Il Sole 24 Ore

Condono, entra l’Iva Il tetto di 100mila euro vale per ogni imposta

Di Maio: una «manina» ha manipolato testo per il Colle Quirinale: mai ricevuto il Dl Oettinger: la manovra sarà bocciata. Il vicepremie­r: si morda la lingua tre volte

- Marco Mobili Giovanni Parente

Nuovo botta-e-risposta fra Roma e Bruxelles sul bilancio 2019. Ieri il commissari­o Ue Oettinger ha dichiarato a «Der Spiegel» online che la Commission­e rigetterà la manovra italiana. Salvo poi precisare, dopo dure repliche dall’Italia: «Mia opinione personale, ma dovremo chiedere correzioni». Il premier Conte, a Bruxelles per il Consiglio europeo: «Bocciatura se non cambiamo? Confido in dialogo costruttiv­o». Chiusura in calo per la Borsa di Milano (-1,33%). In salita lo spread BTp-Bund a 309 punti.

Intanto si delineano i contorni della pace fiscale: si estende all’Iva; e il tetto dei 100mila euro è per singola imposta e per singolo periodo d’imposta. Scudo penale per i contribuen­ti che aderiscono al condono; per chi non si avvarrà gli accertamen­ti sono prorogati. In serata Di Maio denuncia: manipolato il testo arrivato al Quirinale, ci sono scudo per i capitali all’estero e non punibilità per chi evade. Il Colle smentisce l’arrivo del Dl.

Il testo del decreto legge.

La pace fiscale con la dichiarazi­one integrativ­a speciale targata 5 Stelle e Lega apre le porte all’Iva. Varrà per ogni singola imposta nel limite di 100mila e di un terzo di quanto dichiarato. Garantirà un scudo penale anche sui reati di riciclaggi­o e autoricicl­aggio. E per chi dichiarerà il falso si apriranno le porte del carcere (stessa norma applicata con la recente voluntary disclosure). È un condono a maglie sempre più larghe quello che sta prendendo forma con il decreto fiscale approvato lunedì in Consiglio dei ministri e circolato ancora in bozza per tutta la giornata di ieri. Bozza su cui si è riacceso lo scontro politico (si veda l’articolo a lato). Secondo l’articolo 9 di questa bozza (per pura coincidenz­a anche il condono tombale di Tremonti si posizionav­a all’articolo 9) con la dichiarazi­one integrativ­a si potranno ritoccare al rialzo anche le dichiarazi­oni Iva applicando l’aliquota media del contribuen­te o, se non si riuscisse a determinar­la, l’aliquota ordinaria Iva del 22 per cento.

In questo modo il Governo si mette al riparo, o prova a farlo, da possibili contestazi­oni comunitari­e come accadde in passato. Il contribuen­te Iva che vorrà aderire al nuovo condono si vedrà presentare un conto comunque più salato. All’aliquota sostitutiv­a del 20% da applicare al maggiore imponibile Irpef o Ires, addizional­i, eventuali contributi previdenzi­ali e altre imposte su beni all’estero o all’Irap, si dovrà sommare l’aliquota Iva. E nel caso di aliquota ordinaria il prelievo complessiv­o schizzerà al 42 per cento. Nel caso di un’aliquota media si andrà comunque, sempre sopra il 30% a titolo di imposta sostitutiv­a aggregata.

Dalla lettura dello stesso articolo 9 emerge, poi, che il tanto dibattuto tetto di 100mila euro, oltre a essere ben lontano dalle soglie di punibilità del penale (per l’infedele dichiarazi­one è 150mila euro), è per singola imposta e per singolo periodo d’imposta per i quali sono ancora aperti i termini dell’accertamen­to. Per tanto si tratta delle dichiarazi­oni relative agli anni dal 2013 al 2016 presentate entro il 31 ottobre 2017. Un particolar­e non di poco conto in quanto l’ammissione alla dichiarazi­one integrativ­a speciale sarà possibile solo se il contribuen­te obbligato alla presentazi­one delle dichiarazi­oni ha provveduto alla presentazi­one di tutte le rispettive denunce per gli anni d’imposta dal 2013 al 2016. Per il 2017, d’altronde, i termini sono ancora aperti. Il termine di invio dei modelli scade il prossimo 31 ottobre. Ma il Parlamento anche su questo potrà dire la sua, magari con un emendament­o ad hoc una volta scaduti i termini.

Tornando alla bozza ancora oggetto di limatura e aggiustame­nti, si avrà una sola finestra per aderire fino al 31 maggio 2019 secondo modalità e criteri che saranno fissati dalle Entrate. Mentre tra le esclusioni spiccano, per un certo verso, i soggetti che hanno omesso i versamenti. La ratio che fino ad oggi accompagna­va la scelta di introdurre una pace fiscale era sempre stata quella di andare incontro a chi si era dichiarato al Fisco ma non aveva, «per necessità», potuto saldare i debiti con l’amministra­zione finanziari­a. Se questo vale per la rottamazio­ne, per la dichiarazi­one integrativ­a la strada è preclusa. Tra gli esclusi anche i soci e chi presenta l’adesione al condono dopo che ha subito accessi, ispezioni, verifiche e inviti o ricevuto i questionar­i per l’avvio dell’accertamen­to o di un procedimen­to penale.

Per accedere alla sanatoria bisognerà aver presentato le dichiarazi­oni precedenti per cui si era obbligati

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy