Il Sole 24 Ore

BANCA OMBRA CON VOTO MASSIMO IN DEFAULT

- —A.Pl.

LA SHADOW BANK INDIANA, SALVATA DAL GOVERNO, AVEVA ANCORA UNA VALUTAZION­E DOPPIA A

Paese che vai, rating (sbagliato) che trovi. Dopo essere passate alla storia per aver garantito agli investitor­i la sicurezza dei derivati su «mutui spazzatura», le regine dei rating sembravano aver toccato il punto più basso con Lehman Brothers: la banca arrivò infatti al fallimento con un prestigios­o rating «doppia A», un altissimo livello di sicurezza. Dieci anni dopo la crisi, la giostra dei rating senza senso è tornata a girare. Con gli stessi manovrator­i e identiche caratteris­tiche.

Il caso più emblematic­o e preoccupan­te è fresco della settimana. E riguarda uno degli angoli più opachi del mercato finanziari­o: lo shadow banking. Come è noto, la stretta normativa sulla leva e sul rischio ha costretto molte banche internazio­nali a farsi da parte sul mercato dei capitali, aprendo quindi a nuovi intermedia­ri “ibridi” chiamati «banche ombra» il business dei grandi finanziame­nti alle imprese: il risultato è che le banche sono diventate molto più sicure, ma i rischi alla stabilità del sistema finanziari­o sono quasi peggiorati. A dare un’idea dei pericoli creati dal matrimonio tra banche ombra e rating è uno scandalo appena esploso in India: la sorprenden­te bancarotta della Infrastruc­ture Leasing & Financial Services (IF&LS), una shadow bank di importanza sistemica sul mercato asiatico.

Pochi giorni fa, il governo indiano è stato costretto a nazionaliz­zare la IL&FS dopo quasi un anno di agonia che ha tenuto con il fiato sospeso governo, authority e investitor­i. Il problema è che fino al 7 agosto scorso, l’agenzia di rating del credito indiana Icra ha mantenuto sulla IF&LS il rating da A A A, portandolo solo in quel momento ad AA +, un livello che lasciava comunque la holding in un’area di sicurezza creditizia più che elevata. Il 4 settembre, è invece arrivato il default: miliardi di dollari di azionisti e creditori sono andati inesorabil­mente in fumo, come in ogni altro caso simile. Il 12 ottobre scorso, temendo un effetto domino, il governo indiano ha annunciato­la nazionaliz­zazione di IF&LS,bl oc cando tut teleri- chieste dei creditori in tribunale. Né la Icra, né altre agenzie di rating hanno fatto il mea culpa. Anzi, silenzio assoluto. Ma nel frattempo, è cominciata la corsa degli investitor­i agli studi legali per studiare azioni risarcitor­ie contro la Icra. Anche il governo indiano si è avviato sulla stessa strada. Ma chi è la Icra? Sorpresa: è il volto indiano di Moody’s, la solita nota. L’agenzia americana controlla infatti quella indiana senza però metterci il nome. Non solo: il leader di mercato nei rating in India è l’agenzia Crisil con una quota del 60%. Chi è il suo azionista di maggioranz­a? Ovviamente Standard & Poor’s.

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