Il Sole 24 Ore

Rifiuti incendiati, il nodo smaltiment­o Da Milano a Anzio i no agli impianti

A Milano l’Arpa ha rassicurat­o sugli inquinanti anche se l’aria era pesante A Mantova bloccata la riapertura della cartiera e del suo incenerito­re

- Jacopo Giliberto

Per capire perché i rifiuti riciclabil­i si accumulano; perché questo accumulars­i dà spazio alla malavita; perché poi i rifiuti riciclabil­i si incendiano come per caso, e i cittadini respirano diossine a pieni polmoni, è sufficient­e andare a Mantova. Oppure a Milano. Oppure ad Ancona. O a Monselice .Oppure ad Anzio. Il no alla costruzion­e degli impianti che chiudono l’ultima parte del ciclo dei rifiuti paralizza il riciclo e intossica i polmoni.

Luned’ì e ieri molti milanesi hanno sofferto i disagi di un incendio di un deposito abusivo di 16mila metri cubi di materiali plastici andato a fuoco domenica sera alla periferia Nord di Milano. L’Arpa ha rassicurat­o sugli inquinanti nell’aria, ma anche se non c’erano veleni in molte zone del Milanese l’aria è stata a lungo insopporta­bile. Pochi giorni prima i vigili di Milano avevano scoperto quello stoccaggio e come per caso non appena è stata avviata l’indagine e la richiesta di sgombero il capannone è andato in fumo.

Ieri a Radio24 alla trasmissio­ne EffettoGi orno ilp residente dell’ Asso ambiente Chicco Testa è stato intervista­to da Laura Bett inie ha ricordato che «la raccolta differenzi­ata è uno strumento non il fine.Nelle nostre case differenzi­amo, ma poi è necessario accettare e non contrastar­e impianti che accolgano e lavorino questi rifiuti». Il mercato è intasato di rifiuti riciclabil­i che non trovano destinazio­ne. C’è un tappo in fondo alla catena del riciclo. E in questo tappo prospera la malavita, che agli inconsapev­oli imprendito­ri con problemi complessi offre soluzioni facili come una tanica di benzina e un accendino.

Il caso di Mantova: è bloccata la storica cartiera Burgo che dovrebbe riciclare la carta che noi cittadini separiamo nell’apposito bidone. I comitati del no sono riusciti a bloccare la riapertura della cartiera e del suo incenerito­re.

Milano: il Tar ha bloccato l’uso dei fanghi in agricoltur­a introducen­do limiti di fantasia proposti da chi ha l’interesse di paralizzar­e il mercato. È servito un decreto per sbloccare i depuratori che stavano per spegnersi.

Ancona: la Regione Marche ha vietato la combustion­e di rifiuti, i quali così vanno smaltiti nelle regioni adiacenti, come per esempio in Abruzzo.

Monselice (Padova): gruppi di cittadini contestano l’uso di “css”da carta e plastica come combustibi­le pulito del cementific­io, cioè preferisco­no che il forno di cementeria usi l’inquinante coke di petrolio.

Anzio (Roma): no all’impianto che deve produrre biogas dalla fermentazi­one di residui agricoli e organici.

Nel frattempo la Regione Lazio ieri ha prorogato l’esportazio­ne in Abruzzo dei rifiuti che non riesce a smaltire; andranno negli impianti Aciam. Il presidente Nicola Zingaretti ha annunciato un piano che parla di “rifiuti zero” e di economia circolare che prevede la chiusura dell’incenerito­re di Colleferro, la valvola di sicurezza del Lazio.

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VIGILI DEL FUOCO/ANSA Aria irrespirab­ile. A Milano disagi per i cittadini dopo i roghi dolosi di rifiuti

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