Il Sole 24 Ore

Impasse Dl Genova: manca il sì del Mef agli 80 milioni in più

Caccia alle coperture: in stand by la cassa integrazio­ne in deroga

- Manuela Perrone

È impasse in commission­e alla Camera sul decreto emergenze. Mentre il governo è a caccia delle coperture, ieri non è arrivato il via libera del Mef al nuovo pacchetto di emendament­i da 80 milioni. I narri vola Ci gin deroga perle imprese costrette a licenziare per il crollo del ponte Morandi. Nel nuovo pacchetto di emendament­i che il Governo dovrebbe depositare oggi nelle commission­i Trasporti e Ambiente della Camera ci sono circa 27 milioni per la cassa integrazio­ne per dodici mesi e altri tre milioni destinati ai profession­isti e alle partite Iva, che riceverann­o una una tantum di massimo 15mila euro. I fondi relativi afferiscon­o al ministero del Lavoro.

Tra le norme attese ci sono anche gli indennizzi per le imprese della zona rossa: 1.300 euro al metro quadro per i capannoni e 325 euro per le aree scoperte. Sul piatto dovrebbero esserci 25 milioni a tito lodi indennizzo per i trasferime­nti dei macchinari anche fuori Regione e un fondo da 10 milioni nel 2018 per cominciare a “risarcire” i fabbricati dove sorgeranno i cantieri, che si spera sia rimpolpato nella manovra con 40 milioni nel 2019. Il grosso delle coperture viene dall’Inail, che ha messo a disposizio­ne 25 milioni, 5 dei quali servono a raddoppiar­e a 10 milioni il tetto complessiv­o per il risarcimen­to delle perdite di fatturato. Il resto delle risorse è stato ricavato dal definanzia­mento di 10 milioni della zona franca urbana nel 2018, per cui si punta a stanziare 50 milioni per il 2019 nella legge di bilancio.

L’altra novità dovrebbe riguardare il porto, con 19 milioni di prelievo aggiuntivo sull’Iva non più sottratto agli altri porti. Ma l’Esecutivo si è impegnato a finanziare con 50 milioni l’anno per quattro anni dal 2019 il piano di investimen­ti fortemente voluto dall’Autorità portuale, attingendo dal Fondo infrastrut­ture. La caccia alle coperture, ieri, è durata l’intera giornata, tra gli strali delle opposizion­i. Giorgio Mulè (Forza Italia) ha protestato contro la «macelleria emendativa» da parte della maggioranz­a, che ha respinto in toto le proposte di modifica che puntavano a salvaguard­are Terzo Valico e Gronda. Raffaella Paita, dal Pd, ha tagliato corto: «Il decreto è assolutame­nte pasticciat­o e le toppe sono state peggio dei buchi». Ma a far discutere è stato anche il rientro di Autostrade tra i soggetti abilitati a partecipar­e ai lavori per le opere «propedeuti­che» alla ricostruzi­one, grazie a un e mendamento del Governo. «È fuori dalla ricostruzi­one ma non per il resto», ha precisato Marco Bucci, sindaco di Genova e commissari­o. «Oltre alle demolizion­i ci sono tante altre cose, come per esempio la rimozione dei detriti». Imbarazzo tra i Cinque Stelle. «C’era l’obiettivo di rispondere a un’esigenza di natura giuridica, quella di tarare correttame­nte l’obiettivo di evitare un indebito vantaggio competitiv­o contenuto nel dettato del decreto», ha affermato il relatore M5S Gianluca Rospi. In attesa di chiarire il perimetro delle opere «propedeuti­che» (che potrebbe ricomprend­ere anche la progettazi­one di pre-fattibilit­à), sul tavolo di Bucci c’è il progetto del nuovo ponte targato proprio Aspi: una struttura classica e lineare di 1.054 metri, con travi in acciaio e soletta in calcestruz­zo ispirato al disegno di Renzo Piano. Intanto nel mirino dei magistrati che indagano sul crollo sono finiti altri 40 nomi, oltre ai 21 indagati e alle due società (Aspi e Spea) già iscritte nel registro.

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