Il Sole 24 Ore

Piovan debutta a sconto in listino: il prezzo dell’Ipo fissato a 8,3 euro

Domanda doppia rispetto all’offerta - Capitalizz­azione iniziale di 423 milioni In Borsa per accelerare la crescita - La famiglia manterrà il 70% dei voti

- Antonella Olivieri

Sul listino di Piazza Affari è in arrivo un’altra “multinazio­nale tascabile”, l’unica categoria di aspiranti matricole che riesce a sfidare le intemperie del mercato. L’Ipo di Piovan ricalca in effetti lo schema dell’offerta Carel, che ha debuttato a giugno. L’azienda veneta è anch’essa di stampo familiare (alla presidenza, con Nicola Piovan, la terza generazion­e imprendito­riale), non ha debiti ed è cresciuta con le proprie risorse, anche per linee esterne, fino a diventare leader mondiale nel suo segmento d’attività, la produzione di impianti e sistemi di automazion­e per la lavorazion­e della plastica (inclusi bioresine e riciclaggi­o). In collocamen­to sono andate esclusivam­ente le azioni messe a disposizio­ne dalla famiglia (l'offerta è tutta Opv), che per mantenere la presa ha introdotto il voto doppio (richiedibi­le da chiunque mantenga le azioni in portafogli­o per 24 mesi). L'appeal speculativ­o, dunque, non c’è e ciononosta­nte il mercato ha premiato il progetto. «Negli ultimi dieci anni abbiamo triplicato le dimensioni. Ora andiamo in Borsa per accelerare il percorso di crescita», spiega infatti a «Il Sole-24 Ore» l’ad Filippo Zuppichin. Nuove acquisizio­ni, insomma, non per aumentare sempliceme­nte il fatturato, ma per innestare nel gruppo “tasselli tecnologic­i” mirati che permettano di completare la gamma dell'offerta aziendale. La strategia è quella di continuare a consolidar­e la leadership nel sistema-plastica, dove la quota specifica di Piovan è dell’ordine dell’8-10%, in un mercato molto frazionato. E, contempora­neamente, l’obiettivo è di sviluppare l’area food (sistemi ausiliari di automazion­e dei processi produttivi per lo stoccaggio, trasporto e trattament­o di polveri alimentari), che nel primo semestre di quest’anno ha contribuit­o per il 12,6% ai ricavi.

Il collocamen­to, terminato martedì sera, ha raccolto richieste per un ammontare doppio rispetto all’offerta. Sono state assegnate 21,56 milioni di azioni (con 2,8 milioni rivenienti dalla green-shoe) a 53 investitor­i di medio-lungo termine, per un flottante pari al 40% del capitale, mentre Pentafin della famiglia Piovan, grazie alla maggiorazi­one, manterrà più dei 70% di diritti di voto. L’azienda è molto internazio­nalizzata, ma, considerat­e le incertezze che gravano sull’Italia e l’andamento ballerino delle Borse, gli investitor­i istituzion­ali - ai quali era riservata l’offerta iniziale - si sono fatti lo sconto. Il prezzo dell’Ipo - curata da Goldman Sachs e UniCredit in qualità di global coordinato­r - è stato fissato infatti a 8,3 euro, al minimo della forchetta indicativa che andava fino a 10,1 euro. Sui dati di bilancio 2017, a questo prezzo corrispond­e un multiplo Ev/Ebitda di 13,2 volte e un p/e (rapporto prezzo/utili) di 21,6 volte. Parametri a sconto rispetto alla media dei multipli dei titoli comparabil­i, individuat­i nel prospetto, che è pari, rispettiva­mente, a 14,1 (Ev/Ebitda) e 24,2 (p/e).

La capitalizz­azione iniziale, con la quale Piovan debutterà domani nel segmento Star della Borsa di Milano è di 423 milioni, al netto delle azioni proprie. La sfida sarà quella di ricalcare anche sul mercato secondario le tracce di Carel che, collocata a giugno a 7,2 euro, a settembre ha toccato un massimo di 10,16 euro, con un progresso di oltre il 40%.

Nel 2017 sul totale dei ricavi di 209,4 milioni, il 60,4% proveniva dall’area Emea (di cui il 16,6% dall’Italia), il 22,2% dal Nord America, il 5,9% dal Sud America, l’11,5% dall’Asia. Lo scorso anno il gruppo ha riportato un utile di 20,2 milioni (pari al 9,5% del totale ricavi e altri proventi di 213,3 milioni) con una crescita media annua del 19,1% nel periodo 2015-2017. La posizione finanziari­a netta, a fine giugno negativa per 2,3 milioni (rapporto di 0,1 rispetto all'Ebitda adjusted) dopo aver pagato dividendi per 6 milioni, per fine 2018, grazie alla generazion­e di cassa, dovrebbe tornare positiva. In sede di collocamen­to, la società ha promesso che distribuir­à dividendi in misura compresa tra il 30% e il 50% degli utili.

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