Riciclaggio e redditi esteri, stop al condono
Ancora accuse M5S-Lega Ipotesi di compromesso su «evasione di necessità» Oggi Consiglio dei ministri In agenda il decreto fiscale e la risposta alla lettera Ue
Continua il braccio di ferro tra M5S e Lega sul condono: nel mirino la norma sull’integrativa speciale contenuta nella bozza del Dl approvato lunedì ma ora disconosciuta anche da una nota di Palazzo Chigi. Un’ipotesi di compromesso vedrebbe il ritorno al perdono solo per l’«evasione di necessità», per concedere la possibilità di rimettersi in regola non è riuscito a versare le imposte dovute ma si è denunciato con il Fisco. Si punta cioè a intervenire sugli omessi versamenti, che si traducono in “contestazioni” del Fisco. Per ora pace armata Di Maio-Salvini, anche se restano molti punti di contrasto. Oggi Consiglio dei ministri per (ri)discutere del decreto e affrontare la lettera della Commissione Ue sulla manovra.
Tornare al perdono solo per la cosiddetta “evasione di necessità”, ossia concedere la possibilità di rimettersi in regola con l’amministrazione finanziaria a chi non è riuscito a versare le imposte dovute ma si è denunciato al Fisco. Uno dei principi inseriti nel contratto di Governo ma che non è entrato nell’articolo 9 del decreto fiscale. Si potrebbe partire da qui, secondo fonti di Governo del Movimento 5 Stelle, per rivedere la norma sull’integrativa speciale contenuta nella bozza del decreto legge approvato lunedì scorso ma ora disconosciuta ufficialmente anche da una nota di Palazzo Chigi (si veda il servizio in pagina). Si punta quindi a intervenire su quelli che tecnicamente si chiamano omessi versamenti e si traducono in “contestazioni” del Fisco per il recupero di quanto è stato dichiarato ma poi non pagato. Potrebbe essere questo uno dei temi sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato oggi alle 13 per (ri)discutere del decreto fiscale e affrontare la lettera della Commissione europea sulla manovra 2019.
Al di là dei presupposti di fondo che potrebbero cambiare l’impostazione della sanatoria, le richieste di dietrofront fatte trapelare dai Cinque Stelle punterebbero all’esclusione esplicita di integrazione della dichiarazione per i redditi prodotti all’estero e del quadro RW per il monitoraggio dei patrimoni mobiliari e immobiliari detenuti oltreconfine. Questo di conseguenza porterebbe a stralciare dalla sanatoria anche le imposte su case (Ivie) e attività finanziarie (Ivafe) all’estero. L’altra richiesta pentastellata su cui il Governo si dovrà confrontare è quella di eliminare qualunque forma di scudo dai reati di riciclaggio e di autoriciclaggio. Un’eliminazione che dovrebbe estendersi anche alle tutele dai reati tributari per dichiarazione fraudolenta, che però già le bozze di decreto mettevano in dubbio. Mentre sembra destinata a rimanere la copertura dagli illeciti penalmente rilevanti per dichiarazione infedele, omesso versamento dell’Iva e delle ritenute certificate.
In casa Lega, va registrata la difesa d’ufficio del lavoro svolto negli ultimi due mesi per la stesura del testo. Un testo «condiviso» come ricorda il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, che ha aggiunto: «Non è assolutamente un condono. Non ha niente a che vedere con i condoni degli anni precedenti, nemmeno con quello tombale del 2002 e le voluntary disclosure del governo Renzi e poi Gentiloni». Per Bitonci, che aveva affrontato il tema giovedì davanti ai deputati della commissione Finanze della Camera, l’integrativa non consente l’emersione di grosse somme ma solo di piccoli importi. In questo contesto, però, resta l’incognita che le modifiche all’impianto della sanatoria possano incidere in senso negativo sulle adesioni e quindi sul gettito atteso. Anche perché la pace fiscale dovrebbe portare in dote risorse per coprire misure contenute nella manovra.
Il lavoro sul Ddl di Bilancio
Intanto i tecnici del Governo continuano a lavorare alla stesura definitiva del disegno di legge di bilancio. Oggi il testo sarebbe dovuto approdare in Parlamento, ma quasi sicuramente il Ddl arriverà alle Camere non prima della fine della prossima settimana (più probabilmente all’inizio di quella successiva). E al momento l’ipotesi più probabile è che l’esame del decreto fiscale inizi dal Senato mentre la manovra parta da Montecitorio.
Comunque sono diversi i capitoli del Ddl di Bilancio oggetto di un’intensa opera di limatura tecnica. Primi fra tutti quelli del reddito e pensione di cittadinanza per i quali alla fine le platee potrebbero risultare più contenute rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi. Anche sulla previdenza si sta lavorando per perfezionare i meccanismi di quota 100 e della stretta sulle pensioni d’oro scegliendo in quest’ultimo caso tra due opzioni: raffreddamento dell’indicizzazione all’inflazione o contributo di solidarietà. Da perfezionare la quadratura del cerchio anche dei tagli da 2,5 miliardi ai ministeri e delle misure riguardanti le banche.