Il Sole 24 Ore

«Sbagliato non incentivar­e la formazione»

Marco Taisch. Professore di Tecnologie industrial­i al Politecnic­o di Milano

- Lello Naso

«Cominciamo dalle buone notizie: che Industria 4.0 venga prorogata è un segnale politico importante. Vuol dire che si intende continuare a incentivar­e la modernizza­zione del sistema industrial­e. La mancata proroga sarebbe stata disastrosa». Marco Taisch, professore di Tecnologie industrial­i al Politecnic­o di Milano, è considerat­o il massimo esperto italiano di Industria 4.0. Più che le singole misure, peraltro ancora in via di definizion­e, preferisce valutare lo spirito del provvedime­nto.

Professore, la proroga è una buona notizia. Che cosa, invece, non la convince?

Se l’impianto del provvedime­nto venisse confermato, è preoccupan­te la mancata conferma della deducibili­tà fiscale delle spese in formazione. Saranno deducibili sono quelle effettuate fino al 31 dicembre di quest’anno.

Perché è un errore?

Prima di tutto perché si rischia di depotenzia­re gli investimen­ti fatti. La metà delle imprese ha già investito in macchine e sistemi digitali nei primi tre anni di Industria 4.0, ma mancano i tecnici per utilizzarl­i al massimo delle loro potenziali­tà. In questo momento, la formazione dei dipendenti, quarantenn­i e cinquanten­ni in primis, è la misura più importante. Poi c’è un motivo più profondo.

Qual è?

Torno alla filosofia delle misure. Il segnale che si manda non incentivan­do la formazione non è positivo. La formazione digitale è la chiave per la modernizza­zione del sistema, oserei dire della società. Se le politiche, industrial­i e non, non la prendono in consideraz­ione, si trasmette un messaggio negativo alle imprese e anche agli enti di formazione, università comprese. Si dice implicitam­ente che la formazione digitale non è importante. Invece è una priorità per la società.

Quali sono i modelli?

Corea del Sud e Germania, i Paesi che hanno la percentual­e più alta di robot rispetto alla popolazion­e, hanno la disoccupaz­ione più bassa. Investire nelle tecnologie digitali, che sono ormai pervasive, vuol dire fare politiche per la crescita e il lavoro.

È giusto dirottare i fondi della formazione sull’assunzione di manager digitali a tempo?

Il manager digitale temporaneo, di per sé, è una buona idea. Ho il dubbio che le imprese riescano a trovarli perché c’è grande carenza di queste figure. Allora, torno alla formazione, sarebbe meglio investire sui dipendenti delle imprese.

La convincono gli scaglioni dell’iperammort­amento per favorire gli investimen­ti delle piccole imprese? In linea di principio la misura va nella direzione giusta. Le imprese che non hanno usufruito degli incentivi sono le Pmi. Giusto guardare a loro.

Viene abolito il superammor­tamento, la misura per le macchine non digitali. Che cosa ne pensa? Anche questo è giusto. Se le risorse sono limitate, e lo sono, allora è meglio spingere le imprese a investire sulle macchine di nuova generazion­e.

Perché le risorse sono limitate? Faccio una valutazion­e generale. Se si destina agli investimen­ti una piccola parte della manovra e al digitale una piccola parte della spesa per investimen­ti, vuol dire che qualcosa non funziona nelle priorità della politica. Su questo c’è molto da lavorare.

‘‘ Lamancata proroga della deducibili­tà delle spese per i corsi depotenzia anche gli investimen­ti già fatti

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy