BENE LA MANOVRA QUANDO TRACCIA GLI SCONTRINI
Le misure di carattere fiscale contenute nella manovra (condoni e sanatorie varie, abolizione di Ace e Iri, ridimensionamento del super e iper ammortamento, flat tax per le sole partite Iva...) rappresentano la parte meno condivisibile della manovra. Ma fra le tante norme ve ne è una importante e potenzialmente molto utile per il recupero di parte consistente dell’evasione fiscale esistente: è l’obbligo di invio telematico dei corrispettivi delle vendite all’Agenzia delle Entrate, misura che integra e completa una strumentazione più moderna e consapevole delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie ai sistemi fiscali moderni.
Si torna all’impianto proposto oltre 10 anni fa dal secondo Governo Prodi che aveva fatto approvare misure indirizzate a rendere più complicata l’evasione, semplificare gli adempimenti e agevolare l’attività della Amministrazione: l’anagrafe dei conti bancari e finanziari che unificava in capo a ciascun contribuente tutte le attività finanziarie possedute come premessa (realizzata dal Governo Monti) del trasferimento delle informazioni così ottenute alle Entrate, l’elenco clienti e fornitori per l’Iva, il conto dedicato per i professionisti, la sostituzione dei registratori di cassa con mini terminali in grado di trasmettere in tempo reale l’entità dei corrispettivi ottenuti, la messa a norma a fini fiscali dei distributori automatici di merci.
Queste misure furono soppresse dal Governo Berlus coni Tre monti, e poi faticosamente reintrodotte in tutto o in parte, a pezzi e bocconi, dallo stesso Governo e da quelli successivi. Nel frattempol’ evoluzione della tecnologia procedeva e l’ approfondimento dei meccanismi usati ai fini dell’evasione in Italia e negli altri Paesi. Altre proposte furono avanzate: sostituiregli elenchi clienti e fornitori con l’ invio telematico di ogni fattura, introdurre lo split payment nei rapporti con la Pa e il re versecharge in alcuni casi, affiancare all’ invio telematico dei corrispettivi una lotteria istantanea a scopi di incentivo a chiedere scontrini e ricevute, ecc. Alcune di queste proposte sono state adottate dai Governi della passata legislatura e quello ora in carica in qualche modo pone le condizioni per rendere operativo un disegno immaginato ben dieci anni fa.
Il punto da comprendere è che le nuove tecnologie sono, e sempre più saranno, in grado di ridurre drasticamente, fino a eliminarla, l’evasione in quanto endono tracciabili transazioni, comportamenti e preferenze di ognuno di noi. L’intelligenza artificiale completerà il quadro. La sorte dell’evasione di massa è segnata: la sua permanenza dipende solo dalla volontà politica dei governi.
Il governo attuale, come quello precedente, ha bisogno di soldi e sia l’introduzione della fatturazione elettronica che dell’invio telematico dei corrispettivi, sono state “cifrate” in circa 2 miliardi ciascuna, denari essenziali per la tenuta dei conti delle ultime due manovre. Queste misure valgono molto di più, e se attuate correttamente con le necessarie modifiche alle procedure di verifica e all’ organizzazione della amministrazione, potrebbero in pochi anni più che dimezzare l’ evasione in Italia( recuperando almeno 50-60 miliardi) rendendo realistica l’ ipotesi di una consistente riduzione delle imposte, pur mantenendo la pressione fiscale a livelli compatibili con l’equilibrio della nostra finanza pubblica.
Perché il meccanismo funzioni sono necessarie alcune condizioni: la fatturazione elettronica e l’invio telematico dei corrispettivi e dei ricavi professionali deve essere generalizzato senza eccezioni, coinvolgendo anche i contribuenti minimi forfettari con applicazioni semplici e fornite gratis dall’ amministrazione, penala possibilità di evasioni, elusioni e frodi; andrebbe previsto l’ accertamento parziale automatico sia della maggio reimposta a debito non dichiarata dai fornitori le cui cessioni risultino inferiori agli acquisti comunicati dai clienti, sia dei crediti inesistenti riportati all’anno successivo in base alle fatture di acquisto comunicate. Andrebbe previsto l’accertamento induttivo sistematico e preferibilmente automatico, nel caso in cui alla dichiarazione di maggiori acquisti resa inevitabile dalla fatturazione elettronica non corrisponda un analogo incremento dei ricavi dichiarati, e quindi il mark up dichiarato risulti inferiore rispetto a quello ricavabile dalle precedenti dichiarazioni dei contribuenti. Infine, l’anagrafe dei conti disponibile presso le Entrate e rimasta praticamente inutilizzata, dovrebbe essere usata sistematicamente per verificare la coerenza delle dichiarazioni di ciascun contribuente con il suo comportamento e patrimonio.
Altre misure potrebbero essere adottate come l’introduzione di un sistema di ritenute generalizzate estese all’attività di impresa, o il ricorso al metodo del “margine” (detrazione base da base) per l’Iva a livello del commercio, o la riorganizzazione dell’Iva su una o al massimo due aliquote per eliminare o ridurre l’evasione da arbitraggio sulle aliquote, ma l’insieme della normativa esistente, completata dalla misura recuperata dal Governo giallo-verde, è sufficiente, se lo si vuole veramente a ridurre l’evasione e fornire risorse per consistenti riduzioni delle imposte.
Già ministro delle Finanze dal 1996 al 2000