Il gruppo cresce in Mozambico e conquista nuovi diritti esplorativi
Eni si consolida in Mozambico, snodo già strategico per il suo business. Ieri il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha firmato a Maputo il contratto per i diritti esclusivi di esplorazione e sviluppo del blocco offshore A5-A, nelle acque profonde del bacino settentrionale dello Zambesi. Il blocco, che Eni si è assicurata a valle della partecipazione al 5° licensing round competitivo indetto dal governo mozambicano, si trova in una zona completamente inesplorata di fronte alla località di Angoche, a nord est della capitale, ma molto promettente, si stima, sotto il profilo delle risorse. Eni è l’operatore del consorzio per il blocco A5-A, attraverso il suo “braccio” locale, con una quota del 59,5 per cento. Il pacchetto restante è distribuito tra Sasol (25,5%) ed Enh, la compagnia di Stato mozambicana Empresa Nacional de Hidrocarbonetos, che detiene il 15 per cento.
L’annuncio di ieri, quindi, aggiunge un altro tassello al business di Eni in Mozambico. Il gruppo di Descalzi è approdato nel paese nel 2006 dopo l’acquisizione di una partecipazione nel contratto petrolifero dell’Area 4 ubicata nel bacino offshore di Rovuma che, come noto, si è rivelata particolarmente proficua. Lì, infatti, nell’arco di tre anni, dal 2011 al 2014, sono state scoperte risorse supergiant di gas naturale nei giacimenti di Coral, Mamba e Agulha, stimate in 2.407 miliardi di metri cubi di gas in posto.
Il progetto di sviluppo iniziale delle risorse di Coral prevede la realizzazione di un impianto galleggiante (Fnlg) per il trattamento, la liquefazione, lo stoccaggio e l’offloading del Gnl con una capacità di liquefazione annua pari a circa 3,4 milioni di tonnellate. La fase realizzativa è stata avviata a giugno 2017 e prevede l’avvio della produzione nel 2022.
Quanto ai giacimenti di Mamba Complex, il cronoprogramma prevede la realizzazione di un impianto onshore composto da due treni per il trattamento e la liquefazione del gas e dalle relative facilities la cui capacità annua è pari a circa 15,2 milioni di tonnellate di Gnl. L’inizio della produzione è atteso nel 2024 con il sanzionamento del progetto fissato nel 2019.