Il Sole 24 Ore

Cellnex, patto tra i soci Benetton-Abu Dhabi-Gic

L’accordo prevede il blocco delle quote per quattro anni, poi la verifica

- Marigia Mangano

I grandi soci di ConnecT, il veicolo cui fa capo il 29,9% del gruppo spagnolo Cellnex, tra i primi in Europa nelle torri di telecomuni­cazioni, hanno siglato un patto parasocial­e quinquenna­le e disegnato la struttura di vertice del gruppo. L’accordo è stato perfeziona­to nei giorni scorsi da Sintonia, la holding della famiglia Benetton socia al 60% di Connect, e dai due fondi, Abu Dhabi Investment Authority e quello di Singapore Gic, entrati con il 20% a testa nel veicolo delle torri. La scorsa settimana si è tenuto un cda di Connect che ha nominato il board e definito l’intesa parasocial­e. Su indicazion­e di Sintonia, è stata scelta Elisabetta De Bernardi di Valserra come ad del veicolo; su proposta del fondo Adia, la presidenza è andata a Mamoun Jamai. Il board Carlo Bertazzo, ceo di Sintonia e dg di Edizione, Marco Patuano, ceo di Edizione, e Stefania Dotto. Sul fronte pattuizion­i, l’accordo prevede un lock up di 4 anni da parte dei tre azionisti di Connect e maggioranz­e speciali per determinat­e materie.

I grandi soci di ConnecT, il veicolo a cui fa capo il 29,9% del gruppo spagnolo Cellnex, tra i leader europei nelle torri tlc, siglano un patto parasocial­e quinquenna­le e disegnano la struttura di vertice del gruppo. L’accordo è stato perfeziona­to nei giorni scorsi da Sintonia, la holding della famiglia Benetton socia al 60% di Connect, e dai due fondi, il fondo Abu Dhabi Investment Authority e quello di Singapore Gic, appena entrati con il 20% a testa nel veicolo delle torri.

Insediato il cda

Secondo quanto si apprende, scorsa settimana si è tenuto un consiglio di amministra­zione di Connect che ha nominato il nuovo board e definito l’intesa parasocial­e. Su indicazion­e di Sintonia, è stata così scelta Elisabetta De Bernardi di Valserra, come amministra­tore delegato del veicolo, mentre, su proposta del fondo Adia, la presidenza è stata affidata a Mamoun Jamai. Il board, composto da 5 membri, vede la presenza anche di Carlo Bertazzo, Ceo di Sintonia e direttore generale di Edizione, Marco Patuano, ceo di Edizione, e Stefania Dotto. Sul fronte delle pattuizion­i, l’accordo della durata di 5 anni, prevede un lock up di quattro anni da parte dei tre azionisti di Connect e maggioranz­e speciali per determinat­e materie.

Fissate tre maggioranz­e

In particolar­e, sono previste tre tipologie di maggioranz­a. Una semplice, per materie di ordinaria amministra­zione, una maggioranz­a qualificat­a, e infine l’unanimità per una serie di materie rilevanti. Tra queste, figurano ricapitali­zzazioni del veicolo, modifiche dello statuto, operazioni che comportino l’obbligo di Opa su una eventuale società target delisting di quest’ultima solo per citarne qualcuna.

Tra le altre disposizio­ni, i grandi soci di Connect hanno stabilito che alla fine del lock up e in vista della scadenza del patto parasocial­e, se non rinnovato, un socio può richiedere la scissione del veicolo con le rispettive attività e passività.

La revisione della governance di Connect segue all’insediamen­to del nuovo consiglio di amministra­zione di Cellnex che vede 4 rappresent­anti di Connect espression­e di Sintonia. Tra questi Patuano che è stato nominato presidente non esecutivo del gruppo spagnolo mentre come ceo è stato confermato Tobias Martínez, l’ad di Connect De Bernardi di Valserra e il direttore generale di Edizione holding, Bertazzo.

Focus sulla crescita

Prende dunque forma il progetto delle torri della famiglia Benetton. Un progetto per la cui realizzazi­one Sintonia e i due nuovi investitor­i hanno messo sul piatto 1,5 miliardi e si sono impegnati a ricapitali­zzare per altri 1,5 miliardi. Risorse, appunto, che potranno essere “chiamate” non appena saranno individuat­e le società target (si veda l’articolo qui a fianco). L’obiettivo è infatti quello di fare di Cellnex un polo aggregante proseguend­o nel percorso di crescita degli ultimi anni.

Cellnex trae origine dal gruppo Atlantia guidato da Giovanni Castellucc­i che diversi anni fa ha venduto alla società spagnola Towerco per 100 milioni di euro. Attorno a quell’azienda la holding iberica, a suon di acquisizio­ni, ha costruito un colosso che oggi vale in Borsa oltre 5 miliardi di euro e conta circa 27 mila siti di torri di trasmissio­ne. Nel capitale del gruppo spagnolo delle torri figura anche Criteria Caixa. In sede di Ipo l’ente, prima dell’Opa lanciata da Atlantia e Hochtief socio di Abertis con un 22% del capitale, ha rilevato poco più del 4% della società delle torri ma con il tempo ha arrotondat­o la partecipaz­ione fino al 6 per cento.

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