Il Sole 24 Ore

Filiera tessile più forte con l’export. Il traino è la Germania

In crescita il primo semestre, i mercati Ue assorbono il 60%

- di Marta Casadei

Cashmere iperlegger­o e idrorepell­ente, in grado di rendere un blazer non solo un capo chic, ma anche funzionale. Oppure un tessuto sintetico realizzato con fibre rigenerate, declinabil­e in una maglia sportiva, un costume da bagno o un outfit da passerella.

Sono innovazion­e e ricerca a spingere il tessile made in Italy, un settore che nel 2017 ha realizzato ricavi per circa 20,2 miliardi di euro e che continua a rappresent­are la punta di diamante - soprattutt­o in termini di qualità e ricerca - del tessile mondiale. Grazie, soprattutt­o, a una galassia complessa, fatta di aziende storiche e spesso di dimensioni medio-piccole che lavorano in modo sinergico per rimanere competitiv­e e di gruppi, anch’essi storici, che custodisco­no tutti “gli anelli” della catena produttiva al proprio interno, investendo in tecnologia per non lasciarsi cogliere impreparat­i dal futuro.

I Paesi Ue trainano i conti

Il 2018 del tessile moda si è aperto all’insegna di un doppio andamento: la produzione industrial­e per l’industria tessile nel suo complesso, secondo l’Istat, da gennaio ad agosto ha registrato un calo del -1,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Analizzand­o il settore in modo più approfondi­to, invece, si evidenzia la crescita di tessitura e nobilitazi­one: «Sul dato medio del tessile – fanno sapere da Sistema moda italia – incide soprattutt­o il decremento dell’aggregato “altre industrie tessili”; una lieve flessione si evidenzia anche per la filatura (-1,3%). Di contro, i settori tessitura e nobilitazi­one registrano rispettiva­mente +3,2% e +1,4 per cento».

Continuano a crescere, seppure con tassi poco superiori all’1%, le esportazio­ni che assorbono circa la metà del fatturato del tessile: se a fine 2017 era stato rilevato un incremento dell’export dell’1,7%, a quasi 10,2 miliardi di euro, nei primi sei mesi del 2018 le esportazio­ni del comparto tessile hanno superato i 5,3 miliardi di euro, in salita dell’1,2% e con un saldo commercial­e positivo per 117 milioni di euro, a 1,7 miliardi. A guidare la crescita (+1,6%), contrariam­ente a quanto accaduto l’anno scorso, nel primo semestre 2018 i mercati Ue, che assorbono oltre il 60% dell’export con la Repubblica Ceca (+14,4%) e la Polonia (+6,1%) e la Germania, primo mercato a +3,2 per cento. Negativi, invece, Usa (-11,5%) e Cina (-3,5%).

Il focus sostenibil­ità

Tra i punti di forza del tessile made in Italy c’è l’attenzione sempre più marcata alla sostenibil­ità, un tema decisivo per il futuro della moda in generale, la seconda industria più inquinante al mondo, che verrà affrontato durante l'edizione 2018 della Textile Exchange's Sustainabi­lity Conference che si terrà da lunedì 22 a mercoledi 24 ottobre a Milano.

La filiera italiana ha avuto il merito, specialmen­te negli ultimi anni, di impegnarsi nella riduzione dell’impatto ambientale e nell’introduzio­ne di nuovi metodi di lavorazion­e meno inquinanti anche a monte della filiera. «Dobbiamo far ragionare la filiera sul riconoscim­ento dell’importanza del valore aggiunto di un prodotto semilavora­to» ha detto il presidente di Confindust­ria Moda in occasione del Milano Global Fashion Summit, sottolinea­ndo come debba essere riconosciu­to un pezzomaggi­orato al tessuto sostenibil­e poiché frutto di procedimen­ti e lavorazion­i innovative. L’industria italiana, complice l’impegno delle istituzion­i (come Camera nazionale della moda, Federchimi­ca, Confindust­ria moda) si sta già impegnando per un futuro più sostenibil­e lavorando sia sulle sostanze chimiche dannose - e sui potenziali sostituti per quelle che, come il cromo, non possono essere abbandonat­e completame­nte - sia sulle lavorazion­i, come le tinture e i lavaggi. L’obiettivo è quello di fare della sostenibil­ità uno dei caratteri distintivi del tessile-moda italiano, facendone un argomento di dialogo con un consumator­e internazio­nale del lusso sempre più attento all’impatto di ciò che acquista.

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 ??  ?? Filatura. Molte operazioni (tra le quali il controllo qualità) sono fatte a mano, specie per quanto riguarda la fascia alta e i filati pregiati (nella foto, un momento della lavorazion­e del baby cashmere di Loro Piana, si veda anche il pezzo in pagina)
Filatura. Molte operazioni (tra le quali il controllo qualità) sono fatte a mano, specie per quanto riguarda la fascia alta e i filati pregiati (nella foto, un momento della lavorazion­e del baby cashmere di Loro Piana, si veda anche il pezzo in pagina)

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