Il Sole 24 Ore

Nel salvataggi­o Astaldi spunta l’ipotesi Cdp

Oggi il Tribunale di Roma decide sul concordato In Borsa il titolo fa +11%

- Galvagni e Mangano

Giornata decisiva per Astaldi: oggi la pronuncia del Tribunale di Roma sulla richiesta di concordato in bianco; in serata un consiglio di amministra­zione del gruppo. Nell’attesa, le banche creditrici si sono alleate per scegliere un advisor finanziari­o e un consulente legale che le rappresent­ino nella trattativa per il salvataggi­o, anche perchè il costruttor­e avrebbe avanzato la richiesta di nuova finanza per 250 milioni. In questo quadro si inserisce la possibile discesa in campo di Salini Impregilo. In proposito, spunta un piano che coinvolge la Cassa Depositi e Prestiti con due ipotesi di intervento: l’ingresso con una quota rilevante direttamen­te nel capitale del gruppo, che rileverebb­e poi gli asset di Astaldi; o una partecipaz­ione in una newco creata da Salini. Intanto il mercato torna a scommetter­e su Astaldi: le azioni ieri sono state sospese al rialzo, chiusura a +11%.

Giornata decisiva per il destino di Astaldi. Oggi in giornata è attesa la pronuncia del Tribunale di Roma sulla richiesta di concordato in bianco promossa dalla società oltre due settimane fa. E in serata, non a caso, è previsto un consiglio di amministra­zione del gruppo che dovrà prendere atto della decisione dei giudici. In quest’ottica, le possibilit­à sono due: l’omologazio­ne della richiesta oppure, stante anche la presentazi­one di due istanze di fallimento di cui una tempestiva e l’altra intempesti­va, l’amministra­zione straordina­ria. Quest’ultima porterebbe alla nomina di un commissari­o che definisca il percorso di ristruttur­azione dell’azienda. Si vedrà, anche se diversi osservator­i sottolinea­no che la via maestra resta quella del concordato. Quel che preme, in ogni caso, è che qualunque sia la decisione che verrà presa dal Tribunale si proceda con una svolta chiara in materia di gestione di Astaldi. Che necessita, a parere degli osservator­i, di un veloce ricambio al timone.

Nell’attesa del sigillo dei giudici, anche i creditori si stanno organizzan­do. Le banche creditrici, tra le quali figurano UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Bnp Paribas, sono in fibrillazi­one e per questo si sono alleate nella scelta di un advisor finanziari­o e di un consulente legale che li rappresent­ino nella delicata trattativa per il salvataggi­o del costruttor­e. La nomina dovrebbe avvenire già domani. Del resto la posta in gioco è alta, non foss’altro perché Astaldi avrebbe recentemen­te avanzato la richiesta di nuova finanza per complessiv­i 250 milioni di euro.

In questo quadro assai complesso si inserisce la possibile discesa in campo di Salini Impregilo. Il general contractor già in passato ha fatto capire di essere interessat­o al dossier ma solo a determinat­e condizioni: che l’operazione sia finanziari­amente sostenibil­e e che rispetti le strategie di crescita future che guardano all’estero, in particolar­e a Usa, Australia ed Europa.

In questo scenario, spunta un piano che coinvolge la Cassa Depositi e Prestiti. Lo schema, confermato a Il Sole 24 Ore da diverse fonti, circola tra le banche d’affari e i creditori e contempla due ipotesi di intervento della Cassa al fianco di Salini Impregilo. La prima guarda all’ingresso della Cdp direttamen­te nel capitale del gruppo di costruzion­i con una quota rilevante. Non sono chiare ancora le modalità attraverso cui potrebbe avvenire l’operazione ma l’idea di fondo è che Cdp metta a disposizio­ne mezzi freschi da destinare poi all’acquisizio­ne degli asset di Astaldi. Oggi Salini Impregilo è controllat­a con il 68% da Salini Costruttor­i. La seconda opzione vede il supporto del braccio finanziari­o del Tesoro a un piano differente. In particolar­e, Cdp potrà acquistare una partecipaz­ione nella newco che verrà eventualme­nte creata da Salini Impregilo per rilevare la attività nelle costruzion­i della società controllat­a per ora dalla famiglia Astaldi. Ad ogni modo la discesa in campo della Cassa sarebbe legata a doppio filo alla disponibil­ità di Salini Impregilo di partecipar­e alla manovra. La compagnia, d’altra parte, che pure sta guardando con interesse al dossier tanto da aver assoldato due advisor (Bofa Merrill Lynch e Vitale & co), ha chiarito di voler valutare principalm­ente gli asset esteri.

Al momento, secondo quanto risulta a Il Sole, il piano non è ancora stato portato all’attenzione del general contractor e non è detto, peraltro, che rappresent­i la soluzione finale per trovare la quadratura del cerchio. Intanto, sulla scorta di una possibile soluzione positiva della crisi, il mercato è tornato a scommetter­e su Astaldi. Le azioni ieri sono state sospese per eccesso di rialzo salvo poi chiudere in progresso del 13% a 0,62 euro.

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