Salvini a Mosca con le imprese «Il regime delle sanzioni finirà»
Il vicepremier leghista: «Qui mi sento a casa mia, in altri Paesi europei no» L’appello a investire in titoli di Stato italiani: «In programma diverse aste»
La prossima settimana Giuseppe Conte sarà in visita ufficiale a Mosca: incontrerà Vladimir Putin al Cremlino, terrà una conferenza stampa congiunta, assisterà alla firma di accordi economici, seguito dai grandi imprenditori italiani. È la consueta cornice istituzionale delle visite di Stato: e tuttavia ieri circostanza meno consueta - è stato Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, ad atterrare per primo a Mosca, anticipando il presidente del Consiglio di una settimana. Invitato da Confindustria Russia, ha preso parte (nella parte ufficiale del suo soggiorno) ai lavori dell’Assemblea annuale dell’associazione che riunisce gli imprenditori italiani impegnati nel Paese. È qui per ascoltarli, stile e circostanze sono diversi: il vicepremier è attento a rimarcare che è lui l’uomo che conta davvero in Russia, anche a scapito di altri. Con un approccio imprenditoriale più autonomo. «Salvini - commenta un osservatore italiano - interpreta bene, in modo istintivo ed efficace, il bisogno dei russi di avere un reale punto di riferimento».
«Qui mi sento a casa mia», esordisce infatti il vicepremier chiarendo: «In altri Paesi europei no». Non dimentica mai l’Europa, che in queste ore si sta esprimendo su una manovra che, Salvini ricorda, farà crescere l’Italia. «Lancio quindi un appello a Berlino, Parigi e Bruxelles: lasciateci lavorare, lasciate che ci occupiamo degli italiani, e non stupiamoci se poi diventano euroscettici». Un appello, e un avvertimento, sempre a proposito della manovra: «Non cambierà di una virgola. Faccio mio l’invito di Draghi a usare buon senso: ci sono 60 milioni di italiani che aspettano risposte, non permetteremo di essere commissariati da niente e da nessuno. Non si sognino di inviarci commissari, trojka, padroni e padroncini».
Gli regalano del parmigiano e invocano foto-ricordo. Salvini è visibilmente a proprio agio, e risponde con una battuta a un’interlocutrice russa che evoca la possibilità di investimenti finanziari russi in Italia: «Se avete dei titoli di Stato da comprare, noi abbiamo in programma diverse aste, così il debito si abbassa e siamo più tranquilli», scherza. Poi si fa serio: «Se c’è chi vuole investire in Italia, sono soldi ben spesi».
Salvini torna costantemente sul confronto con una Commissione europea «che a maggio cambierà mestiere», e che è responsabile del «bollettino di guerra» che a causa delle sanzioni il vicepremier riscontra a ogni Salone del mobile o Fiera del tessile: «Se commerci con la Russia sei un delinquente, magari usi i guadagni per comprare veleno...anche vendere mobili brianzoli può essere un rischio». Salvini avverte che questa volta l’Italia non permetterà il rinnovo automatico delle sanzioni: «Ce la metterò tutta, e un giorno il regime delle sanzioni finirà», promette alla platea che è venuta per sentire proprio questo. La sfida, osserva però una fonte, «è passare dalla demagogia a un discorso industriale strategico di medio e lungo termine».