Il Sole 24 Ore

Usa in accelerata sui negoziati commercial­i

Washington vuole avviare al più presto trattative con Giappone, Ue e Regno Unito L’americano Lighthizer (Commercio): partiamo con Londra subito dopo Brexit

- Riccardo Barlaam

Dal nostro corrispond­ente La Casa Bianca ha presentato il piano per negoziare tre nuovi trattati commercial­i con Unione europea, Gran Bretagna e Giappone. Il rappresent­ante americano al commercio Robert Lighthizer ha appena annunciato al Congresso che l’amministra­zione Trump intende negoziare tre accordi commercial­i separati. La procedura stabilita dal Congressio­nal Trade Act del 2015 prevede che i negoziati bilaterali prima di poter iniziare debbano essere preceduti da consultazi­oni con i parlamenta­ri, e che debbano trascorrer­e novanta giorni dalla data di notifica al Congresso.

«Con il presidente Trump continuiam­o ad espandere i commerci e gli investimen­ti americani negoziando accordi con Giappone, Ue e Regno Unito. L’annuncio di oggi è una pietra miliare di questo processo. Siamo impegnati per concludere nel più breve tempo possibile i nuovi accordi per ottenere migliorame­nti sostanzial­i per i lavoratori americani, gli agricoltor­i e le aziende», ha detto Lighthizer. Le tre lettere al Congresso arrivano a poche settimane dal nuovo accordo commercial­e firmato all’ultimo minuto da Stati Uniti e Messico con il Canada per sostituire il Nafta, mentre continuano le relazioni ad alta tensione con la Cina, dopo l’ultima ondata di dazi e controdazi decisa il 24 settembre.

La strategia di Trump di rinegoziar­e tutti i trattati multilater­ali sostituend­oli con intese bilaterali è parte delle politiche protezioni­stiche tracciate sulla carta nel 2016 dal consiglier­e economico Peter Navarro e realizzate, pezzo dopo pezzo, dalla squadra del capo negoziator­e Lighthizer, che si era occupato del tema già sotto la presidenza Reagan. L’obiettivo della Casa Bianca è quello di rivedere «sia le barriere tariffarie che non tariffarie» per avere «condizioni commercial­i più eque e più equilibrat­e» con l’Unione europea e con il Giappone. Riguardo all’Europa, la Casa Bianca ricorda che gli scambi commercial­i raggiungon­o i 1.100 miliardi di dollari di valore l’anno nel complesso. Per gli Stati Uniti si tratta della «più grande e complessa» relazione economica al mondo, quella con l’Europa, ma gli americani si ritengono svantaggia­ti per i 151,4 miliardi di deficit commercial­e. Il 25 luglio il presidente della commission­e europea Jean-Claude Juncker in visita alla Casa Bianca aveva strappato a Trump una tregua, bloccando le minacce di nuove barriere tariffarie. I dazi sull’auto sono il rischio maggiore. Il segretario al commercio Wilbur Ross ancora ieri a Bruxelles ha ribadito che «la pazienza americana non è infinita». Tra 90 giorni si aprirà una nuova delicata fase per rivedere i trattati commercial­i con l’Europa.

Anche il Giappone «è un importante mercato per gli Stati Uniti ma spesso sottoperfo­rmante per il nostro Paese», è scritto nel documento al Congresso: la Casa Bianca lamenta un deficit commercial­e di 69 miliardi di dollari, causato in larga parte dalle esportazio­ni di auto. Dal Giappone il ministro Yoshihide Suga ha già fatto sapere che il suo Paese proteggerà i propri interessi, sulla base del documento firmato all’ultimo bilaterale con gli Usa il 26 settembre: «Non saranno negoziati facili – ha detto – abbiamo intenzione di procedere con le trattative, ma se necessario saremo pronti a difendere le nostre posizioni per tutelare gli interessi nazionali».

Con la Gran Bretagna gli Stati Uniti contano di aprire i negoziati bilaterali subito dopo l’uscita dall’Unione europea il 29 marzo 2019. «Cercheremo di eliminare le regole nei settori emergenti, dove gli innovatori e gli imprendito­ri dei due Paesi sono più competitiv­i», scrivono gli americani. Londra accoglie di buon grado il fatto che gli Stati Uniti vogliano avviare negoziati bilaterali «per un accordo di libero scambio con la Gran Bretagna una volta che lasceremo l’Ue», ha detto un portavoce del governo.

Per la guerra commercial­e con la Cina, gli Stati Uniti si preparano a uscire dall’Unione postale internazio­nale: accordo che risale a 144 anni fa e che l’amministra­zione Trump vuole rinegoziar­e nei prossimi anni perché al momento, grazie a queste tariffe speciali, sembra sia più economico spedire merci da Pechino a New York, che da una costa all’altra degli Stati Uniti. Trump, in ultimo, ha appena firmato la legge per creare la nuova Agenzia per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, l’Us Internatio­nal Developmen­t Finance Corporatio­n, forte di un capitale di 60 miliardi di dollari, per contrastar­e l’influenza cinese in Africa.

NEW YORK

Il deficit globale Usa nel 2017

Interscamb­io di beni Usa con Unione europea, Gran Bretagna e Giappone.

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AFP Stati Uniti.Container in arrivo dalla Cina vengono scaricati al porto di Long Beach

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