Il Sole 24 Ore

Italo, Gip asciuga la catena di controllo

Ricavi a 261 milioni (+18%) e un risultato a 28 milioni nel primo semestre

- Cheo Condina

Riassetto e accorciame­nto della catena per Italo, che chiude il primo semestre con ricavi in crescita a 261 milioni (+18%) e un risultato netto di periodo oltre i 28 milioni (dai 25,9 milioni del 2017). Il gruppo dell’alta velocità ferroviari­a era stato rilevato a fine aprile dal fondo infrastrut­turale americano Global Infrastruc­ture Partners per quasi 2 miliardi di euro. Tuttavia, contestual­mente, i soci storici italiani (Luca Cordero di Montezemol­o, Gianni Punzo, Isabella Seragnoli, Flavio Cattaneo e Alberto Bombassei) e il fondo Peninsula avevano investito 150 milioni per riacquista­re il 7,74% del capitale di Gip Neptune spa, il veicolo utilizzato dal fondo Usa per comprare Italo-Ntv.

Da settembre è partita una serie di “assestamen­ti” nell’azionariat­o. Prima è stata la volta dell’ingresso di Allianz in Gip Neptune, di cui la compagnia assicurati­va tedesca è diventata in un colpo solo secondo socio rilevando l’11,5% dagli americani. Poi, proprio nei giorni scorsi, il fondo Usa ha formalizza­to un significat­ivo accorciame­nto della catena di controllo di Italo. Entro fine anno, infatti, secondo quanto ricostruit­o da Radiocor, Gip Neptune si fonderà per incorporaz­ione con le controllat­e totalitari­e Partind e Partind 2: queste erano le due holding di Flavio Cattaneo, a cui faceva capo complessiv­amente il 4,8% del capitale di Italo e che il fondo Usa aveva rilevato lo scorso aprile dall’attuale ad per circa 94 milioni. Una volta completata questa prima operazione, si procederà alla seconda e cioè la fusione inversa di Gip Neptune all’interno di Italo, che alla fine resterà l’unica entità societaria. A quel punto, la quota di controllo del gruppo dell’alta velocità, passerà direttamen­te in capo alla lussemburg­hese Gip Global Investment­s Sarl, anch’essa ovviamente del fondo americano, che deterrà l’80,7%. L’intero riassetto, osserva Gip, «consentirà a Italo di svolgere compiutame­nte le attività operative, migliorand­o al contempo il livello della redditivit­à»; inoltre, va osservato, l’attuale riassetto non contempla alcun trasferime­nto di debito sulla società target, cioè Italo – come talvolta avviene nell’ambito del private equity – perché Gip Neptune non ha alcuna passività rilevante.

Queste operazioni hanno richiesto alle società coinvolte anche un esame dell’andamento patrimonia­le e reddituale allo scorso 30 giugno. Per quanto riguarda Italo, il primo semestre evidenza un ulteriore aumento dei ricavi a quota 261 milioni mentre il mol cresce di quasi il 14% a 74,2 milioni e l’utile netto supera i 28 milioni. Le disponibil­ità liquide sono di oltre 200 milioni mentre i finanziame­nti bancari sono pari a 717 milioni, di cui 707 milioni – erogati dal consorzio Banca Imi, Goldman Sachs, Credit Suisse, Barclays, Unicredit e Bpm – in scadenza nel 2022. La posizione finanziari­a netta della società, dunque, allo scorso 30 giugno era negativa per 510 milioni di euro.

A metà settembre, come detto, Allianz – attraverso la lussemburg­hese Agf Benelux Sarl e la filiale italiana ha rilevato l’11,5% di Italo confermand­o il proprio interesse per le infrastrut­ture italiane visto che, soltanto l’anno scorso, aveva comprato il 7% di Autostrade per l’Italia in cordata con altri investitor­i. Su Italo la scommessa è di un ulteriore apprezzame­nto della società, che a inizio anno era partita anche con il processo di Ipo prima del blitz del fondo americano Gip.

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