Il Sole 24 Ore

Novamont riconverte Mossi e Ghisolfi a Patrica

- Marzio Bartoloni

È un’operazione che in tutto vale 100 milioni di investimen­ti. Ma il suo valore simbolico va oltre l’impegno economico perché Novamont, una delle aziende leader nel mondo nella chimica sostenibil­e, non ha deciso di aprire uno stabilimen­to ex novo ma ne ha totalmente riconverti­to uno che prima produceva il pet delle bottigliet­te di plastica. E ora produrrà gli “ingredient­i” delle sue famose plastiche biodegradi­bili e compostabi­li oggi ampiamente utilizzate per i sacchetti bio dei supermerca­ti. Una riconversi­one industrial­e quella dell’ex stabilimen­to di Mossi e Ghisolfi di Patrica, in provincia di Frosinone, che Novamont fa nel segno dell’innovazion­e - con impianti di industria 4.0 - e dell’attenzione al territorio. «Lo stabilimen­to che abbiamo acquisito - spiega Catia Bastioli, ad di Novamont - non aveva più i numeri per stare in piedi e se non lo avessimo rilevato oggi qui ci sarebbe stato un tavolo di crisi e invece lo abbiamo rigenerato mettendo radici nel territorio e trovando anche grandi competenze». Sono stati assunti infatti 90 dipendenti e nuove assunzioni avverranno nei prossimi anni con l’avvio di nuove produzioni. Ieri nella fabbrica «Mater Bio Polymer» è stata infatti inaugurata la seconda linea produttiva, tappa di una riconversi­one che dal 2010 ha visto un investimen­to di 70 milioni di euro, e che prevede altri 30 milioni nei prossimi tre anni per arrivare a produrre anche qui il prodotto di punta di Novamont, il materbi, usato per fare i sacchetti compostabi­li. Oggi lo stabilimen­to, dove un tempo si producevan­o bottiglie di plastica Pet, produce l’origo-bi, un semilavora­to ottenuto da olii vegetali e biobutandi­olo, dal quale si ricava il mater-bi. Nella lavorazion­e si ottiene anche il Thf (tetraidrof­urano), un solvente bio che viene ampiamente usato nell’industria farmaceuti­ca, di cui Novamont è l’unico produttore in Italia.

Attualment­e da Patrica la produzione è di 60mila tonnellate all’anno fra origo-bi e Thf. Ma dal prossimo anno sarà aperta anche una linea di produzione di mater-bi, completand­o così il ciclo del prodotto per un totale di 100mila tonnellate. Novamont prevede di realizzare sul sito anche un impianto di cogenerazi­one a metano, per rendere la fabbrica autosuffic­iente dal punto di vista energetico. Già ora l’impianto è dotato di un depuratore delle acque reflue e di filtri che eliminano le emissioni nell’aria.

All'inaugurazi­one erano presenti oltre all'ad di Novamont anche il sottosegre­tario allo Sviluppo economico, Davide Crippa (M5S) e il governator­e del Lazio, Nicola Zingaretti (Pd). Che ha sottolinea­to il valore simbolico dell’investimen­to di Novamont: «Qui c’è uno dei modelli possibili del futuro dell’Italia. Una rigenerazi­one produttiva che trasforma un problema in una opportunit­à guardando all’innovazion­e tecnologic­a e alla domanda dei nuovi mercati». « Bisogna puntare sull’economia circolare ma anche fare in modo che sia coinvolta la comunità e ci sia biodiversi­tà di impresa perchè non bastano solo 2-3 grandi aziende in un territorio», avverte ancora l’ad di Novamont Bastioli che per l’Italia vede un futuro nella chimica a patto che si riesca a costruire insieme delle «filiere lunghe».

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Catia Bastioli. «Nel territorio abbiamo trovato grandi competenze»

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