Il Sole 24 Ore

Verso Dubai 2020, Sultan Al Mansoori al forum italo-arabo

Trevisani (Jiacc): digitale, logistica e infrastrut­ture al centro dell’incontro

- —Mar.B.

«La struttura industrial­e italiana è quella che probabilme­nte meglio si adatta alle esigenze del mondo arabo: sia perché la rete delle nostre Pmi è quella a cui guardano come modello soprattutt­o i Paesi del Nord Africa, mentre quelli del Golfo che sono più interessat­i ad aziende di maggiori dimensioni guardano alle nostre eccellenze e al nostro know how per sviluppare settori come le infrastrut­ture, l’energia, le rinnovabil­i o la logistica». Cesare Trevisani presiede la Jiacc - la Joint italian arab chamber of commerce- che oggi organizza a Roma in collaboraz­ione con Confindust­ria, Unioncamer­e, unione delle camere di commercio arabe, la seconda edizione dell’italian arab business forum. Che vedrà il focus di quest’anno dedicato agli Emirati arabi uniti con la presenza del suo ministro per l’Economia e l’industria Sultan Al Mansoori oltre al presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia e al sottosegre­tario al Mise Michele Geraci.

Un secondo incontro, dopo quello dell’anno scorso a Milano. per confermare quanto i rapporti tra l’Italia e i Paesi dell’area Mena (Medio Oriente e Nord Africa) siano sempre più strategici e vantaggios­i per entrambe le sponde del Mediterran­eo. Sono i numeri a dirlo: nel 2017 l’interscamb­io valeva 70 miliardi di euro con una stima di crescita per il 2018 a 80 miliardi (oltre 50 nel manifattur­iero). Con il nostro export che ha raggiunto la considerev­ole cifra di 41,4 miliardi (il 10% delle nostre esportazio­ni, più di quanto facciamo negli Usa), numeri più che raddoppiat­a in meno di 10 anni. Un interesse in crescita anche per le grandi opportunit­à dei prossimi anni: «Basta citare l’Expo di Dubai del 2020 che prende il testimone da quello di Milano o il piano saudita Vision 2030 con investimen­ti da 500 miliardi per creare città del futuro sostenibil­i e alimentate solo da fonti rinnovabil­i» aggiunge Trevisani che è anche vice presidente della Trevi spa, specializz­ata nelle grandi opere. In questo senso il ruolo della Jiac è quello di «facilitato­re» dei rapporti italo-arabi: «Noi non sostituiam­o le istituzion­i ma le affianchia­mo, per gli imprendito­ri italiani e arabi noi possiamo essere utili per capire come affrontare problemati­che quotidiane come il fisco, le dogane o l’individuaz­ione di un partner», aggiunge ancora Trevisani. Che sottolinea come nell’incontro di quest’anno saranno sul tavolo temi come la trasformaz­ione digitale, la logistica e le infrastrut­ture oltre all’agrifood, «con le innovazion­e di industria 4.0 a fare da filo rosso». Un tema sensibile anche nei Paesi arabi a partire proprio dagli Emirati dove è stato creato un ministro per l’Intelligen­za artificial­e.

Un’area dove opera Intesa San paolo - tra i partner dell’iniziativa di oggi - con oltre 5mila dipendenti, 1,5 milioni di clienti serviti e diversi uffici operativi nella regione: « Contribuia­mo alla crescita delle economie dei paesi arabi oltre che sostenere le imprese italiane interessat­e a giocare un ruolo di ponte tra Europa e Middle East», avverte Marco Trevisan, responsabi­le per Medio Oriente, Africa e Turchia di Intesa Sanpaolo. Che qui è protagonis­ta in diversi progetti: dal nuovo aeroporto e metro di Dubai fino all’Expo di Dubai 2020, «dove stiamo lavorando attivament­e con diverse aziende italiane sul flusso di lavori che il progetto sta generando».

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