«Servono crescita e investimenti, non interventi assistenziali»
«Questa è l’ennesima manovra contro i giovani»
Preoccupazione, non solo per lo sforamento al 2,4 per cento del rapporto deficit-Pil, ma «per la qualità della spesa pubblica, che sembra più legata a misure assistenziali rispetto a interventi per incidere sulla crescita». E voglia di chiarezza: «C’è bisogno di una rappresentazione corretta della realtà, faremo da pungolo al governo, mettendoci il nostro impegno». È il messaggio che Alessio Rossi, presidente dei Giovani di Confindustria, lancia alla politica alla vigilia del 33° convegno di Capri: «È l’ennesima manovra contro i giovani. Servono investimenti, a partire dalle infrastrutture, e un taglio del cuneo per creare occupazione e ridurre i divari». Richiamando anche gli imprenditori a fare la propria parte: «Con Industria 4.0 gli investimenti privati sono aumentati. Noi non vogliamo andare in contrapposizione con il governo, ma dimostrare che sono le aziende a spingere il Pil: mantenendo e rafforzando Industria 4.0 siamo pronti ad investire di più».
“Uniti, l’Europa che siamo” è il titolo del convegno: un richiamo esplicito, a fronte dei toni accesi di questi giorni tra Ue e il nostro governo… L’Europa è e resta il nostro punto di riferimento, è molto di più dei vincoli. Di fronte alle guerre commerciali, alle tensioni internazionali la risposta non può che essere europea. Inoltre sono europee le nostre aziende; soprattutto i giovani imprenditori si sentono cittadini italiani e prima ancora imprenditori europei che lavorano in tutto il mondo. Nelle tavole rotonde parleranno tra gli altri Pietro Salini di Impregilo e Fabrizio Di Amato, di Maire Tecnimont, che partendo da Roma sono ormai multinazionali.
La manovra sfora di un punto nel 2019 il rapporto deficit-Pil: un azzardo da parte del governo?
Il problema non è tanto lo sforamento di un punto, ma come si utilizzano le risorse e la sostenibilità economica delle misure indicate dal governo come flat tax, reddito di cittadinanza e revisione della legge Fornero, su cui non c’è certezza riguardo alle coperture. Sono misure assistenziali che non porteranno crescita in una fase in cui l’economia rallenta, in Italia, in Europa e a livello internazionale. E si prospetta un aumento dei tassi, oltre alla fine del Quantitative easing, un paracadute importante di cui ha beneficiato soprattutto l’Italia. Siamo preoccupati per il futuro del paese.
Il governo non ha intenzione di fare marcia indietro. Le stime che ha indicato per la crescita sono credibili? Sono molto ottimistiche, a meno che non si realizzi in tempi rapidi un consistente piano di investimenti per la crescita: è positivo aver coinvolto le aziende a partecipazione pubblica stimolandole a fare investimenti ma non basta. Occorre investire in modo consistente in infrastrutture, per collegare l’Italia, tra Nord e Sud, e il nostro paese al mondo. Realizzare interventi per il territorio, per ammodernare gli istituti scolastici. L’Italia ha un grande bisogno di tutto questo. Purtroppo ciò che vediamo sul caso Genova ci preoccupa: dopo due mesi dal disastro non è stata indetta la gara, non vorremmo al prossimo convegno di Rapallo, a giugno 2019, dover constatare che la ricostruzione del ponte sia ancora da iniziare.
Flat tax, reddito di cittadinanza, quota 100: campagna elettorale?
Il governo, per i messaggi e i toni usati, guarda alle prossime elezioni europee di maggio. Bisogna spiegare ai cittadini le cose come stanno e non mistificare la realtà: il reddito di cittadinanza non spingerà i consumi e nuovo lavoro. Per aumentare l’occupazione la strada è creare le condizioni per le imprese di assumere con un consistente taglio del cuneo fiscale. La flat tax è ben diversa da come era stata annunciata, creerà complicazioni di interpretazione e farà sì che i contratti a termine verranno trasformati in partite Iva. Mesi fa avevamo detto: senza conti in ordine, no grazie. Oggi lo confermiamo. Su quota 100 non c’è alcuna certezza che questa misura così costosa porti ad un ingresso dei giovani nei luoghi di lavoro. Ripeto, è una manovra che penalizza i giovani e ipotecherà il loro futuro mentre bisognerebbe parlare di equità generazionale. Questo è il messaggio che daremo alla politica, con la speranza che si avvii per lo meno un confronto con il mondo delle imprese.
Mantenendo e rafforzando Industria 4.0, noi imprenditori siamo pronti a investire di più Alessio Rossi PRESIDENTE GIOVANI DI CONFINDUSTRIA