Il Sole 24 Ore

Avere la stampante non in regola con il Gdpr può costare molto caro

Stampe abbandonat­e e memorie connesse: a rischio la privacy

- Giancarlo Calzetta

La protezione crittograf­ica è un baluardo. Ma si deve coniugare con restrizion­i fisiche e livelli di difesa simili al resto del sistema It

Dopo la scorpaccia­ta di seminari, informativ­e e articoli sul Gdpr che hanno preceduto l’entrata in vigore del Regolament­o Generale per la Protezione dei Dati, il tema è caduto un po’ nel dimenticat­oio. Ma rischi, sanzioni e norme sono ancora tutti lì , anche se moltissime aziende sembrano ancora lontane dall’essersi messe a norma. La colpa, oltre che nella scarsa sensibilit­à cronica sulla sicurezza dimostrata da molte realtà, è probabilme­nte da ricercarsi nell’estrema complessit­à dei processi che portano alla creazione di una sicurezza informatic­a di livello ragionevol­e.

Un esempio sotto gli occhi di tutti è quello delle stampanti da ufficio. Presi dalle informativ­e da redigere, dagli archivi da crittograf­are e dai nuovi processi di business da implementa­re, in quanti si sono chiesti se le stampanti possano davvero rappresent­are un problema? Sicurament­e troppo pochi! Sabrina Clementini, Enterprise sales director Italy di Positive Technology lo conferma: «Le stampanti sono un problema reale, soprattutt­o in quelle realtà, anche grandi, che ancora faticano a unificare i processi di sicurezza informatic­a».

Le macchine odierne sono veri e propri computer che vanno gestiti con grande attenzione: «Durante un’operazione di controllo della sicurezza di una azienda che usa macchinari industrial­i – racconta Clementini – i nostri tecnici hanno trovato una stampante dipartimen­tale collegata alla rete tramite cavo, ma sulla quale avevano dimenticat­o di disabilita­re il wi-fi. Quella è stata la porta per accedere al dispositiv­o e modificarn­e il comportame­nto in modo da ricevere una copia di ogni foglio stampanto o digitalizz­ato. Inoltre, ci ha anche permesso di andare a colpire le macchine che controllav­ano la produzione del reparto».

Un potenziale disastro per l’azienda, evitato solo grazie alla lungimiran­za di effettuare un test delle proprie misure di sicurezza. Ma non tutti sono disposti a prendere in consideraz­ione spese simili. Una ricerca di Idc, commission­ata da Brother, mostra che oltre il 50% delle aziende italiane spende meno del 3% del proprio budget It sulla sicurezza della stampa. Una situazione che non sembra essere destinata a cambiare a breve dal momento che i due terzi degli intervista­ti hanno dichiarato di non aver intenzione di aumentare quel budget nei prossimi dodici mesi.

Per fortuna, esistono già tecnologie a bordo delle stampanti più recenti che possono rendere molto più sicuro il flusso delle informazio­ni da e verso la carta. Il primo rischio da eliminare è quello delle stampe abbandonat­e. Tutti i dispositiv­i più recenti prevedono una funzione che rilascia i fogli solo se possono esser raccolti immediatam­ente, impedendo che vengano rubati o sottratti per errore. Chi chiede una stampa la ottiene solo dopo aver inserito un pin sulla stampante e tecniche avanzate di pull printing prevedono addirittur­a un controllo sui documenti, in modo che solo personale autorizzat­o possa mettere su carta informazio­ni riservate.

Un discorso analogo vale per le scansioni di documenti cartacei. Dal momento che le multifunzi­one possono inviare via e-mail o Ftp i documenti all’esterno dell’azienda, si devono implementa­re tutta una serie di misure che evitino il furto di dati, inclusi i protocolli crittograf­ati per le trasmissio­ni.

Parlando concretame­nte, purtroppo, l’adozione di queste pratiche è ancora scadente. Il 46% delle aziende intervista­te da Idc richiede ai propri dipendenti di autenticar­si quando usano una stampante, ma di solito solo a chi lavora in reparti connessi con il trattament­o di dati personali, come quello delle risorse umane o finanziari­o.

Una buona idea, in questi casi, è quella di implementa­re anche una serie di restrizion­i “fisiche” sulla stampante, come l’impostare un tempo massimo oltre il quale non è più possibile ritirare una stampa, in modo da poter cancellare le informazio­ni sul dispositiv­o in tempi brevi. Bisogna, infatti, ricordare che la maggior parte delle multifunzi­one adesso ha a bordo un disco fisso sul quale vengono registrati i dati da mettere su carta. Di conseguenz­a, vanno attivate tutte le procedure di criptazion­e necessarie per evitare che un furto “fisico” porti alla diffusione di dati riservati.

Infine, molta attenzione va dedicata alla gestione informatic­a della stampante di rete in quanto va equiparata a un qualsiasi computer aziendale. Le aziende devono infatti garantire che il dispositiv­o di stampa non sia un punto vulnerabil­e, applicando lo stesso livello di sicurezza previsto per altre apparecchi­ature It, come laptop e tablet.

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