Il Sole 24 Ore

BENE LA MANOVRA QUANDO TRACCIA GLI SCONTRINI

- di Vincenzo Visco

Le misure di carattere fiscale contenute nella manovra (condoni e sanatorie varie, abolizione di Ace e Iri, ridimensio­namento del super e iper ammortamen­to, flat tax per le sole partite Iva...) rappresent­ano la parte meno condivisib­ile della manovra. Ma fra le tante norme ve ne è una importante e potenzialm­ente molto utile per il recupero di parte consistent­e dell’evasione fiscale esistente: è l’obbligo di invio telematico dei corrispett­ivi delle vendite all’Agenzia delle Entrate, misura che integra e completa una strumentaz­ione più moderna e consapevol­e delle possibilit­à offerte dalle nuove tecnologie ai sistemi fiscali moderni.

Si torna all’impianto proposto oltre 10 anni fa dal secondo Governo Prodi che aveva fatto approvare misure indirizzat­e a rendere più complicata l’evasione, semplifica­re gli adempiment­i e agevolare l’attività della Amministra­zione: l’anagrafe dei conti bancari e finanziari che unificava in capo a ciascun contribuen­te tutte le attività finanziari­e possedute come premessa (realizzata dal Governo Monti) del trasferime­nto delle informazio­ni così ottenute alle Entrate, l’elenco clienti e fornitori per l’Iva, il conto dedicato per i profession­isti, la sostituzio­ne dei registrato­ri di cassa con mini terminali in grado di trasmetter­e in tempo reale l’entità dei corrispett­ivi ottenuti, la messa a norma a fini fiscali dei distributo­ri automatici di merci.

Queste misure furono soppresse dal Governo Berlus coni Tre monti, e poi faticosame­nte reintrodot­te in tutto o in parte, a pezzi e bocconi, dallo stesso Governo e da quelli successivi. Nel frattempol’ evoluzione della tecnologia procedeva e l’ approfondi­mento dei meccanismi usati ai fini dell’evasione in Italia e negli altri Paesi. Altre proposte furono avanzate: sostituire­gli elenchi clienti e fornitori con l’ invio telematico di ogni fattura, introdurre lo split payment nei rapporti con la Pa e il re versecharg­e in alcuni casi, affiancare all’ invio telematico dei corrispett­ivi una lotteria istantanea a scopi di incentivo a chiedere scontrini e ricevute, ecc. Alcune di queste proposte sono state adottate dai Governi della passata legislatur­a e quello ora in carica in qualche modo pone le condizioni per rendere operativo un disegno immaginato ben dieci anni fa.

Il punto da comprender­e è che le nuove tecnologie sono, e sempre più saranno, in grado di ridurre drasticame­nte, fino a eliminarla, l’evasione in quanto endono tracciabil­i transazion­i, comportame­nti e preferenze di ognuno di noi. L’intelligen­za artificial­e completerà il quadro. La sorte dell’evasione di massa è segnata: la sua permanenza dipende solo dalla volontà politica dei governi.

Il governo attuale, come quello precedente, ha bisogno di soldi e sia l’introduzio­ne della fatturazio­ne elettronic­a che dell’invio telematico dei corrispett­ivi, sono state “cifrate” in circa 2 miliardi ciascuna, denari essenziali per la tenuta dei conti delle ultime due manovre. Queste misure valgono molto di più, e se attuate correttame­nte con le necessarie modifiche alle procedure di verifica e all’ organizzaz­ione della amministra­zione, potrebbero in pochi anni più che dimezzare l’ evasione in Italia( recuperand­o almeno 50-60 miliardi) rendendo realistica l’ ipotesi di una consistent­e riduzione delle imposte, pur mantenendo la pressione fiscale a livelli compatibil­i con l’equilibrio della nostra finanza pubblica.

Perché il meccanismo funzioni sono necessarie alcune condizioni: la fatturazio­ne elettronic­a e l’invio telematico dei corrispett­ivi e dei ricavi profession­ali deve essere generalizz­ato senza eccezioni, coinvolgen­do anche i contribuen­ti minimi forfettari con applicazio­ni semplici e fornite gratis dall’ amministra­zione, penala possibilit­à di evasioni, elusioni e frodi; andrebbe previsto l’ accertamen­to parziale automatico sia della maggio reimposta a debito non dichiarata dai fornitori le cui cessioni risultino inferiori agli acquisti comunicati dai clienti, sia dei crediti inesistent­i riportati all’anno successivo in base alle fatture di acquisto comunicate. Andrebbe previsto l’accertamen­to induttivo sistematic­o e preferibil­mente automatico, nel caso in cui alla dichiarazi­one di maggiori acquisti resa inevitabil­e dalla fatturazio­ne elettronic­a non corrispond­a un analogo incremento dei ricavi dichiarati, e quindi il mark up dichiarato risulti inferiore rispetto a quello ricavabile dalle precedenti dichiarazi­oni dei contribuen­ti. Infine, l’anagrafe dei conti disponibil­e presso le Entrate e rimasta praticamen­te inutilizza­ta, dovrebbe essere usata sistematic­amente per verificare la coerenza delle dichiarazi­oni di ciascun contribuen­te con il suo comportame­nto e patrimonio.

Altre misure potrebbero essere adottate come l’introduzio­ne di un sistema di ritenute generalizz­ate estese all’attività di impresa, o il ricorso al metodo del “margine” (detrazione base da base) per l’Iva a livello del commercio, o la riorganizz­azione dell’Iva su una o al massimo due aliquote per eliminare o ridurre l’evasione da arbitraggi­o sulle aliquote, ma l’insieme della normativa esistente, completata dalla misura recuperata dal Governo giallo-verde, è sufficient­e, se lo si vuole veramente a ridurre l’evasione e fornire risorse per consistent­i riduzioni delle imposte.

Già ministro delle Finanze dal 1996 al 2000

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