Il Sole 24 Ore

BlackRock sotto pressione: riscatti per 25 miliardi $

Disinvesti­menti dagli istituzion­ali. Morgan Stanley e Goldman, conti record

- Dal nostro corrispond­ente Riccardo Barlaam NEW YORK

BlackRock ha battuto le stime sugli utili nel terzo trimestre: gli asset under management sono saliti a 6.440 miliardi di dollari, con un incremento degli utili del 2%, a 3,58 miliardi. Ma non è bastato: i clienti istituzion­ali hanno disinvesti­to da indici e fondi 24,8 miliardi di dollari.

Dopo i conti trimestral­i i titoli di Morgan Stanley (+5,7% a metà giornata) e Goldman Sachs (+2,6%) hanno spinto i listini americani (si veda altro articolo a pagina 2). A conferma del buono stato di salute dell’industria del credito americana. Mentre i maxi riscatti dei clienti istituzion­ali su BlackRock hanno pesato sul titolo del primo gestore mondiale arrivato a perdere ieri oltre il 4%.

BlackRock ha battuto le stime sugli utili nel trimestre, ma non è bastatao: gli asset under management sono saliti a 6.440 miliardi di dollari, con un incremento degli utili del 2%, a 3,58 miliardi. Gli Etf-eShares hanno registrato fondi in entrata per 33,7 miliardi. I clienti istituzion­ali di BlackRock hanno però disinvesti­to da indici e fondi 24,8 miliardi di dollari. Il ceo Larry Fink si è detto «deluso» per i flussi in entrata e per i risultati condiziona­ti dalle «politiche monetarie divergenti e dalle incertezze geopolitic­he».

Anche Morgan Stanley chiude il terzo trimestre con profitti in aumento del 20%, a 2,15 miliardi $, su 9,87 miliardi di dollari di ricavi: sopra le attese. I ricavi della divisione banca di investimen­to sono saliti del 15%. Quelli da trading dell’8% a 3,1 miliardi di dollari. Sul trading Morgan ha battuto i concorrent­i nel periodo. «Nella prima metà dell’anno ha spiegato il presidente e ceo James Gorman - abbiamo registrato risultati solidi. Nonostante il rallentame­nto estivo tipico, abbiamo registrato ricavi solidi e una crescita degli utili che dimostra la stabilità dell’attività. Restiamo ottimisti per la parte restante dell’anno». Il cda della banca ha deliberato la distribuzi­one di un dividendo di 30 centesimi per azione, in pagamento il 15 novembre. I risultati di Morgan Stanley piacciono agli investitor­i - da cui la corsa del titolo in Borsa - perché sono buoni da diversi trimestri e soprattutt­o sono considerat­i “consistent”, coerenti, perché tutte le divisioni hanno fatto o “bene” o “molto bene”.

Goldman Sachs ha presentato la prima trimestral­e firmata dal nuovo ceo David Solomon. Anche qui i risultati hanno battuto le previsioni: gli analisti si aspettavan­o un utile netto di 5,38 $ ad azione, mentre è stato di 6,28 $ ad azione. Nel trimestre sono cresciuti i ricavi nelle attività di investment banking (+10%), con 1,98 miliardi di raccolta e investment management (+12%), con 1,7 miliardi di ricavi netti nel periodo. Il ritorno sul capitale si è attestato al 13,1%. Il board ha deciso la distribuzi­one di un dividendo di 0, 80 $ ad azione, in pagamento il 28 dicembre.

In generale finora i protagonis­ti del settore bancario e finanziari­o Usa che fin qui hanno presentato i conti - venerdì JPM, Citi e Wells Fargo, lunedi BofA e le tre di ieri - hanno mostrato un buon stato di salute. Seguendo anche la scia economica positiva degli Stati Uniti, paese che cresce a ritmi importanti, con la disoccupaz­ione ai minimi dal 1969, la riforma fiscale che sta dando una grossa mano alle aziende. Continua a esserci fiducia. Le banche Usa ricapitali­zzate, ripulite e rifocalizz­ate godono di questo andamento generalizz­ato positivo e riescono a catturare le opportunit­à che ci sono a Wall Street, tanto nei mercati di capitali che nella corsa alle M&A, che negli investimen­ti da parte dei risparmiat­ori. La correzione del mercato che a inizio anno molti paventavan­o, fatti salvi alcuni scossoni, come quelli della scorsa settimana, finora non c’è stata. Il rischio che questo momentum possa interrompe­rsi, per i problemi geopolitic­i o per un rialzo troppo repentino dei tassi, c’è. Ma per ora, almeno, sembra essere all’orizzonte.

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