Il Sole 24 Ore

Generali, al 25,3% i soci italiani Vertice in Germania sul piano

Il 7-8 novembre a Monaco la presentazi­one al cda di numeri e strategia

- Laura Galvagni

Il 7-8 novembre l’intero board Generali andrà in trasferta a Monaco di Baviera per fare il punto sul business plan prima dell’appuntamen­to chiave del 20 novembre, quando il cda dovrà mettere l’ultimo sigillo al nuovo piano industrial­e. Ieri si è tenuto un primo assaggio di quello che sarà l’incontro in Germania: un consiglio di ordinaria amministra­zione dove non è stato affrontato il tema centrale delle linee guida ma dove sono state gettate le basi per quello che sarà il cuore del vertice tedesco. La scelta di Monaco, per illustrare un passaggio fondamenta­le per lo sviluppo del Leone, risponde a una prassi consolidat­a in casa del gruppo: volare un paio di volte l’anno in paesi cruciali per la compagnia. Dopo il turnaround finanziari­o e il turnaround industrial­e, ora il mercato si aspetta un progetto di crescita.

Il prossimo 7-8 novembre l’intero board delle Generali andrà in trasferta a Monaco di Baviera per fare il punto sul business plan prima dell’appuntamen­to chiave del 20 novembre, quando il cda dovrà mettere l’ultimo sigillo al nuovo piano industrial­e. Ieri si è tenuto un primo assaggio di quello che sarà l’incontro in Germania: un consiglio di ordinaria amministra­zione dove, assicura chi era presente, non è stato in alcun modo affrontato il tema centrale delle linee guida ma piuttosto sono state gettate le basi per quello che sarà il cuore del prossimo vertice tedesco. La scelta di Monaco, come base per illustrare un passaggio fondamenta­le per lo sviluppo del Leone, risponde peraltro a una prassi consolidat­a in casa del gruppo, ossia quella di volare almeno un paio di volte l’anno in paesi che sono cruciali per le Generali. Questa volta è toccato alla Germania che, come detto, ospiterà un test chiave per il gruppo assicurati­vo. Dopo il turnaround finanziari­o e il turnaround industrial­e, ora il mercato si aspetta un progetto di crescita. Attorno al quale, come è naturale, si è sviluppato un confronto acceso tra i soci forti della società. Una dialettica alimentata anche dalla nuova fotografia dell’assetto azionario del gruppo assicurati­vo che rispetto a cinque anni fa, quando l’ex ceo Mario Greco ha licenziato il primo piano di rilancio, è notevolmen­te cambiata. Mediobanca, che allora aveva il 13,3%, è scesa al 13% e sulla carta è in predicato di ridurre la quota al 10%. Il gruppo DeAgostini è passato dal 2,4% all’1,7% ma da tempo ha inserito la partecipaz­ione tra gli asset finanziari e come tali potenzialm­ente valorizzab­ili a certe condizioni. Diversamen­te i soci “imprendito­ri” che nel 2013 avevano tutti assieme poco più del 6%, ora pesano per il 10,65%. Francesco Gaetano Caltagiron­e ha praticamen­te raddoppiat­o il pacchetto passando dal 2,2% al 4,4% e il mercato lo vede proiettato al 5%; Leonardo Del Vecchio è salito dal 2,99% al 3,25%(complici alcuni acquisti recenti); e la famiglia Benetton è passata dallo 0,9% al 3%. Un’ascesa, nel complesso, che non poteva non avere ripercussi­oni in termini di equilibri all’interno della compagnia. Tanto più in un momento in cui sul tavolo, oltre al piano industrial­e, c’è anche il rinnovo del cda.

Storicamen­te i soci delle Generali sono sempre andati in fibrillazi­one alla vigilia del rinnovo del cda, un tempo questo accadeva ogni anno, ora ogni tre ma il clima non è cambiato. Anche se, nell’immediato, lo sguardo è tutto rivolto all’appuntamen­to di novembre al quale il ceo Philippe Donnet si presenterà con nuovi obiettivi da centrare e un risultato già conseguito: dall’investor day del 2016 il titolo è cresciuto del 24%, nonostante la buriana che recentemen­te ha investito il mercato italiano azzoppando una performanc­e che altrimenti sarebbe stata più rotonda, contro il +15,3% di Axa e il +3,89% di Zurich. Quanto al futuro, c’è attesa per le decisioni che verranno assunte dal management in tema di ripartizio­ne delle risorse. È naturale immaginare che i denari in cassa verranno impiegati in primo luogo per dare impulso agli investimen­ti in innovazion­e, quindi per dare soddisfazi­one ai soci con dividendi rotondi e in terzo luogo per ridurre il debito, il mercato lo chiede da tempo, e crescere attraverso acquisizio­ni. Qualche tempo fa un’analisi di Mediobanca stimava che Generali potrebbe destinare fino a un miliardo per operazioni di M&A.

Ieri, intanto, la compagnia Generali ha annunciato il rimborso anticipato su tutti i titoli di debito perpetuo subordinat­o in circolazio­ne (data esercizio opzione 19 novembre 2018) appartenen­ti all’obbligazio­ne emessa nel novembre 2008 per 150 milioni.

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