Il Sole 24 Ore

«Industria 4.0 buttata via Siamo delusi e preoccupat­i»

- Andrea Biondi

«Se avessimo pronti 80mila profession­isti digitali, dai tecnici agli ingegneri, troverebbe­ro lavoro oggi pomeriggio». Scuote la testa Elio Catania, presidente di Confindust­ria Digitale, mentre parla della legge di Bilancio e delle aspettativ­e che evidenteme­nte considera al momento disattese sul tema del digitale. Il giudizio è senza mezzi termini: «Siamo profondame­nte delusi e preoccupat­i»

Un giudizio tranchant

Il digitale è l’agenda politica per la crescita, per il cambiament­o, per l’innovazion­e del Paese. La trasformaz­ione digitale è molto di più di un fatto tecnologic­o: è la visione del nuovo, di un cambiament­o a tutto campo dell’economia e della società e in grado di produrre profondi cambiament­i, in meglio, nell’economia e nella vita. Ebbene, questa visione non è presente nella manovra annunciata. Cosa manca?

Ci sono pezzetti di interventi in ordine sparso qua e là, ma il tutto è avulso da un quadro organico. E ancora purtroppo non ci si rende conto di quanto stiamo in realtà buttando via. Stiamo parlando della più importante opportunit­à che abbiamo davanti per creare nei prossimi tre anni oltre 800mila nuovi posti di lavoro che richiedono competenze digitali, riqualific­are almeno altrettant­i lavoratori a rischio di obsolescen­za, con un impatto sulla crescita del Pil di almeno mezzo punto l’anno.

Cosa secondo lei questa manovra dovrebbe contemplar­e sul digitale?

Oggi dobbiamo aiutare le aziende a integrare le nuove macchine con i processi aziendali vecchi e nuovi, la sensoristi­ca, i software, la rete. A far maturare progetti di intelligen­za artificial­e, blockchain, cybersecur­ity, progetti di open innovation su cui basare i nuovi modelli di filiera in cui mettere in rete le Pmi. In quest’ottica i pilastri irrinuncia­bili per stimolare la crescita sono: iper e superammor­tamento sui macchinari 4.0, l’iperdeduci­bilità, anche al 50%, per i costi dei servizi cloud computing e di integrazio­ne sistemi e, fondamenta­le, il credito d'imposta per la formazione. C’è sempre il tema risorse.

Io parto anche dal presuppost­o che si sia parlato di una manovra che punta alla crescita. Ebbene, come si fa a non mettere al centro di una manovra, che si vorrebbe orientata a produrre crescita economica e occupazion­ale, la trasformaz­ione digitale del Paese, lo sviluppo di Industria 4.0? Non si vede, nelle misure annunciate, il disegno di un Paese che cambia, che guarda al futuro. E c’è un altro punto che mi sembra trascurato. Quale?

Va previsto un robusto piano di sviluppo delle competenze nel Paese. Non c’è trasformaz­ione digitale, non c’è crescita, non c'è occupazion­e senza competenze e profession­alità adeguate.

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AFP Politica industrial­e. Le imprese chiedono non solo incentivi, ma anche formazione e la creazione di un ecosistema innovativo

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