Il Sole 24 Ore

Rischi alle porte per una Borsa cara

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Nel 2018 Wall Street ha corso praticamen­te da sola. Stimolata dalle politiche fiscali espansive volute dal presidente Donald Trump (solo in parte neutralizz­ate dall’atteggiame­nto più restrittiv­o della Federal Reserve) la Borsa Usa è l’unica con il segno positivo tra i grandi listini. Ne consegue che ai livelli attuali le azioni a Wall Street risultano piuttosto care. Il rapporto prezzo/utili (uno dei multipli più considerat­i dagli operatori per raffrontar­e i listini di diverse aree) della Borsa Usa è il doppio rispetto a quello delle Borse mondiali. Inoltre da inizio anno l'indice azionario globale Msci World, depurato per la performanc­e Usa (+8%), è in rosso del 3 per cento. Una distanza di questo livello tra il listino statuniten­se e il “resto del mondo” non si vedeva da 30 anni.

Non va dimenticat­o un altro fattore di rischio. La crescita delle azioni a Wall Street è stata certamente alimentata dalla progressio­ne degli utili societari. Ma anche dalla forte propension­e al riacquisto di azioni proprie (buyback) da parte delle società quotate. Secondo Goldman Sachs l'anno potrebbe chiudersi con il record di buyback per 1.000 miliardi. I buyback da un lato sono un buon segnale (un’azienda che investe in se stessa dimostra di credere nel proprio business). Dall’altro - se eccessivi - rischiano di alimentare una bolla nelle quotazioni e di indebolire oltremisur­a il valore patrimonia­le delle stesse società nel momento in cui il mercato azionario dovesse scendere. (V.L.)

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