Il Sole 24 Ore

«Lombardia Terra dei fuochi come il resto d’Italia»

Pene più dure per chi appicca incendi, maggiori obblighi per lo stoccaggio

- Marco Ludovico Manuela Perrone

Più arresti per chi appicca incendi, maggiori obblighi per chi gestisce i siti di stoccaggio dei rifiuti e Daspo per chi inquina, ovvero l’espulsione a vita da quel territorio. Sono queste le misure allo studio del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per centrare l’obiettivo «roghi zero». Con i suoi tecnici sta mettendo a punto il secondo decreto “Terre dei fuochi” dopo il primo, varato a luglio proprio per trasferire dalle Politiche agricole al suo dicastero tutte le competenze in materia. È stato Costa, dopo i due incendi di domenica notte, a sottolinea­re che «la Lombardia è Terra dei fuochi come il resto d’Italia», promettend­o fermezza nella «battaglia contro la guerra dei rifiuti».

«Stiamo lavorando a una norma che preveda fideiussio­ni di garanzia bancarie e assicurati­ve: è giusto chiedere una garanzia a chi lavora sul territorio con imprese impattanti ambientalm­ente», spiega al Sole 24 Ore il ministro-generale, voluto da Luigi Di Maio all’Ambiente proprio perché, da comandante in Campania del Corpo forestale dello Stato, si era battuto contro le ecomafie. «Il numero dei roghi è in calo ma non basta: voglio roghi zero e che aumentino gli arresti, perché sono deterrenti». Come? L’idea è duplice: aggiungere l’arresto differito di chi appicca incendi oltre a quello in flagranza, già previsto grazie al reato ad hoc introdotto nel 2013, e prevedere il carcere anche per chi dà fuoco a rifiuti non abbandonat­i.

Il decreto, che va concertato con Interno e Giustizia, non sarà pronto prima dell’inizio del 2019. E partirà con una dotazione di 10 milioni per avviare le bonifiche. La stretta dovrà fare i conti non solo con la presenza acclarata della criminalit­à organizzat­a in tutto il ciclo dei rifiuti ma anche di scenari, come quelli approfondi­ti dopo gli ultimi roghi a Pavia e Milano da Forestale, Polizia e Arma territoria­le, dove l’intensità delittuosa è diffusa e aggressiva ma non ci sono finora tracce investigat­ive riconducib­ili alla criminalit­à organizzat­a. Tanto che la Dda della Procura di Milano ha messo gli investigat­ori al vaglio dei “reati spia” emersi finora suscettibi­li di sviluppare risultati di indagine più gravi. Per il governo diventa così necessario inasprire azione di contrasto, pene e sanzioni anche in assenza di attività mafiosa. Mentre si insegue il target “rifiuti zero” scommetten­do su riciclo . Anche se mancano gli impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti.

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