IL VERTICE COLLE-MOSCOVICI E LE «MINE» DISINNESCATE
Per una curiosa congiuntura il prossimo 18 ottobre mentre il premier parteciperà al vertice europeo dove sentirà da vicino i primi giudizi sulla manovra, Moscovici alle 19 sarà al Quirinale. È piuttosto prevedibile che nell’incontro chiesto dal commissario Ue, Sergio Mattarella cercherà di aiutare l’opera di convincimento di Conte restando sul solco, su cui ha esortato il Governo più volte, di tenere aperto il dialogo con l’Europa. Quello che in queste ore si teme, con l’invio del Dbp (il documento di sintesi della legge di bilancio da inviare all’Ue) è proprio una bocciatura della Commissione o comunque una richiesta di correzioni tali da portare a un braccio di ferro pieno di rischi. Non tanto e non solo per i rapporti tra noi e Bruxelles quanto per l’effetto che potrebbe innescare sui mercati.
L’atmosfera che si respira al Quirinale è quella di evitare ogni strappo e continuare a lavorare con l’Esecutivo per disinnescare piccole trappole che ci possono portare a quella più grande di una crisi bancaria e finanziaria. Lo spread resta sempre lì, sopra 300, e sembra che a questo punto pure il premier cominci a essere allarmato da una situazione che può scappare di mano nelle prossime tappe. Ecco, Mattarella cercherà di accompagnare – anche nell’incontro con Moscovici – le ragioni del Governo italiano escludendo tra l’altro – come era circolato – che possa non firmare la legge di bilancio. Una scelta che al momento è lontanissima dalle intenzioni del Colle sia per il passaggio della Nota di aggiornamento al Def con maggioranza assoluta in Parlamento sia per l’effetto che innescherebbe all’esterno. Dove continuerà la sua vigilanza, invece, sarà sulla parte attuativa, sui disegni di legge collegati o decreti legge. Per esempio, sembra che le pensioni d’oro siano uscite dal Dl fiscale per approdare in manovra dopo i dubbi espressi dagli uffici del Quirinale. Così come sembra sia stata espressa preoccupazione per la sostenibilità del Tfr per le pensioni dei dipendenti pubblici, ma la voce non trovava conferme ufficiali. Quello che sta accadendo, insomma, è trovare sempre un punto di incontro con il Governo anche se sembra sia arrivato uno stop dai vicepremier all’interlocuzione dialogante di Giorgetti con il Colle.
Per tornare all’incontro di giovedì, è probabile che Mattarella chieda al commissario Ue Moscovici di attenuare il giudizio sull’Italia sempre che non sia stato già emesso. Quello che normalmente accade, infatti, è che subito dopo aver ricevuto il Dbp, la Commissione Ue faccia sapere il suo responso: se di promozione, bocciatura o rilievi e richieste di correzione. Ecco molto dipenderà dai tempi, da quando verrà inviato il Documento all’Europa e quanto tempo si prenderà la Commissione. È nell’intervallo tra l’invio e il “verdetto” che Conte a Bruxelles e Mattarella a Roma con Moscovici cercheranno margini per trattare e convincere.
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«Politica 2.0 Economia & Società» di Lina Palmerini