Thyssen: «Ast non si vende» Terni strategica nei materiali
L’azienda italiana rimarrà centrale nel portafoglio di ThyssenKrupp materials Avviato confronto sul nuovo piano industriale: nel 2018 la divisione chiuderà in utile
C’è ThyssenKrupp nel futuro di Acciai speciali Terni. Il gruppo tedesco conferma che l’azienda italiana non è in vendita e che, anzi, ora ha una sua valenza strategica all’interno della nuova divisione che sarà creata dopo lo scorporo delle due aree di business, “industrial goods” da una parte e “materials” dall’altra, annunciata nelle scorse settimane. «Ast – spiega la casa madre di Essen – certamente rimarrà in futuro core business nel portafoglio di ThyssenKrupp Materials».
Si tratta di un cambio di scenario rispetto alla posizione tenuta dal gruppo tedesco negli ultimi anni. ThyssenKrupp ha sempre ribadito, dal 2014 a oggi - da quando, cioè, per ragioni legate all’antitrust, aveva dovuto riacquistare dalla finlandese Outokumpu l’asset, ceduto insieme all’intera divisione inox del gruppo - la non strategicità di Ast. A quell’epoca l’azienda era in crisi, costretta a ricorrere a un maxipiano di incentivi all’esodo per gestire esuberi e raddrizzare i conti, appesantiti anche da un lungo sciopero dei lavoratori, che l’avevano costretta a un fermo produzione durato 36 giorni. Da allora lo scenario è radicalmente cambiato, fino all’annuncio di questi giorni.
In questi anni l’azione dei due amministratori delegati italiani che si sono succeduti alla guida dell’azienda umbra, prima Lucia Morselli e poi Massimiliano Burelli, ha rivitalizzato il business, con il ritorno in utile negli ultimi due anni e il raggiungimento degli obiettivi del piano industriale. Sembrava il presupposto per potere finalmente cedere l’asset, valorizzandolo in maniera adeguata. Marcegaglia aveva apertamente manifestato l’interesse del gruppo, mentre rumors segnalavano anche movimenti di Arvedi. Ora il colpo di scena, anticipato mercoledì a Terni dal ceo di ThyssenKrupp Italia (e amministratore delegato di Ast), Massimiliano Burelli ai sindacati. «Gli spin off di Industrial e di Materials hanno gettato le basi del cambiamento – spiega al Sole 24 Ore il manager –. Ora c’è un focus definito, l’asset è finalmente compatibile con il portfolio della società, che si occupa di materiali. Non dobbiamo dimenticare che nella stessa società confluisce anche il cinquanta per cento della nuova joint venture nell’acciaio al carbonio di ThyssenKrupp con quello di Tata». Per il trasloco definitivo di Ast nella sua “nuova casa” serviranno almeno due anni. «Sono necessari almeno 18 mesi per perfezionare il progetto di scissione e poi dare corso all’operatività – prosegue Burelli –. A quel punto avremo una nuova identità, un nuovo management e una nuova strategia». Non è escluso che Ast possa crescere ulteriormente come perno dell’inox all’interno della nuova realtà. «ThyssenKrupp non esisterà più – spiega Burelli –. Al suo posto ci saranno due realtà diverse e distinte».
A questo proposito, dal quartier generaledi Essen, sispiegache «infuturo le attività di industri al go od sedi materi al businesses saranno gestitre da società quotate e indipendenti, con accesso diretto ai mercati finanziari. Nel suon uovo assetto, ThyssenKrupp Materials definirà la propria strategia e deciderà come sviluppare le proprie attività nel migliore modo possibile. Tuttavia è chiaro fin da ora cheThyssenKruppM ate rials si focalizzerà sui mercati dei materiali ».
Intanto a Terni è aperto il confronto sul nuovo piano industriale, «che – spiegano i sindacati – dovrà andare oltre al consolidamento dello stato attuale, creando prospettive di sviluppo in merito a volumi, investimenti, occupazione, missione delle ex società controllate e aspetti ambientali». L’ad Burelli ribadisce che «la visibilità è al momento limitata all’orizzonte del periodo-ponte di due anni che separano dal perfezionamento dell’operazione di spin off. Da lì in poi, quando si sarà insediato il nuovo Cda, avremo più chiari gli indirizzi di sviluppo da percorrere». L’azienda si prepara a chiudere l’anno fiscale con risultati positivi: «è un buon bilancio – assicura Burelli –, che chiuderà anche quest’anno in utile».