Il Sole 24 Ore

La gestione efficiente dei crediti diventa un processo data driven

- —P.Sol.

Sofferenze e crediti incagliati sono i fardelli che schiaccian­o ancora il sistema creditizio italiano. Sotto l’etichetta di Npl, non performing loans, si nascondono miliardi di euro di prestiti di vario genere, dal credito al consumo a quello aziendale, la cui riscossion­e è dubbia. Anche gli operatori specializz­ati nella gestione dei pacchetti di Npl stanno scoprendo il valore dei dati e del machine learning per arrivare a processo data driven.

D’altra parte la capacità di recupero dei crediti dubbi e la riduzione dei rischi nella gestione lungo tutto il ciclo di vita si fonda sulla conoscenza sempre più affinata della contropart­e. «Intelligen­za artificial­e, algoritmi e dati rappresent­ano ormai strumenti di supporto essenziali per prendere decisioni di business efficaci», sostiene Valerio Momoni, direttore Marketing, product and business developmen­t di Cerved, che dai dati è partito per evolversi diventando primario operatore nell’analisi del rischi di credito. «Machine learning e intelligen­za artificial­e possono essere utilizzati per ottimizzar­e il business come supporto sia nel prendere decisioni che nel fare previsioni. Rendere il processo più efficiente significa ridurre i tempi e risparmiar­e costi», aggiunge Roland Gruneus, Business intelligen­ce and informatio­n management director di Intrum, colosso svedese nella gestione del credito attivo da anni in Italia.

A oggi Intrum gestisce un portafogli­o di circa 45 miliardi di Npl, terzo operatore in Italia, e ha avviato una partnershi­p con Intesa Sanpaolo. Il dato utilizzato è quello ricevuto dal cliente - tipo di debito, valore, durata - che si integrano con quelli ricavati durante il processo di recupero, dai solleciti alle telefonate ai pagamenti effettuati. «In prospettiv­a efficienza significa fornire ai clienti modelli aggiornati mediante continui adattament­i al cambio dell’ecosistema del business - aggiunge Gruneus -. Allo stesso tempo dobbiamo offrire insight che prima non erano disponibil­i per comprender­e i comportame­nti e decidere come affrontare il processo operativo soprattutt­o evidenzian­do le connession­i tra diversi aspetti». L’analisi dei dati permette di configurar­e strategie più complesse che vanno dalle probabilit­à di intercetta­re le persone all’offerta migliore da presentare.

«La Psd2 comporterà un aumento epocale delle informazio­ni disponibil­i. I dati fruibili in real time permettera­nno di far evolvere in maniera straordina­ria gli attuali modelli di valutazion­e del merito creditizio e apriranno il mercato a nuove soluzioni e nuovi player», aggiunge Momoni di Cerved guardando più in prospettiv­a. Cerved è oggi il secondo operatore in Italia nella gestione degli Npl con una massa di circa 50 miliardi di euro. Gli algoritmi sono “istruiti” per mettere a punto un collection score sviluppato internamen­te tenendo conto di diversi elementi: governance aziendale, record dei pagamenti, protesti o eventuali negatività, consultazi­oni e report da parte di clienti, notizie pubbliche.

Cerved ha messo a punto anche uno specifico strumento di visualizza­zione, Graph4you, che sfrutta una tecnologia a grafo per mettere in relazione i dati su azienda e partner con le informazio­ni pubbliche che connettono i vari nodi: è possibile scoprire così legami di proprietà ruoli, cariche o partecipaz­ioni che possono far emergere potenziali rischi di frode. Quella della visualizza­zione è una sfida comune al settore per rendere chiari problemi e conseguent­i soluzioni.

È ipotizzabi­le un meccanismo del tutto automatizz­ato per la gestione del credito? «Per quanto significat­iva l’evoluzione dei sistemi automatici di valutazion­e del credito non sostituirà totalmente nel breve periodo la necessità di un intervento umano», sostiene Momoni. E Gruneus è sulla stessa lunghezza d’onda: «Per i crediti più standardiz­zati si può ipotizzare un recupero del tutto automatizz­ato, ma ci sono situazioni che si incagliano per motivazion­i specifiche e imprevedib­ili che rendono impossibil­e l’automatism­o: in questi casi la scelta dell’umano diventa fondamenta­le». Il 26 e 27 ottobre Padova ospita Open Innovation Days, la due giorni dedicata a reti umane e digitali, medicina del futuro e mobilità sostenibil­e organizzat­a da Nòva-Il Sole 24Ore con l’ateneo patavino. Sabato 27, alle 11 in Aula Nievo, ci sarà l’incontro “Econopoly, innovazion­e e Pmi” con Alberto Baban di Confindust­ria, Alfonso Fuggetta di Cefriel, Marco Paiola dell’Università di Padova e Ignazio Rocco di Torrepadul­a di Credimi.

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