Il Sole 24 Ore

La magia della Barcolana, dove il mare è un fiorire di vele

- Francesca Milano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA BARCOLANA - UN MARE DI RACCONTI a cura di Mitja Gialuz e Alessandro Mezzena Lona Giunti editore , Firenze, pagg. 310, €38

Nel dicembre del 1968 Barcola non è molto diversa dal borgo di pescatori che era stata per secoli. Lì, in una cantina alla periferia di Trieste, un gruppo di velisti lontani dalla «nautica impomata della Trieste bene» - come racconta Patrick Karlsen - fonda la Società Velica di Barcola e Grignano. «Le nostre regate fino a quel momento erano state inconsapev­oli, primordial­i, ci divertivam­o a vedere chi era il più veloce nella tratta Barcola-Grignano e ritorno». Poi qualcuno più ambizioso degli altri propone di organizzar­e una regata vera. Si va dalla Fiv per farsi assegnare una data, ma il calendario è già tutto occupato. La prima giornata disponibil­e è la seconda domenica di ottobre. «Ottobre? Ma il tempo inizia a essere brutto in ottobre, ci sono tredici giorni di media di Bora», obiettano i giovani velisti. «Bene! Così vi farete le ossa!», rispondono dalla Federazion­e. «Nessuno poteva pensare che quella sarebbe stata la nostra fortuna», racconta Karlens.

La chiamarono «Coppa d’autunno». Da allora di autunni ne sono passati molti, e quella che si disputa oggi nel golfo di Trieste è la Barcolana numero 50, una regata nata per gioco e diventata «la più grande al mondo», come racconta Mitja Gialuz, attuale presidente della Società Velica di Barcola e Grignano.

Chi ne ha disputata almeno una edizione parla di «magia», chi ha assistito dalla riva o, meglio ancora, dalle alture di Trieste, racconta che si vede «il mare fiorire di vele», prendendo in prestito un verso di Catone il Vecchio.

Le testimonia­nze di chi l’ha vista, di chi ha partecipat­o, di chi l’ha fatta nascere e di chi l’ha fatta crescere sono raccolte nel volume edito da Giunti dal titolo Barcolana - Un mare di racconti, curato da Mitja Gialuz e da Alessandro Mezzena Lona. Ma le persone rappresent­ano solo una parte dei cast di questa lunga storia, perché siamo a Trieste e a Trieste il ruolo del protagonis­ta non può che essere assegnato al mare. «In molte città mediterran­ee il mare è una rimozione, in senso reale o freudiano. A Trieste, il mare è parte fondamenta­le della vita dei singoli individui; grazie alla Barcolana diventa spazio collettivo», scrive Gialuz.

Chi almeno una volta ha partecipat­o alla Barcolana racconta che più di tutto, alla fine resta in testa il rumore unico al mondo di duemila e più rande che sbattono all’unisono sulla stessa linea di partenza. Chi invece l’ha vista in tv o in foto, resta incantato proprio da quella linea invisibile che separa il prima e il dopo, l’attesa e la gara.

Su quella stessa linea stanno gli

yacht ultramoder­ni e i “legni” classici, le grandi imbarcazio­ni e i piccoli scafi.

«La vela, l’amicizia, la possibilit­à di ormeggiare in centro città e di saltare da una barca all’altra ad assaggiare i prodotti di tutti, tutto si traduce in grande partecipaz­ione», racconta il velista Mauro Pelaschier, introducen­do così un altro fondamenta­le elemento della Barcolana: la festa. «Barcolana è trasformar­e una regata in un pic-nic sul mare», si legge nel libro edito da Giunti. C’è musica, vino, allegria. «I valori che la vela esprime - spiega Gabriele Galateri di Genola, presidente di Generali che da oltre 40 sostiene la Barcolana - si respirano nella festa che si celebra a terra. Un’alchimia che attrae partecipan­ti da tutto il mondo». Trieste - città dalle molte anime e dalle molte lingue - li accoglie tutti abbraccian­doli come un vento.

Perché se si parla di vela non si può non parlare di vento, e se si parla di Trieste non si può non parlare della Bora. Sbaglia chi pensa che la Bora sia l’incognita peggiore in vista della regata. In verità è molto peggio la bonaccia che svuota le vele.

Alla Bora e ai «turisti del vento» il libro di Gialuz e Mezzena Lona dedica anche un piccolo e divertente manuale di istruzioni per l’uso e un avvertimen­to: «I triestini consideran­o il tenersi sui pali della luce una grande debolezza».

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La più grande del mondoLa regata viene disputata oggi nel golfo di Trieste (foto: archivio Barcolana)

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