Furlan: «Il lavoro grande assente nella manovra»
«Nessuna svolta nella crescita, non si punta sugli investimenti». Annamaria Furlan, Segretario generale della Cisl in un’intervista al Sole 24 Ore puntualizza che il lavoro «è il grande assente» nella manovra e che quest’ultima è «debole e iniqua».
Il lavoro è «il grande assente». Per la leader della Cisl, Annamaria Furlan, la manovra economica del governo è «debole ed iniqua. La scelta del governo di sfidare l’Europa portando al 2,4% il rapporto deficit-Pil non è legata a politiche espansive. Non si punta alla crescita e manca quella svolta che auspichiamo da tempo, per dare una spinta agli investimenti».
Segretaria Furlan, cosa dirà lunedì agli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil convocati per presentare una piattaforma comune da discutere poi con i lavoratori?
Lunedì presenteremo un documento unitario che contiene una vera e propria contro manovra. Va cambiata l’impostazione. Serve una grande alleanza tra le forze produttive, tra imprese e lavoratori, per creare le condizioni per un vero cambiamento della manovra. Bisogna tornare ai concetti di base del Patto per la fabbrica, all’affermazione della centralità del lavoro. Il fisco non è considerato come un elemento di equità, come una leva per promuovere il lavoro. Il maxicondono che depenalizza il riciclaggio rappresenta un segnale negativo. Bisogna combattere l’evasione. Il governo fa in tempo a cambiare, ad approvare una manovra a favore del lavoro. Ci sono segnali che destano grande preoccupazione, come lo spread che è volato, avvicinandosi giovedì a quota 400 che è la soglia di pericolo. O la lettera della Ue che fa presagire una bocciatura, e segnala un isolamento in Europa. Serve una svolta politica.
Ma il vicepremier Di Maio sostiene che la manovra contiene misure di sviluppo economico e sociale. Le misure per la crescita rappresentano solo 3 miliardi sui 37 della manovra. C’è poi il dietrofront su Industria 4.0, sul sostegno all’innovazione e alla ricerca che escono fortemente penalizzati. Sulle infrastrutture preoccupano le affermazioni del ministro Toninelli relative al blocco del terzo valico, del tunnel del Brennero, della Tav e del Tap. Sono posizioni contrarie allo sviluppo, che ci isolano in Europa. Siamo in presenza di un allargamento del deficit non funzionale alla crescita, che serve per creare nuovi sussidi.
Si riferisce al reddito di cittadinanza che, nelle intenzioni del governo, servirà per contrastare la povertà e dovrà esse relegato alle politiche attive? Nella vaghezza della proposta, è ancora da capire come vogliono declinare il reddito di cittadinanza. Ancora non si conosce come potrà concretizzarsi in misura di accompagnamento al lavoro. Da mesi, invano, chiediamo di essere convocati dal governo. Per la lotta alla povertà la filosofia del reddito di inclusione va confermata. Ma se non si punta sulle misure che favoriscono la crescita, come si farà ad offrire posti di lavoro a chi si rivolge ai centri per l’impiego? Per creare occupazione bisogna crescere. In questo senso, le infrastrutture sono una cartina da tornasole.
Come valuta l’intervento sulle pensioni, “quota 100” sarà utilizzata dai lavoratori?
La considero una buona base di partenza, ma resta fuori il tema delle donne che non arrivano a 38 anni di contributi. Abbiamo proposto di riconoscere un anno per ogni figlio, per affermare il valore sociale della maternità. Bisogna anche affrontare il tema della pensione di garanzia per i giovani. E separare la previdenza dall’assistenza. Su questi temi serve un confronto con il governo. Ma finora è mancato il dialogo.
Serve una grande alleanza tra le forze produttive, tra imprese e lavoratori
Annamaria Furlan SEGRETARIO GENERALE CISL