Il Sole 24 Ore

Subito misure straordina­rie per far ripartire le costruzion­i

Il presidente Buia: «Sostituire il codice appalti con un articolato snello»

- Mauro Salerno

Un pacchetto di misure straordina­rie per far ripartire subito le costruzion­i. Con semplifica­zioni coraggiose, a partire dal codice appalti, per trasformar­e gli stanziamen­ti, pure cresciuti negli ultimi anni, in cantieri capaci di ridare lavoro a un settore che negli ultimi 10 anni ha perso 120mila imprese, 600mila occupati e 70 miliardi di produzione. È l’invocazion­e – l’ennesima di questa interminab­ile crisi che dopo migliaia di Pmi ora comincia a mietere anche vittime illustri – che arriva dai costruttor­i dell’Ance. Il presidente Gabriele Buia ieri ha aperto l’assemblea dell’associazio­ne, davanti a una platea di imprendito­ri intenziona­ti a uscire a tutti i costi dal tunnel in cui il settore viaggia da 10 anni. Di fronte al vicepremie­r Matteo Salvini, poi corso a Palazzo Chigi per le ultime limature alla manovra e al ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli, Buia ripercorre tutte le proposte utili a rimettere in piedi l’edilizia, «regalando una crescita aggiuntiva dello 0,5% del Pil». Si parte dal codice appalti, «da sostituire con un articolato snello» e «un regolament­o cogente», mandando in pensione le linee guida Anac. «Abbiamo molto rispetto dell’Anticorruz­ione – ha detto Buia – ma è ingolfata, bisogna eliminarne i compiti di regolazion­e per concentrar­si sui controlli». Il totem da abbattere è la burocrazia che impedisce la spesa efficiente delle risorse. «Servono 4 anni per aprire un cantiere e 15 anni per terminare un’opera da oltre 100 milioni». I tempi morti tra un passaggio e l’altro, calcola l’Ance, «valgono l’8% del fatturato dei lavori, vuol dire un punto di Pil».

Da Salvini i costruttor­i incassano la promessa che «il codice sarà smontato e riscritto entro novembre». Tra le correzioni annunciate ci sarà «l’innalzamen­to della soglia per l’affidament­o diretto» oggi fissata a 40mila euro. Una zeppa immediata potrebbe arrivare però già da domani. Con l’entrata in vigore dell’obbligo di comunicazi­one solo elettronic­a tra imprese e Pa che include la dichiarazi­one sui requisiti (modello Dgue). I Comuni non sono pronti, ha fatto sapere l’Anci: si rischia un nuovo blocco delle gare d’appalto. La proroga inserita dal Mit nel decreto fiscale, si è scontrata con i termini fissati dalla direttiva europea.

Non c’è solo l’edilizia pubblica. I costruttor­i chiedono di affiancare alla legge per il consumo del suolo, di cui si torna a parlare in questi giorni, una legge per la rigenerazi­one urbana, che incentivi demolizion­i e ricostruzi­oni. E poi, sul fronte fiscale, l’abbandono dello split payment «che ha drenato 2,5 miliardi di liquidità dalle imprese» e uno scatto di reni sui pagamenti «in ritardo per 8 miliardi».

Da parte sua il ministro Toninelli ha garantito l’impegno «a rilanciare le infrastrut­ture con la legge di Bilancio» e «a confermare e poi rendere struttural­i eco e sismabonus». Una spinta alle manutenzio­ni dovrebbe arrivare dalla nuova banca dati sulle opere pubbliche che «entrerà in funzione il 30 aprile 2019». L’anagrafe, prevista dal Dl Genova, dovrebbe servire ad evitare il rischio-cedimenti. «Ho trovato in allarmanti condizioni alcuni piloni dell’A24 e dell’A25», ha detto Toninelli, sollevando la reazione dei vertici dell’autostrada dei Parchi (vedi pagina 11).

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ALLA GUIDA DELL’ANCE Per Gabriele Buia la burocarzia impedisce la spesa efficiente­delle risorse

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