Chiuso il capitolo Dieselgate con una multa da 800 milioni
Audi, marchio premium del gruppo Volkswagen, si è accordata con la procura di Monaco e pagherà 800 milioni di euro di multa per chiudere definitivamente l’inchiesta sullo scandalo delle emissioni alterate. L’accordo riguarda 5 milioni di automobili vedute in Europa e negli Stati Uniti, tutte con motori diesel V6 e V8 utilizzati non solo su vetture a marchio Audi, ma anche su modelli Volkswagen e Porsche. Altri motori interessati i turbodiesel ea189 e 288, utilizzati solo su modelli Audi. Il pagamento, come comunicato dalla capogruppo, avrà un impatto negativo sul risultato del 2018, andando a ridurre gli utili.
Come parte dell'accordo, Audi ha ammesso di non avere rispettato le prescrizioni di legge. Il titolo Audi a Francoforte ha segnato un +1,94% e anche il titolo Volkswagen ha accelerato in Borsa, guadagnando circa il 2,6 per cento.
L'accordo chiude un capitolo dell’inchiesta nota come Dieselgate partita nel 2015 e nella quale Volkswagen è stata accusata di eludere le norme sulle emissioni dei motori diesel. L’Agenzia Ambientale statunitense (EPA) ha ritenuto responsabile il costruttore
Andamento del titolo a Milano tedesco di aver dotato 11 milioni di vetture diesel di un software in grado di alterare i risultati di test anti-inquinamento e quindi di nascondere le emissioni, superiori fino a 40 volte il consentito.
Volkswagen in giugno aveva accettato un accordo simile con i procuratori di Braunschweig, accettando di pagare 1 miliardo di euro. In realtà il Dieselgate è costato molto più denaro alla casa automobilistica di Wolfsburg: più di 27 miliardi di euro tra richiami di veicoli e procedimenti giudiziari.
L’accordo di ieri, tuttavia, non avrà effetto sulle cause civili in corso contro la casa automobilistica né su tre procedimenti a carico di singoli ex manager di Audi.Tra questi ultimi quello riguardante l’ex ceo di Audi, Rupert Stadler, arrestato in giugno per frode e che ha lasciato ogni incarico lo scorso 2 attobre. Stadler è stato sostituito dall’ex reponsabile delle vendite, l’olandese Bram Schot.