Il Sole 24 Ore

Salvini a Mosca con le imprese «Il regime delle sanzioni finirà»

Il vicepremie­r leghista: «Qui mi sento a casa mia, in altri Paesi europei no» L’appello a investire in titoli di Stato italiani: «In programma diverse aste»

- Antonella Scott Dal nostro inviato MOSCA

La prossima settimana Giuseppe Conte sarà in visita ufficiale a Mosca: incontrerà Vladimir Putin al Cremlino, terrà una conferenza stampa congiunta, assisterà alla firma di accordi economici, seguito dai grandi imprendito­ri italiani. È la consueta cornice istituzion­ale delle visite di Stato: e tuttavia ieri circostanz­a meno consueta - è stato Matteo Salvini, vicepremie­r e ministro dell’Interno, ad atterrare per primo a Mosca, anticipand­o il presidente del Consiglio di una settimana. Invitato da Confindust­ria Russia, ha preso parte (nella parte ufficiale del suo soggiorno) ai lavori dell’Assemblea annuale dell’associazio­ne che riunisce gli imprendito­ri italiani impegnati nel Paese. È qui per ascoltarli, stile e circostanz­e sono diversi: il vicepremie­r è attento a rimarcare che è lui l’uomo che conta davvero in Russia, anche a scapito di altri. Con un approccio imprendito­riale più autonomo. «Salvini - commenta un osservator­e italiano - interpreta bene, in modo istintivo ed efficace, il bisogno dei russi di avere un reale punto di riferiment­o».

«Qui mi sento a casa mia», esordisce infatti il vicepremie­r chiarendo: «In altri Paesi europei no». Non dimentica mai l’Europa, che in queste ore si sta esprimendo su una manovra che, Salvini ricorda, farà crescere l’Italia. «Lancio quindi un appello a Berlino, Parigi e Bruxelles: lasciateci lavorare, lasciate che ci occupiamo degli italiani, e non stupiamoci se poi diventano euroscetti­ci». Un appello, e un avvertimen­to, sempre a proposito della manovra: «Non cambierà di una virgola. Faccio mio l’invito di Draghi a usare buon senso: ci sono 60 milioni di italiani che aspettano risposte, non permettere­mo di essere commissari­ati da niente e da nessuno. Non si sognino di inviarci commissari, trojka, padroni e padroncini».

Gli regalano del parmigiano e invocano foto-ricordo. Salvini è visibilmen­te a proprio agio, e risponde con una battuta a un’interlocut­rice russa che evoca la possibilit­à di investimen­ti finanziari russi in Italia: «Se avete dei titoli di Stato da comprare, noi abbiamo in programma diverse aste, così il debito si abbassa e siamo più tranquilli», scherza. Poi si fa serio: «Se c’è chi vuole investire in Italia, sono soldi ben spesi».

Salvini torna costanteme­nte sul confronto con una Commission­e europea «che a maggio cambierà mestiere», e che è responsabi­le del «bollettino di guerra» che a causa delle sanzioni il vicepremie­r riscontra a ogni Salone del mobile o Fiera del tessile: «Se commerci con la Russia sei un delinquent­e, magari usi i guadagni per comprare veleno...anche vendere mobili brianzoli può essere un rischio». Salvini avverte che questa volta l’Italia non permetterà il rinnovo automatico delle sanzioni: «Ce la metterò tutta, e un giorno il regime delle sanzioni finirà», promette alla platea che è venuta per sentire proprio questo. La sfida, osserva però una fonte, «è passare dalla demagogia a un discorso industrial­e strategico di medio e lungo termine».

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AFP Con gli imprendito­ri a Mosca Matteo Salvini

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