Il Sole 24 Ore

«L’intesa raggiunta è una svolta»

Attilio Fontana. Il presidente della Lombardia: «Servizi da finanziare»

- Barbara Fiammeri

«L’ intesa tra Governo e Regioni rappresent­a una svolta perché ci

di finanziare servizi come quelli coperti dal fondo per i non autosuffic­ienti, l’edilizia scolastica o l’aiuto per le famiglie numerose che in passato erano stati esclusi. Ma soprattutt­o si è stabilito che per i prossimi 5 anni sono messi a disposizio­ne delle Regioni 4,2 miliardi che per la Lombardia valgono 700 e rotti milioni». Attilio Fontana, governator­e leghista della Lombardia, saluta con favore l’intesa raggiunta ieri alla Conferenza Stato-Regioni.

Presidente, a parte questi 4 miliardi ce ne sono oltre 80 del fondo per gli investimen­ti ancora fermi... Il blocco è stato determinat­o dalla decisione della Corte costituzio­nale che ha imposto al Governo di trovare un accordo con le Regioni per l’ uso delle risorse. Ebbene, è già attivo un tavolo di confrontoe le Regioni hanno già dato al governo la loro disponibil­ità e sono fiduciosoc­he in sede di conferenza unificata si possa arrivare a un’ intesa che eviterà di rimanere nella paralisi attuale.

Ma al di là delle risorse, c’è un tema anche politico sulla realizzazi­one delle opere infrastrut­turali. Cosa risponde ai dubbi del ministro Toninelli sulla Pedemontan­a lombarda? Ho già detto che la Pedemontan­a è un’opera fondamenta­le per tutto il mondo imprendito­riale. Ci aspettiamo che il governo dia il suo contributo per realizzarl­a. Ma se non dovesse essere così, abbiamo già anticipato che ci sono tanti investitor­i privati pronti a finanziare l’operazione. A conferma che quei dubbi sulla sostenibil­ità e sull’opportunit­à della Pedemontan­a sono totalmente infondati.

Si attende dalla manovra una spinta per le regioni più produttive o teme invece scelte penalizzan­ti? Sugli investimen­ti si sta procedendo nella direzione giusta. Mi auguro che ci sia una nuova maggiore attenzione sia nei confronti degli enti locali che delle regioni. Uno degli errori commessi dai precedenti governi è stato intervenir­e con le forbici sulle Regioni riducendo i trasferime­nti a fronte di una spesa inalterata a livello centrale. Un taglio che ha compresso del 3040% gli investimen­ti con pesanti ricadute su tutta la collettivi­tà.

E invece gli 8 miliardi per il reddito di cittadinan­za non preoccupan­o la Regione più produttiva d’Italia? In Lombardia la disoccupaz­ione è la più bassa del Paese, attorno al 6%, ed è ovvio che il reddito di cittadinan­za inciderà in modo meno rilevante. Ma il punto è un altro. Noi, le assicuro, lo utilizzere­mo nel modo giusto ovvero come un sostegno temporaneo per favorire la rioccupazi­one, non come una misura assistenzi­ale.

Tra le bandiere della Lega c’è invece la riforma della Fornero: non teme che con “quota 100” possa esserci una fuga del personale, in particolar­e nella sanità?

Questo è un aspetto sul quale bisogna lavorare con la massima urgenza perché nei prossimi 5 anni ci sarà una riduzione del numero dei medici nella nostra Regione di qualche decina di migliaia. Per sostenere il turn over occorre aumentare il numero e il finanziame­nto delle scuole di specializz­azione da parte dello Stato, altrimenti non potremo soddisfare la domanda e la situazione rischia di implodere.

Non c’è anche il costo per finanziare il turn over? Non in Lombardia. Se potessimo assumere medici lo faremmo ma abbiamo da un lato il blocco imposto dalla finanziari­a 2014 ma soprattutt­oc’ è un’ oggettiva carenza di medici, tant’ è che in alcuni ospedali i bandi sono andati deserti.

‘‘ Il reddito di cittadinan­za? Da noi inciderà meno ma lo useremo come sostegno temporaneo, non come misura assistenzi­ale

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