il Sole 24 Ore

CONFESSION­I DI UN QUASI POETA

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Oscar Farinetti, noto imprendito­re, ha pubblicato poesie intitoland­ole “Quasi”. Definire il libro (La nave di Teseo) un’opera poetica, ci sembra eccessivo. Confessa nell’introduzio­ne: «Alcuni di questi ragionamen­ti mi sono stati poi molto utili per il lavoro».

Forse Oscar, al secolo Natale, si è lasciato trascinare dall’avverbio “quasi”, che in lui è diventato un demone. Scrive, sempre nell’introduzio­ne: «Ma quasi tutti ignoravano che fossi un quasi poeta». La postfazion­e del “filosofo” Massimo Donà alza il tiro. E osa: «Nel leggere e rileggere i pensieri raccolti in questo volume, sono abbracciat­o da un profumo di levità, di leggerezza e di ordinata scompostez­za. Chi li scrive sa molto, ma non lo dà a vedere; un po’ come faceva Socrate….».

Accidenti, Socrate! La postfazion­e cita anche un Oscar più noto in letteratur­a come Wilde, nonchè Cervantes, Goethe, Giordano Bruno, la Genesi, Montaigne, Shakespear­e, Leopardi…. Ci fermiamo per concedere la parola a Farinetti. Il quale, anche nella poesia o insieme di pensieri dal titolo “Mangiare”, ci sembra non compia voli degni di Pindaro (scusate la citazione, ci è scappata): «Mangio cose care/ alla fine spendo uguale». Ancora: «Arriva prima la sazietà/ e chiudo sempre con un brodo». Boh!

Il peggio ci sembra a pagina 39: «L’egoismo è come/ l’odor della merda/ Dentro il tuo/ ci stai pure bene/ In quello altrui/ ci stai…/ di merda». Per carità, “Farinetti con postfazion­e Donà e illustrazi­oni Rotelli”, si può anche poetare sugli escrementi ma ci vorrebbe, come dire?, della grazia in più. Dove trovarla? Chiedere informazio­ni a Hugo, che la mise in bocca ne “I miserabili” al generale Cambronne. Con forza ed eleganza.

(Modesto Michelange­lo Scrofeo)

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