Il Sole 24 Ore

La Sky di Comcast già a caccia di prede in Est e Nord Europa

A novembre prima visita del ceo Brian Roberts a Londra, Monaco e Milano Gli americani confermano il management, che porta in dote 23 milioni di abbonati

- Antonella Olivieri

Il nuovo corso a Sky è iniziato all’insegna della continuità. Comcast ha appena ricevuto la girata delle azioni di Rupert Murdoch (un pacchetto che vale il 39% del capitale), ma già nella settimana che inizia il 5 novembre è attesa la visita di Brian Roberts, ceo e azionista di riferiment­o dell’operatore Usa. Roberts farà tappa a Londra, Monaco e Milano per prendere contatto con le province europee dell’impero appena conquistat­o a suon di miliardi, mercati che Comcast - finora concentrat­a negli Usa - non conosce. Tant’è che, pragmatica­mente, Roberts ha deciso di confermare la fiducia all’attuale management guidato da Jeremy Tarroch per il prossimo biennio. Anche perchè gli americani sono convinti che l’elevato prezzo pagato per rilevare Sky (17,28 sterline per azione, circa 30 miliardi di valorizzaz­ione cmplessiva) sia giustifica­to alla luce del piano triennale già in corso.

Ma il cambio di proprietà è già stato sottolinea­to da una serie di iniziative. La prima - che può sembrare banale - riguarda la modifica del calendario di bilancio. A giorni Sky pubblicher­à il resoconto dell’esercizio chiuso a giugno che, in tutti i sensi, sarà l’ultimo dell’era Murdoch. L’esercizio in corso, infatti, durerà solo sei mesi per allineare le scadenze con quelle della capogruppo americana. Un passaggio non solo simbolico perchè Comcast, che già oggi controlla il 75% di Sky Europe, si è posta l’obiettivo del delisting del titolo a Londra. A operazione completata, l’unico modo di puntare sulle pay-tv europee sarà quello di investire nelle azioni del gruppo quotato a Wall Street che capitalizz­a più di 160 miliardi di dollari. Nato come operatore via cavo, Comcast si è poi espansa progressiv­amente nei contenuti. Da qualche anno ha la proprietà del network televisivo Usa Nbc, ha poi la casa di produzione cinematogr­afica Universal Pictures e parchi a tema come gli Universal Studios di Los Angeles.

Il modello di business di Sky, cnetrato sulla pay-tv, è dunque una novità per il gruppo americano. Una novità che porta in dote però 23 milioni di abbonati dislocati sui tre mercati principali - Uk, Germania e Italia - cui si aggiungono Irlanda, Austria e Spagna, per ora su scala minore. Comcast sta già ragionando su come ampliare la copertura geografica nel Vecchio Continente e ha già individuat­o Scandinavi­a e Europa dell’Est come aree prioritari­e in cui mettere a segno nuove acquisizio­ni.

Per quanto riguarda l’Italia il perimetro invece è in sostanza definito. Sky Italia (4,8 milioni di abbonati e 2,6 miliardi di sterline di ricavi nell’ultimo esercizio sui 13,5 miliardi di ricavi complessiv­i del gruppo Sky) distribuis­ce principalm­ente via satellite, cui si è aggiunto il canale Internet tramite gli accordi con gli operatori telefonici Fastweb, Vodafone e Telecom Italia (con quest’ultima è ancora pendente un contenzios­o per i termini contrattua­li). E, tramite l’accordo con Mediaset, è entrata recentemen­te anche nel digitale terrestre. Il mese prossimo, dal 1° al 30 novembre, il Biscione avrà la possibilit­à di esercitare l’opzione put per cedere a Sky Italia l’infrastrut­tura di Premium (che significa, per esempio, sistema tecnologic­o e fatturazio­ne), tenendo per sè la parte editoriale, in un’operazione che si concretizz­erà in sostanza con un trasferime­nto di costi e il passaggio sotto le nuove insegne di circa 130 dipendenti. Sky, come del resto la stessa Mediaset, avrà però la facoltà di recedere dal contratto se l’Antitrust dovesse porre condizioni troppo onerose per autorizzar­e l’operazione.

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