«Industria 4.0 buttata via Siamo delusi e preoccupati»
«Se avessimo pronti 80mila professionisti digitali, dai tecnici agli ingegneri, troverebbero lavoro oggi pomeriggio». Scuote la testa Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, mentre parla della legge di Bilancio e delle aspettative che evidentemente considera al momento disattese sul tema del digitale. Il giudizio è senza mezzi termini: «Siamo profondamente delusi e preoccupati»
Un giudizio tranchant
Il digitale è l’agenda politica per la crescita, per il cambiamento, per l’innovazione del Paese. La trasformazione digitale è molto di più di un fatto tecnologico: è la visione del nuovo, di un cambiamento a tutto campo dell’economia e della società e in grado di produrre profondi cambiamenti, in meglio, nell’economia e nella vita. Ebbene, questa visione non è presente nella manovra annunciata. Cosa manca?
Ci sono pezzetti di interventi in ordine sparso qua e là, ma il tutto è avulso da un quadro organico. E ancora purtroppo non ci si rende conto di quanto stiamo in realtà buttando via. Stiamo parlando della più importante opportunità che abbiamo davanti per creare nei prossimi tre anni oltre 800mila nuovi posti di lavoro che richiedono competenze digitali, riqualificare almeno altrettanti lavoratori a rischio di obsolescenza, con un impatto sulla crescita del Pil di almeno mezzo punto l’anno.
Cosa secondo lei questa manovra dovrebbe contemplare sul digitale?
Oggi dobbiamo aiutare le aziende a integrare le nuove macchine con i processi aziendali vecchi e nuovi, la sensoristica, i software, la rete. A far maturare progetti di intelligenza artificiale, blockchain, cybersecurity, progetti di open innovation su cui basare i nuovi modelli di filiera in cui mettere in rete le Pmi. In quest’ottica i pilastri irrinunciabili per stimolare la crescita sono: iper e superammortamento sui macchinari 4.0, l’iperdeducibilità, anche al 50%, per i costi dei servizi cloud computing e di integrazione sistemi e, fondamentale, il credito d'imposta per la formazione. C’è sempre il tema risorse.
Io parto anche dal presupposto che si sia parlato di una manovra che punta alla crescita. Ebbene, come si fa a non mettere al centro di una manovra, che si vorrebbe orientata a produrre crescita economica e occupazionale, la trasformazione digitale del Paese, lo sviluppo di Industria 4.0? Non si vede, nelle misure annunciate, il disegno di un Paese che cambia, che guarda al futuro. E c’è un altro punto che mi sembra trascurato. Quale?
Va previsto un robusto piano di sviluppo delle competenze nel Paese. Non c’è trasformazione digitale, non c’è crescita, non c'è occupazione senza competenze e professionalità adeguate.