BlackRock sotto pressione: riscatti per 25 miliardi $
Disinvestimenti dagli istituzionali. Morgan Stanley e Goldman, conti record
BlackRock ha battuto le stime sugli utili nel terzo trimestre: gli asset under management sono saliti a 6.440 miliardi di dollari, con un incremento degli utili del 2%, a 3,58 miliardi. Ma non è bastato: i clienti istituzionali hanno disinvestito da indici e fondi 24,8 miliardi di dollari.
Dopo i conti trimestrali i titoli di Morgan Stanley (+5,7% a metà giornata) e Goldman Sachs (+2,6%) hanno spinto i listini americani (si veda altro articolo a pagina 2). A conferma del buono stato di salute dell’industria del credito americana. Mentre i maxi riscatti dei clienti istituzionali su BlackRock hanno pesato sul titolo del primo gestore mondiale arrivato a perdere ieri oltre il 4%.
BlackRock ha battuto le stime sugli utili nel trimestre, ma non è bastatao: gli asset under management sono saliti a 6.440 miliardi di dollari, con un incremento degli utili del 2%, a 3,58 miliardi. Gli Etf-eShares hanno registrato fondi in entrata per 33,7 miliardi. I clienti istituzionali di BlackRock hanno però disinvestito da indici e fondi 24,8 miliardi di dollari. Il ceo Larry Fink si è detto «deluso» per i flussi in entrata e per i risultati condizionati dalle «politiche monetarie divergenti e dalle incertezze geopolitiche».
Anche Morgan Stanley chiude il terzo trimestre con profitti in aumento del 20%, a 2,15 miliardi $, su 9,87 miliardi di dollari di ricavi: sopra le attese. I ricavi della divisione banca di investimento sono saliti del 15%. Quelli da trading dell’8% a 3,1 miliardi di dollari. Sul trading Morgan ha battuto i concorrenti nel periodo. «Nella prima metà dell’anno ha spiegato il presidente e ceo James Gorman - abbiamo registrato risultati solidi. Nonostante il rallentamento estivo tipico, abbiamo registrato ricavi solidi e una crescita degli utili che dimostra la stabilità dell’attività. Restiamo ottimisti per la parte restante dell’anno». Il cda della banca ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 30 centesimi per azione, in pagamento il 15 novembre. I risultati di Morgan Stanley piacciono agli investitori - da cui la corsa del titolo in Borsa - perché sono buoni da diversi trimestri e soprattutto sono considerati “consistent”, coerenti, perché tutte le divisioni hanno fatto o “bene” o “molto bene”.
Goldman Sachs ha presentato la prima trimestrale firmata dal nuovo ceo David Solomon. Anche qui i risultati hanno battuto le previsioni: gli analisti si aspettavano un utile netto di 5,38 $ ad azione, mentre è stato di 6,28 $ ad azione. Nel trimestre sono cresciuti i ricavi nelle attività di investment banking (+10%), con 1,98 miliardi di raccolta e investment management (+12%), con 1,7 miliardi di ricavi netti nel periodo. Il ritorno sul capitale si è attestato al 13,1%. Il board ha deciso la distribuzione di un dividendo di 0, 80 $ ad azione, in pagamento il 28 dicembre.
In generale finora i protagonisti del settore bancario e finanziario Usa che fin qui hanno presentato i conti - venerdì JPM, Citi e Wells Fargo, lunedi BofA e le tre di ieri - hanno mostrato un buon stato di salute. Seguendo anche la scia economica positiva degli Stati Uniti, paese che cresce a ritmi importanti, con la disoccupazione ai minimi dal 1969, la riforma fiscale che sta dando una grossa mano alle aziende. Continua a esserci fiducia. Le banche Usa ricapitalizzate, ripulite e rifocalizzate godono di questo andamento generalizzato positivo e riescono a catturare le opportunità che ci sono a Wall Street, tanto nei mercati di capitali che nella corsa alle M&A, che negli investimenti da parte dei risparmiatori. La correzione del mercato che a inizio anno molti paventavano, fatti salvi alcuni scossoni, come quelli della scorsa settimana, finora non c’è stata. Il rischio che questo momentum possa interrompersi, per i problemi geopolitici o per un rialzo troppo repentino dei tassi, c’è. Ma per ora, almeno, sembra essere all’orizzonte.