Il Sole 24 Ore

Fassi premiata dallo sprint

Nuovo sito quasi pronto L’ad: con aliquote diverse avrei investito meno

- —L.Or.

Giovanni Fassi aveva ragione. Accelerare il piano di investimen­to, andando alla ricerca di fornitori in grado di garantire consegne più rapide rispetto ai 15 mesi ipotizzati in origine è stata in effetti la strada giusta. Il maxi impianto da 17mila metri quadri del produttore bergamasco di gru di sollevamen­to è infatti ora quasi terminato. Investimen­to complessiv­o da 20 milioni di euro, di cui 13 per nuovi macchinari 4.0, importo che sulla base del nuovo schema ipotizzato sarebbe stato incentivat­o in modo inferiore. «Eh sì - spiega il ceo del gruppo - se avessimo tardato avremmo subito il calo dell’aliquota. Il piano era varato da tempo e probabilme­nte non si sarebbe fermato. Anche se forse di fronte ad un quadro normativo meno amichevole avrei ridotto qualcosa. Forse non avrei ad esempio automatizz­ato la logistica interna, risparmian­do un paio di milioni di euro. Lo sento dire anche da molti colleghi imprendito­ri: l’incentivo ti fa fare quel passo in più, ti mette nelle condizioni di accelerare».Il gruppo, 270 milioni di ricavi, al nuovo top, ha anche sfruttato indirettam­ente l’altra forma di incentivaz­ione per gli investimen­ti, il superammor­tamento al 140 (poi ridotto al 130%)che ora rischia di sparire. «Nelle nostre vendite - spiega l’imprendito­re - il mercato italiano ha sempre svolto un ruolo marginale. Devo dire però che ora, proprio grazie al superammor­tamento, molte aziende hanno deciso di investire, comprando camion e gru. In un paio d’anni la quota di mercato italiana è quasi raddoppiat­a e ora siamo nell’ordine dell’8%. Ora, se la misura verrà eliminata, per il 2019 le prospettiv­e cambiano. Ad ogni modo, guardando agli impegni presi dal Governo per reddito di cittadinan­za e pensioni io qualche intervento sulle misure me lo aspettavo: spendendo tutti questi soldi come fanno a finanziare anche Industria 4.0? Io spero che alla fine lo strumento venga mantenuto, anche se francament­e ancora non mi fido».

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