Export, firmata intesa con Ethiad Credit Insurance
Boccia: le nostre imprese di eccellenza in pima fila nei progetti di partenariato
Un accordo di collaborazione tra Sace ed Ethiad Credit Insurance (Eci), la società di credito all’export degli Emirati Arabi Uniti è stato firmato ieri presso il ministero dello Sviluppo economico, a margine del 2° Italian Arab Business Forum, organizzato dalla Joint Italian Arab Chamber of Commerce e ospitato da Confindustria. Gli Eau, dove nel 2020 si svolgerà l’Expo, sono stati il Paese ospite.
Le due agenzie creeranno anche una task force per collaborare, tra l’altro, su soluzioni assicurativo finanziarie coerenti con la finanza islamica. Eci, nata a fine 2017 e operativa da febbraio di quest’anno, ha un amministratore delegato italiano, Massimo Falcioni, che ha spiegato come l’agenzia emiratina si proponga di intensificare la cooperazione con l’Italia in settori strategici non legati all’oil&gas. Soprattutto per offrire più possibilità alle Pmi che anche negli Emirati al pari del nostro Paese rappresentano la maggior parte del tessuto produttivo. Piccole e medie imprese hanno un ruolo importante nei rapporti bilaterali, ha sottolineato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Gli Emirati sono «un’economia moderna che sfrutta le nuove tecnologie con un grande potenziale di sviluppo economico per avviare un processo di modernizzazione». È importante, ha aggiunto Boccia, «rafforzare la partnership su singoli progetti e creare una rete di imprese italiane con reciprocità di investimenti in infrastrutture, energia, sanità». L’appuntamento più importante è l’Expo Dubai 2020. «Le nostre medie e grandi imprese di eccellenza possono essere capofila di tanti progetti di partenariato» ha detto Boccia.
Del resto nei progetti la presenza italiana è in prima fila, a cominciare dal sistema finanziario, con Intesa Sanpaolo. «I nostri principali risultati nel campo delle infrastrutture riguardano l’estensione della metropolitana di Dubai al sito dell’Expo per il quale siamo stati organizzatore e strutturatore e il nuovo aeroporto al Maktoum» ha spiegato Marco Trevisan, responsabile Intesa Sanpaolo per Medio Oriente, Africa e Turchia. «Siamo l’unico istituto di credito italiano che, insieme ad altre banche internazionali, ha strutturato il pacchetto finanziario del progetto che nel 2026 farà nascere il più grande aeroporto al mondo». Costo stimato: 30 miliardi di dollari in dieci anni. La prima tranche dei lavori è già partita, nel 2019 prenderà il via la seconda. «Siamo ben posizionati nell’area - conclude Trevisan - per sostenere le aziende italiane che parteciperanno con appalti o subappalti a Expo 2020».