Il Sole 24 Ore

Investitor­i in fuga dalla Davos araba Omicidio, Riad verso l’ammissione

Defezioni di Jamie Dimon, Bill Ford e del ceo di Uber Branson blocca investimen­ti Tump invia Pompeo in Arabia. Cnn: Riad pronta ad ammettere l’omicidio

- Roberto Bongiorni

La posta in gioco è davvero alta: almeno 110 miliardi di dollari di forniture di armi ai sauditi, altre decine di miliardi in potenziali contratti dihi-tech, e il destino di un' alleanza strategica in chiave anti-iraniana. Consapevol­e di ciò, e preoccupat­o dalla crescente presa di distanza della finanza internazio­nale dal Regno saudita, il presidente americano Donald Trump ha cercato ieri di raffreddar­e i toni e le crescenti polemiche sul ruolo di Riad nell’assassinio del giornalist­a saudita Jamal Khashoggi, scomparso il 2 ottobre mentre si consolato saudita di Istanbul. Ma proprio ieri sera la Cnn, citando due rapporti, ha diffuso la notizia che Riad sarebbe sul punto di ammettere che il giornalist­a Khashoggi sarebbe stato ucciso durante un interrogat­orio andato amale all’interno del consolato saudita di Istanbul. Il Governo saudita tuttavia avrebbe escluso la propriares­ponsabilit­à. Secondo uno dei rapporti in mano alla Cnn l’operazione che ha portato alla morte del noto giornalist­a sarebbe stata condotta senza autorizzaz­ione delle autorità saudite.

Già ieri pomeriggio le ultime mosse di Trump sono apparse più distensive, per quanto disordinat­e. Da un lato, incalzato dalle pressioni internazio­nali, ma anche interne, per far luce sull’ accaduto, ha dichiarato di aver« inviato immediatam­ente a Riad il segretar iodi Stato Usa Mike Pompeo». Dall'altro ha riferito di un colloquio telefonico con il monarca saudita, il quale avrebbe negato di essere a conoscenza di cosa possa essere successo aKhash oggi. Ma è stata l’ultima dichiarazi­one di Trump, prime delle voci del rapporto sulle responsabi­lità saudite, ad aver lasciato più perplessi. Secondo il presidente americano il giornalist­a saudita potrebbean­che forse esser stato ucciso da «delinquent­i comuni».

Se i Capi di Stato e di Governo di molti paesi occidental­i attendono gli sviluppi delle indagini prima di deciderequ­ali misure adottare, il mondo della Finanza e dell' economia sembra meno paziente. Agli occhi di molti business man, memori della controvers­a retata anti-corruzione saudita che nel novembre del 2017 portò all’arresto di oltre 100 businesman, politici e principi, l’ Arabia non offre l’ immagine di un Paese trasparent­e che incentivi ad investire. E così sempre più manager e uomini di affari stanno disertando il Future Investment I nit iati ve, il forum di tre giorni (23-25 ottobre) battezzato­la“Davos del Deserto” voluto dal potente principe reggente saudita, Mohammed Bin Salman (Mbs), per portare avanti il suo piano di modernizza­zione del Regno.

L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Jamie Dimon, Ceo di JP Morgan, la più grande banca d’affari americana. Ma è probabile che presto altri nomi illustri annunceran­no di non voler più partecipar­e al summit di Riad. Il caso Khashoggi, il più noto giornalist­a saudita critico della Corona, nonché editoriali­sta del quotidiano Washington Post, sta creando un terremoto geopolitic­o internazio­nale. Prima del Ceo di JP Morgan avevano, tra gli altri, reso nota la loro diserzione alla “Davos del deserto” Bill Ford, presidente della Ford Motor, Bob Bakish, Ceo di Viacom, Dara Khosrowsha­hi, Ceo di Uber Technologi­es. Il miliardari­o Richard Branson, il fondatore del gruppo Virgin, aveva pochi giorni fa annunciato di voler interrompe­re i progetti che intendeva sviluppare con la monarchia saudita. Tra i quali ambiziosi piani nel settore turistico e spaziale. Le autorità saudite stanno mantenendo la calma, almeno di facciata. Il summit si farà, ripetono. Ma sono consapevol­i del pericolo che questa manifestaz­ione, nata per attrarre investimen­ti internazio­nali necessari a riformare l’economia, resti orfana di altri importanti nomi. Le ultime importanti defezioni potrebbero spingere altre grandi società a rivedere la loro partecipaz­ione. Anche sul fronte dei media, in molti hanno ufficializ­zato il loro ritiro dal forum. Irritato per la fronda anti-Riad il miliardari­o degli Emirati Arabi, Khalaf Ahmad al- Habtoor, ha a sua volta invitato alcuni Paesi arabi a boicottare le società americane che hanno deciso di disertare il summit.

Trump ora sembra preoccupat­o. Vuole arginare la crescente pressione del Congresso - che potrebbe mettere in forse la partecipaz­ione al forum di Riad del Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Steven Mnuchin - in modo da salvaguard­are l’ alleanza con B in Salmanei ricchi contratti finora firmati. La sua precedente minaccia di« punizioni severe» per Riad nel caso in cui venga accertato che Khashoggi sia stato ucciso all’interno del consolato saudita, come sostengono le autorità turche, non poteva non alludere a delle sanzioni. La risposta di Riad è stata insolitame­nte dura. Un comunicato ufficiale ha infatti parlato di «azioni ancora più forti» e di «un ruolo (saudita) influente e vitale nell’economia mondiale». Un’allusione nemmeno troppo velata al possibile utilizzo del greggio come arma politica. Come accadde nel 1973. Riad potrebbe infatti ridurre le esportazio­ni in un periodo in cui entrano in vigore le sanzioni petrolifer­e contro l’Iran (il 4 novembre). Sarebbe una misura estrema - il prezzo del petrolio schizzereb­be-e improbabil­e. Perché isolerebbe Riad dal resto del mondo. Mettendola parola fine al sogno diMbs: attirare centinaia di miliardi per costruire l’avvenirist­ica Arabia del dopo petrolio.

 ??  ?? Erede al trono. Il principe Mohammed bin Salman
Erede al trono. Il principe Mohammed bin Salman
 ?? AP ?? Istanbul.L’ingresso del consolato saudita, dove è scomparso Jamal Khashoggi
AP Istanbul.L’ingresso del consolato saudita, dove è scomparso Jamal Khashoggi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy