Ungheria ed Est europeo aprono la caccia all’oro
Al recente risveglio dell’oro, volato sopra 1.220 dollari l’oncia, potrebbe aver contribuito anche l’Ungheria: nella prima metà di ottobre Budapest ha addirittura decuplicato le riserve aurifere. A rivelare gli acquisti è stata la banca centrale magiara, che ora possiede 31,5 tonnellate di metallo, contro le 3,1 che aveva a fine settembre. In assoluto il metallo custodito dall’Ungheria non è moltissimo. Gli Usa, primi al mondo per riserve aurifere, ne possiedono ben 8.133,50 tonnellate o il 73,5% delle riserve. L’Italia, quarta nella classifica globale, ne ha 2.451,8 (65,3%). A stupire è piuttosto la rapidità con cui Budapest ha moltiplicato i lingotti. Non è chiaro tra l’altro se per far posto all’oro siano state vendute valute, dollari o magari euro, o se le riserve siano complessivamente aumentate. Si può però osservare una coincidenza: insieme all’Ungheria, anche la Polonia – un altro Paese membro della Ue ma non dell’Eurozona – ha improvvisamente ripreso ad accumulare oro. Varsavia, che fino a quest’estate non aveva toccato le riserve dal 1998, ha aggiunto altre 4,4 tonnellate a settembre, dopo le 9 comprate tra luglio e agosto. Gli ultimi acquisti, segnalati dal Fmi, portano le riserve polacche a 117 tonnellate, un record da almeno 35 anni. (S.Bel.)