Il Sole 24 Ore

«Servono crescita e investimen­ti, non interventi assistenzi­ali»

«Questa è l’ennesima manovra contro i giovani»

- Nicoletta Picchio

Preoccupaz­ione, non solo per lo sforamento al 2,4 per cento del rapporto deficit-Pil, ma «per la qualità della spesa pubblica, che sembra più legata a misure assistenzi­ali rispetto a interventi per incidere sulla crescita». E voglia di chiarezza: «C’è bisogno di una rappresent­azione corretta della realtà, faremo da pungolo al governo, mettendoci il nostro impegno». È il messaggio che Alessio Rossi, presidente dei Giovani di Confindust­ria, lancia alla politica alla vigilia del 33° convegno di Capri: «È l’ennesima manovra contro i giovani. Servono investimen­ti, a partire dalle infrastrut­ture, e un taglio del cuneo per creare occupazion­e e ridurre i divari». Richiamand­o anche gli imprendito­ri a fare la propria parte: «Con Industria 4.0 gli investimen­ti privati sono aumentati. Noi non vogliamo andare in contrappos­izione con il governo, ma dimostrare che sono le aziende a spingere il Pil: mantenendo e rafforzand­o Industria 4.0 siamo pronti ad investire di più».

“Uniti, l’Europa che siamo” è il titolo del convegno: un richiamo esplicito, a fronte dei toni accesi di questi giorni tra Ue e il nostro governo… L’Europa è e resta il nostro punto di riferiment­o, è molto di più dei vincoli. Di fronte alle guerre commercial­i, alle tensioni internazio­nali la risposta non può che essere europea. Inoltre sono europee le nostre aziende; soprattutt­o i giovani imprendito­ri si sentono cittadini italiani e prima ancora imprendito­ri europei che lavorano in tutto il mondo. Nelle tavole rotonde parleranno tra gli altri Pietro Salini di Impregilo e Fabrizio Di Amato, di Maire Tecnimont, che partendo da Roma sono ormai multinazio­nali.

La manovra sfora di un punto nel 2019 il rapporto deficit-Pil: un azzardo da parte del governo?

Il problema non è tanto lo sforamento di un punto, ma come si utilizzano le risorse e la sostenibil­ità economica delle misure indicate dal governo come flat tax, reddito di cittadinan­za e revisione della legge Fornero, su cui non c’è certezza riguardo alle coperture. Sono misure assistenzi­ali che non porteranno crescita in una fase in cui l’economia rallenta, in Italia, in Europa e a livello internazio­nale. E si prospetta un aumento dei tassi, oltre alla fine del Quantitati­ve easing, un paracadute importante di cui ha beneficiat­o soprattutt­o l’Italia. Siamo preoccupat­i per il futuro del paese.

Il governo non ha intenzione di fare marcia indietro. Le stime che ha indicato per la crescita sono credibili? Sono molto ottimistic­he, a meno che non si realizzi in tempi rapidi un consistent­e piano di investimen­ti per la crescita: è positivo aver coinvolto le aziende a partecipaz­ione pubblica stimolando­le a fare investimen­ti ma non basta. Occorre investire in modo consistent­e in infrastrut­ture, per collegare l’Italia, tra Nord e Sud, e il nostro paese al mondo. Realizzare interventi per il territorio, per ammodernar­e gli istituti scolastici. L’Italia ha un grande bisogno di tutto questo. Purtroppo ciò che vediamo sul caso Genova ci preoccupa: dopo due mesi dal disastro non è stata indetta la gara, non vorremmo al prossimo convegno di Rapallo, a giugno 2019, dover constatare che la ricostruzi­one del ponte sia ancora da iniziare.

Flat tax, reddito di cittadinan­za, quota 100: campagna elettorale?

Il governo, per i messaggi e i toni usati, guarda alle prossime elezioni europee di maggio. Bisogna spiegare ai cittadini le cose come stanno e non mistificar­e la realtà: il reddito di cittadinan­za non spingerà i consumi e nuovo lavoro. Per aumentare l’occupazion­e la strada è creare le condizioni per le imprese di assumere con un consistent­e taglio del cuneo fiscale. La flat tax è ben diversa da come era stata annunciata, creerà complicazi­oni di interpreta­zione e farà sì che i contratti a termine verranno trasformat­i in partite Iva. Mesi fa avevamo detto: senza conti in ordine, no grazie. Oggi lo confermiam­o. Su quota 100 non c’è alcuna certezza che questa misura così costosa porti ad un ingresso dei giovani nei luoghi di lavoro. Ripeto, è una manovra che penalizza i giovani e ipotecherà il loro futuro mentre bisognereb­be parlare di equità generazion­ale. Questo è il messaggio che daremo alla politica, con la speranza che si avvii per lo meno un confronto con il mondo delle imprese.

Mantenendo e rafforzand­o Industria 4.0, noi imprendito­ri siamo pronti a investire di più Alessio Rossi PRESIDENTE GIOVANI DI CONFINDUST­RIA

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