Novamont riconverte Mossi e Ghisolfi a Patrica
È un’operazione che in tutto vale 100 milioni di investimenti. Ma il suo valore simbolico va oltre l’impegno economico perché Novamont, una delle aziende leader nel mondo nella chimica sostenibile, non ha deciso di aprire uno stabilimento ex novo ma ne ha totalmente riconvertito uno che prima produceva il pet delle bottigliette di plastica. E ora produrrà gli “ingredienti” delle sue famose plastiche biodegradibili e compostabili oggi ampiamente utilizzate per i sacchetti bio dei supermercati. Una riconversione industriale quella dell’ex stabilimento di Mossi e Ghisolfi di Patrica, in provincia di Frosinone, che Novamont fa nel segno dell’innovazione - con impianti di industria 4.0 - e dell’attenzione al territorio. «Lo stabilimento che abbiamo acquisito - spiega Catia Bastioli, ad di Novamont - non aveva più i numeri per stare in piedi e se non lo avessimo rilevato oggi qui ci sarebbe stato un tavolo di crisi e invece lo abbiamo rigenerato mettendo radici nel territorio e trovando anche grandi competenze». Sono stati assunti infatti 90 dipendenti e nuove assunzioni avverranno nei prossimi anni con l’avvio di nuove produzioni. Ieri nella fabbrica «Mater Bio Polymer» è stata infatti inaugurata la seconda linea produttiva, tappa di una riconversione che dal 2010 ha visto un investimento di 70 milioni di euro, e che prevede altri 30 milioni nei prossimi tre anni per arrivare a produrre anche qui il prodotto di punta di Novamont, il materbi, usato per fare i sacchetti compostabili. Oggi lo stabilimento, dove un tempo si producevano bottiglie di plastica Pet, produce l’origo-bi, un semilavorato ottenuto da olii vegetali e biobutandiolo, dal quale si ricava il mater-bi. Nella lavorazione si ottiene anche il Thf (tetraidrofurano), un solvente bio che viene ampiamente usato nell’industria farmaceutica, di cui Novamont è l’unico produttore in Italia.
Attualmente da Patrica la produzione è di 60mila tonnellate all’anno fra origo-bi e Thf. Ma dal prossimo anno sarà aperta anche una linea di produzione di mater-bi, completando così il ciclo del prodotto per un totale di 100mila tonnellate. Novamont prevede di realizzare sul sito anche un impianto di cogenerazione a metano, per rendere la fabbrica autosufficiente dal punto di vista energetico. Già ora l’impianto è dotato di un depuratore delle acque reflue e di filtri che eliminano le emissioni nell’aria.
All'inaugurazione erano presenti oltre all'ad di Novamont anche il sottosegretario allo Sviluppo economico, Davide Crippa (M5S) e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti (Pd). Che ha sottolineato il valore simbolico dell’investimento di Novamont: «Qui c’è uno dei modelli possibili del futuro dell’Italia. Una rigenerazione produttiva che trasforma un problema in una opportunità guardando all’innovazione tecnologica e alla domanda dei nuovi mercati». « Bisogna puntare sull’economia circolare ma anche fare in modo che sia coinvolta la comunità e ci sia biodiversità di impresa perchè non bastano solo 2-3 grandi aziende in un territorio», avverte ancora l’ad di Novamont Bastioli che per l’Italia vede un futuro nella chimica a patto che si riesca a costruire insieme delle «filiere lunghe».