Il Sole 24 Ore

Moody’s declassa l’Italia a Baa3 e assegna l’«outlook stabile»

Mercati in tensione prima dell’annuncio: lo spread chiude a 310 dopo avere sfiorato i 340 Cresce l’attenzione degli operatori in vista della riapertura di Piazza Affari di lunedì

- Gianni Trovati Vittorio Carlini

Arriva in tarda serata il downgrade di Mo ody' s sul debito italiano che sposta il giudizio sulla sostenibil­ità dei nostri titoli di Stato aB aa3,c on oulookst abile, cioè all'ultimo gradino prima del “non investment grade”. Il colpo era atteso, perché l' agenzia aveva avviato in primaveral­a procedura di revisione invi stadi un probabile abbassamen­to del rating che a settembre era stato sospeso inattesade­l programma di bilancio italiano.

La decisione del governo di fissare al 2,4% l'obiettivo di deficit del prossimo anno, e il conflitto con la commission­e che ne è nato quasi automatica­mente, non hanno ovviamente fatto cambiare idea ai valutatori. Che però hanno evitatola doppia mossa al ribasso e l' indicazion­edi un out look negativo, due scelte che avrebbero in pratica chiuso i portafogli di molti investitor­i istituzion­ali proprio mentre la fine del Quantitati­ve easing insieme all'aumento del deficit rispetto ai programmi imporrà all' Italia di piazzare sul mercato intorno ai 40 miliardi di bond più di quest'anno. Ma, sempre ieri, è stata Fitch a ricordare i modi in cui un downg rade attivala cinghia di trasmissio­ne fra rischio-debito e banche del Paese. Per l' agenzia l' abbassamen­to di un gradino avrebbe conseguenz­e dirette sui cinque istituti considerat­i più solidi, cioè Intesa, UniCredit, Medio banca, Crede meBnl, che hanno giudizi più alti o in linea con quello attribuito al Paese. Mai problemi più gravi potrebbero colpire gli istituti più esposti ai Btp, a partire da Popolare Sondrio (che ha un rapporto del 360% fra titoli in portafogli­o e capitale Cet1), Mps (250%) e Banco Desio (240%). Si spiga anche così l'ennesima giornata difficile vissuta ieri in Borsa da molte banche, Mps in primis.

Proprio qui si incontralo snodo fondamenta­le del confronto con le agenzie di rating. I loro modelli di valutazion­e continuano a esse real centro di critiche, ma sul piano pratico servono come guida obbligata per gli investitor­i istituzion­ali. Che per evita redi esporre a rischi eccessivi i risparmi di chiglie li affida( basta pensare per esempio ai fondi pensione) evitano per statuto dimettere soldi nei bond fuori dalle soglie di sicurezza.

In quest'ottica il report diffuso da Mo ody' sieri sera, a mercati chiusi come di prammatica, evita almeno per il momento di tradurre in realtà lo scenario più temuto nelle stanze del ministero dell' Economia, quello che vedrebbe i titoli italiani avviati all' espulsione da una fetta importante del mercato proprio mentre cresce il bisogno di investitor­i.

Ma quella di ieri sera è solo l' apertura di una settimana di giudiziari petizione su debito e finanza pubblica italiana. Oggi un nuovo vertice di governo, oltre a far uscire il decreto fiscale dall' em passe creata dal condono scritto nella sua prima versione, dovrebbe costruire la linea della risposta a Bruxelles in vista delle decisioni della commission­e in programma fra martedì e mercoledì. È venerdì prossimo il calendario indica il nuovo rating di Standard& Po or' s.AncheS&P,considerat­ala più“severa” tra le big four del rating, colloca ora i bond governativ­i italiani al penultimo scalino dell'investment grade, in un giudizio confermato a fine aprile anche sulla ba sedi prospetti vedi crescita all '1,5% quest'anno è all'1,2% nei prossimi due. Ma rispetto a sei mesi fa lo scenario è cambiato, le riforme di lavoro e settore bancario promosse dall'agenzia sono finite nel mirino della maggioranz­a e l' accoppiata di deficit in rialzo e crescita in frenata preoccupag­li analisti. Venerdì prossimo si saprà quanto.

Il Ftse Mib, dal canto suo, ha chiuso la seduta invariato (-0,04%). Lo stesso Ftse italia banks ha contenuto il calo (-0,4%). In linea l’Ibex spagnolo (+0,03%). Un po’ più deboli Parigi (-0,63%) e Francofort­e (-0,31%). Sul fronte del reddito fisso lo SpreadBTpB­undha terminatol­a seduta a 310 punti base (328 i basis point di giovedì). La giornata, però, non era iniziata nel migliore dei modi. Come non bastasse la dura dialettica tra Roma e Bruxelles sul progetto della manovra di bilancio, gli investitor­i( esteri e locali) si sono infatti trovati alle prese con lo scontro interno all'Esecutivo italiano. Un muro contro muro trala Lega e M 5 S sul condono che è parso l'ulteriore incertezza sulla già difficile situazione del Belpaese. Con il che, nonostante a metà mattinata il vicepremie­re ministro degli Interni Matteo S al vini avesse gettato acqua sul fuoco confermand­ola sua presenza al C dm di oggi, lo Spread BTp-Bund è arrivato a toccare il massimo intraday di 338 punti base(BTp al 3,805%). Contestual­mente,nell atipica correlazio­ne inversa, ilFt se Mibè scivolato verso il basso, facendo segnare un rosso dell' 1,75%.A zavorrare il listino, visto che pesano per oltre il 30% del paniere delle blue chip, erano state soprattutt­o le banche. Gli istituti infatti, dovendo ogni trimestre riportare al valore di mercato il prezzo dei titoli in portafogli­o. D aquile vendite nella prima parte della seduta. Poi il recupero inattesa di Moody’s.

Italia declassata. L’agenzia di rating Moody’s ha ridotto di un gradino il rating dell’Italia, portandolo a Baa3. Venerdì prossimo sarà il turno del giudizio di Standard & Poor’s

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